•Isabella's pov•
A volte penso a quanto sono stata fortunata a conoscere persone come gli ex compagni di squadra di mio fratello. Fin da quando ci siamo conosciuti, abbiamo avuto un ottimo rapporto. Siamo diventati velocemente un bellissimo gruppo di amici, al contrario di quello che pensavo prima di conoscerli. Non avrei mai immaginato che quei quattro ragazzi conosciuti anni fa sarebbero diventati le persone a cui tengo di più dopo la mia famiglia. Essendo l'unica femmina, mi hanno sempre coccolata e protetta e i loro atteggiamenti verso di me non cambiano: mi hanno sempre vista come la sorellina da proteggere, nonostante io sia la più grande del gruppo. Loro sanno tutto di me e io so tutto di loro; è questo il bello della nostra amicizia: conosciamo anche i lati peggiori dei nostri caratteri, ma dopo anni siamo ancora insieme. Sono ragazzi speciali: hanno sempre la battuta pronta, sanno farti ridere, ma sanno soprattutto ascoltarti.
Questi sono i pensieri che mi accompagnano nel mio viaggio verso il punto di incontro con Davide. Lui che è stato l'ultimo a sapere il motivo del mio trasferimento, ma il primo ad esserci sempre, come oggi. Non finirò mai di ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per me negli anni che hanno seguito il mio trasferimento.
«Scusi, mi sa dire dove posso trovare l'ingresso per Bergamo Alta?» una voce a me nota interrompe il mio flusso di pensieri.
«Non so se mi stai pigliando per il culo o se sei talmente stupido da non avermi riconosciuta.»
«Isa?! Non ti avevo riconosciuta; sai, non sei più la ragazza acqua e sapone che ho conosciuto.» esclama lui sorridendo e avvicinandosi a me.
«Non si imitano gli altri, piccolo idiota. E comunque, mi aspettavo un saluto più caloroso dopo mesi in cui non ci siamo visti.» Neanche il tempo di finire la frase, che mi ritrovo intrappolata tra le sue braccia, stretta nell'abbraccio che è riuscito sempre a non farmi cadere.
«Non farti condizionare da quella; non dargliela vinta. Devi fare quello che ti pare, senza aver paura di essere giudicata. Mi sei mancata, ciccia.» Mormora il difensore tra i miei capelli, lasciandomi un bacio sulla tempia prima di staccarsi definitamente da me.
«Posso fare quello che voglio? Bene, allora farò questo.» E, senza dargli il tempo di realizzare, gli rubo il cappello dalla testa e lo indosso. So quanto odia quanto gli si ruba qualcosa, ma ormai mi conosce e sa che, anche pregandomi in tutte le lingue del mondo, il cappello non glielo ridarò.
«Guarda che te lo lascio fino a stasera, poi mi serve. E comunque, so che ti piacerebbe girare per le strade con un bellissimo ragazzo di nome Davide, ma casa tua sarà un disastro e tu devi mettere a posto.»
«Aiutata dal bellissimo ragazzo di nome Davide, giusto?»
«In realtà pensavo di farmi un giro per la città, aspettando che tu finisca di mettere a posto.»
«Bresciano, ti conosco e so che non mi lasceresti mai da sola in un momento del genere. Quindi muovi il culo e seguimi.»
«Agli ordini capo; so che hai bisogno del fantastico Davide per tornare a sorridere, quindi eccomi qua in versione casalingo.»
E il nostro viaggio verso il mio appartamento continua così, tra battute e risate proprio come avevo bisogno dopo quei commenti che, come al solito, mi cambiano l'umore, cosa che Davide sa bene.
«Amico casalingo» gli dico prendendolo a braccetto e appoggiando la testa sul suo braccio.
«Sì cozza?»
«Non spaventarti quando entrerai in casa, è tutto in disordine perché voglio finire presto il trasloco. E, cosa più importante, non ficcare il naso nelle cose delle mie coinquiline perché si incazzano quando lo faccio io per mettere a posto in casa, figurati se lo facesse un estraneo.»
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