Capitolo 6: Corri troppo, Casey.

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Mesi dopo...

Casey continuava la sua vita normalmente, come se non avesse mai affrontato un viaggio spaziale e come se non avesse mai sofferto per Phil. Ogni tanto capitava che lo incontrasse per strada o che ritornando da lavoro passasse da Christie per salutarla e lo vedeva lì, in giardino, tranquillo a conversare con un ragazzo - forse lo stesso con cui lo aveva tradito o forse un altro - felice, ammiccante, affascinante. Quello stesso fascino che lo aveva colpito anni fa a quella festa in discoteca.

Non amava più Phil, ormai lo aveva metabolizzato e accettato, però sentiva dentro di sé un vuoto, come un fallimento.

Si era lasciato andare alla confusione dei sentimenti, senza razionalizzarli, senza capire cosa fosse giusto o meno. Illudendosi che avrebbe potuto avere una speranza con Marvis, inconsciamente, ma era pur sempre una speranza.

Ma le cose sembravano andare decisamente diverse per lui e per Marvis: certo, avevano iniziato a vivere insieme come avevano sempre detto da ragazzini, rispettando la promessa da bravi migliori amici, - d'altronde per quanto a Christie avrebbe fatto piacere ospitarlo, non c'era abbastanza spazio per quattro persone, Jaco richiedeva troppe attenzioni - semplificando il procedimento di risanare il rapporto tra di loro.

In parte ci erano riusciti, ma ormai le abitudini erano diverse: Marvis usciva nei giorni dispari, raggiungendo un pianeta poco lontano da Cassopius e non ritornando fino a notte inoltrata, mentre Casey, be', lui provava a non incappare in un altro amore errante.

"Stasera ci sarai per cena?" domandò Casey, asciugandosi la sua chioma, mentre fissava Marvis furtivamente mentre si vestiva.

"Non credo Cas, mi aspettano ad una festa, anzi... Domani è il tuo giorno di riposo a lavoro, perché non vieni anche tu?" lo invitò il maggiore, sapendo bene che Casey non era mai stato un tipo festaiolo, ma magari per una volta, avrebbe potuto lasciarsi andare e divertirsi.

"Non mi piacciono le feste, penso andrò da Christie" rispose Casey - come aveva già immaginato Marvis - finendo di prepararsi per poi salutarlo velocemente e uscire di casa.

Gli piaceva vivere con Marvis, era da sempre stato il suo sogno, gli sembrava quasi di raggiungerlo e di sentirlo più vicino, capendo poi, che si stava sbagliando.

Il suo migliore amico era andato avanti, aveva le sue scappatelle e le sue relazioni con diversi ragazzi, continuava quindi la sua vita da Casanova, e Casey non faceva altro che osservarlo, sentendolo irrimediabilmente più distante di quanto non lo fosse: Terra - Cassopius.

Era ciò che gli faceva male e ciò che non gli piaceva di quella convivenza, perché era come scontrarsi con la dura realtà: perdere Phil, mentire a se stesso, per chi? Per il suo migliore amico che non lo avrebbe mai guardato con occhi diversi da quelli di un fratello.

Trascorse le sue ore di lavoro, assorto, chiedendosi in cosa sbagliasse, cosa non riuscisse a far funzionare, affibbiandosi le peggiori cause, le peggiori colpe.

Phil era riuscito nel suo tentativo, lo aveva colpito ferocemente: "pensi che ti amerà mai?"

No, certo, non era stupido, sapeva bene che Marvis non lo avrebbe mai amato, anche se era un boccone troppo amaro da ingoiare, ma sperava che con il tempo si sarebbe rassegnato.

Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto sulla Terra.

Era ciò che pensava Casey, realizzando che nella disperazione totale, nella distruzione globale, il pensiero di Marvis non lo paralizzava come in quel momento.

Quanto si sbagliava, chi voleva prendere in giro?

Marvis era nei suoi gesti, nelle sue parole, era costantemente tra i suoi pensieri.

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