Capitolo 6

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A spezzare ancora il nostro silenzio è mia madre. 《Da quando in qua ti piace il silenzio? Credi che non mi ricordi quando da piccola parlavi in continuazione dicendo che dovevi riempire gli spazi vuoti? Credi che non mi ricordi di quando insistevi a dormire con me e papà e ti addormentavi parlando a raffica,perché trovavi il silenzio troppo assordante?》parla velocemente, ondeggiando la forchetta tra le dita. Non pensavo che si ricordasse davvero di tutta questa roba, credevo che prestasse attenzione solo a quello che fa Stefania, i suoi ricordi, i suoi traguardi e tutto il resto... 《te lo ricordi?》riesco a dire, col fiato mozzato in gola. 《Certo che mi ricordo. Chi credi ti abbia cresciuta?》domanda e si lascia scappare un piccolo sorriso che mi scalda il cuore. 《Mi hai cresciuta tu. Ma mi hai sempre fatto capire di essere fallita. Nello studio, nella vita...e-》dico, mia madre mi blocca e comincia a parlare 《non lo pensare nemmeno per scherzo!》alza la voce. Ma dai, sappiamo entrambe che è così. 《Io tutto quello che dico lo dico per te. Voglio che studi per conservarti un futuro migliore, ricorda che nella vita non puoi vivere con questi lavoretti part-time... se un giorno decidessi di mettere su famiglia, come credi di mantenerla? Nella vita ci vuole razionalità e prudenza》dice, percepisco rabbia sul suo volto. Come se stesse scoppiando, come se si tenesse quelle cose da un po. 《Lascia che io prenda le mie scelte. Magari un giorno deciderò di laurearmi. Ma ti prego, non mettermi a paragone con Stefania. Lei è migliore di me in tutto quello che fa e tu non perdi mai occasione di evidenziarlo》dico a dir poco incavolata. 《Davvero pensi questo?》mi domanda attonita, con un filo di voce. 《È una vita che lo penso》rispondo annuendo. 《Io voglio solo che tu prenda esempio da lei, perché credo che stia facendo la cosa giusta》dice, abbiamo ormai smesso di mangiare da un po entrambe. 《Ecco. Lei fa sempre la cosa giusta, io invece sbaglio e devo prendere esempio. Mai una volta mi hai detto di essere fiera di me, mamma. Mai una volta ti sei congratulata, per la mia età a riuscire a vivere da sola, a mantenermi con un mio stipendio. Ed io ci rimango male》dico tremando un po con la voce. Comincio a piangere, ferma davanti questa realtà. Io e mia madre, un muro troppo grosso a dividerci, e una forza gravitazionale a effetto packman, che ci allontana, e quando ci proviamo, torniamo nello stesso punto di prima. Lei resta in silenzio, forse incapace di replicare davanti alle mie lacrime. Io mi alzo e vado verso la  mia camera. 《Carmen torna a mangiare》mi dice alle spalle. 《Mangerò dopo》mormoro. Riprendo il cellulare tra le mani e cerco di togliere lo sguardo dal messaggio che ho scritto prima, tra le bozze.
Mi sdraio sul letto e fisso il soffitto,non ho neanche detto a mia madre che domani comincio a lavorare in un bar. Ma dopo il discorsetto che mi ha fatto riguardo i lavoretti part-time e il resto, credo che non sia il caso.

l'amore altrove -irarmen-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora