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"Francesco? La scimmia che balla?"
Fu Fabrizio a rompere il silenzio che era calato tra loro due.
"No, Babbo Natale, guarda."
"No è che, te spiego, conosco 'n sacco de' Francesco... C'ho Francesco er dottore, Francesco che è 'n parente mio, Francesco calcetto, poi ce so' quelli famosi: de Gregori..."
Ermal decise di interromperlo: se Gabbani li avrebbe trovati così, sarebbero stati guai!
"Bene, mi spiegherai meglio dopo, ora nasconditi dentro l'armadio."
"L'armadio? Ma so' claustrofobico!"
"E, sentiamo, che vorresti fare? Buttarti dalla finestra?"
"Preferirei!"
"Peccato che siamo al terzo piano!"
"E allora?"
"Non ti lascerei mai morire."
Fabrizio, anche se controvoglia, fece ciò che gli era stato suggerito.
Prima che Ermal andasse ad aprire la porta, Fabrizio gli sussurrò:
"Se solo prova a sfiorarti gli spacco la faccia, a quel cretino."

Francesco entrò nella stanza con quel suo fare da "primo della classe".
"Ciao. Come va?"
"Bene, Francesco. Tu?"
"Mai stato meglio."
"...Non dovresti essere al teatro Ariston?"
"Dovrei...e anche tu."

I due stettero in silenzio, guardandosi.
Capirono che entrambi avevano usato la stessa scusa per non andare all'Ariston.

"Che ci fai in camera mia?"
"Volevo solo...Dirti una cosa."
"Dimmi pure."
"Beh...vedi...Non è facile trovare le parole.
Io...credo di essermi innamorato...E volevo un consiglio."
"Un consiglio? Da me?"
"Sì beh vedi...Ho pensato che...Tu potessi aiutarmi.
È che non so se dire a questa persona se sono innamorato e poi baciarla o...aspettare."
"Dipende da chi è questa persona."
"È...Sei tu."

Poi Francesco si fiondò sulle sue labbra e lo baciò.
Con tanto di lingua.
In quell'esatto momento, Fabrizio uscì dal suo nascondiglio, in preda alla furia.
Era evidente che quei due si odiavano, e non poco.
Francesco si staccò da Ermal, scioccato.
"Moro? Tu qui?"
"Oh, c'è la scimmia che balla!"
"Ermal, come osi vederti con quell'ammasso di lardo?"
"Ermal, diglielo pure tu che se c'è una merda ambulante qui, quello è lui."
"CHE CRIBBIO CI FAI QUI, EH?"
"VOLEVO SOLO PASSARE DER TEMPO CON LUI."
"E ALLORA CHIEDIAMOGLIELO DIRETTAMENTE A LUI!"

Ermal si sentiva troppo di mezzo, in quella conversazione.
I suoi occhi oscillavano prima da una parte, poi dall'altra, mentre la sua mente si chiedeva quale sarebbe stata la scelta giusta.

Fu Francesco a porre la domanda fatidica.

"Ermal, scegli: me o lui?"
"SE NUN RISPONDI TE STROZZO CO' LE MANI MIE, RICCIOLÈ."
"I-io..."

Ecco.
Voleva sprofondare negli abissi, sicuramente sarebbe stato meglio.
Sia da una parte che dall'altra c'erano i pro e i contro, ma in occasioni come questa non bisogna ascoltare la ragione.
Bisogna ascoltare il cuore.
E il suo cuore, quindi, che faceva?
Non faceva altro che battere, battere e non capire.
Non capire quale sarebbe stata la scelta giusta.
Era un casino totale, il suo cuore, in quel momento.
Un po' come lui.

"CHE CAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?"
Un'altra persona era entrata nella stanza, e, dal tono della sua voce, pareva che i tre fossero in guai seri.

Ti dedico il silenzio
Tanto non comprendi le parole
Ti dedico il silenzio, Ultimo

• Il capolavoro • Metamoro 🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora