Capitolo quarto

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Villa Bane.


La cerimonia funebre fu di quanto più solenne ed elegante si potesse organizzare. La contessa venne impreziosita del suo abito nero migliore, arricchito di perle e dei suoi fiori preferiti. La salma venne sposta nel salone delle cerimonie, affinché tutti potessero rivolgere l'estremo saluto.

In molti si recarono alla tenuta, tra nobili e gente del popolo. Giunsero i Verlac, gli Starkweather, i Carstairs. i Blackthorn, i Belcourt e tutte le famiglie nobili vicine alla tenuta. Da chi non poté presenziare, arrivarono numerose lettere di condoglianze.

Durante la processione indetta dal prete del paese, Magnus e Catarina si trovavano in prima fila, con una maschera di assoluta indifferenza che mascherava il loro profondo dolore. Accanto all'amico, stava il conte Ragnor Fell, che stringeva con solidarietà la spalla dell'amico.

Come di regola, ai servitori era permesso assistere dal fondo della sala, vicino all'ingresso principale. Alec teneva il viso chino, quasi come se il suo collo non riuscisse a sopportare un tale peso. Non era solo il dolore della perdita di una donna che gli era stata vicino addirittura più di sua madre, ma anche la straziante consapevolezza che lui non era stato lì fin dall'inizio, quando la contessa si era sentita male e aveva avuto bisogno del suo aiuto. Era il suo dovere assisterla e lui non lo aveva fatto. Si ritrovò a pregare che l'animo dell'anziana lo perdonasse per le sue mancanze.

Accanto ad Alec, stavano sua madre Maryse – rigida nella sua freddezza, ma con la mano a stringere il braccio del figlio – e Clary, che proprio non riusciva ad impedire che le lacrime le sfiorassero il volto.

Nell'enorme stanza risuonava flebile, come l'ultimo respiro, la Dead March di Händel. Nel momento dell'estrema unzione, la musica si interruppe, per poi riprendere più maestosa quando le spoglie della contessa vennero portate fuori dal salone. Venne caricata sul carro funebre, nel suo ultimo viaggio sino alla tomba di famiglia. Per tutto il tragitto, la contessa venne scortata da un'ossequiosa processione a cui poterono partecipare tutti.

Tuttavia, come da tradizione alla lettura del testamento, ciò non venne concesso ai parenti prossimi e ai servitori della tenuta. Si riunirono tutti nella biblioteca tanto cara alla contessa, dove il signor Maverick – il notaio e avvocato della famiglia Bane – seduto dietro l'elegante scrivania, stava disponendo gli atti testamentari della defunta. Alec vide il conte Bane parlare con l'amico Ragnor, prima che questi strinse l'amico in un abbraccio e gli passò accanto rivolgendogli un'occhiata, scendendo poi le scale e lasciando la tenuta.

Magnus seguì lo sguardo dell'amico, soffermandosi sul volto di Alec, il quale distolse lo sguardo e una volta che il conte fu entrato in biblioteca lo seguì, chiudendo la porta. Raggiunse la madre e gli altri servitori, in fondo alla biblioteca, poco distante dalle due poltrone su cui stavano seduti Magnus e Catarina.

Il signor Maverick era affiancato, in piedi, da Luke quale medico personale della defunta contessa.

Il notaio aveva un aspetto molto curato, teneva la barba brizzolata a coprirgli metà del volto e portava un paio di occhialetti dalle lenti ovali che dovette sorreggere con la mano sinistra affinché non cadessero sui fogli.

Si schiarì la voce profonda ed incominciò la lettura.

« Queste sono le ultime volontà testamentarie della compianta contessa Bane: "Nel pieno delle mie facoltà fisiche mentali e della capacità di intendere e di volere, designo quale erede della tenuta e di tutti i possedimenti di famiglia, il mio amato figlio Magnus. Sarà sua discrezione destinare parte di tale eredità a favore di mia figlia Catarina, al fine di governare insieme e nel rispetto l'uno dell'altra Villa Bane, come ho sempre fatto io fino ad ora » Nella stanza eruppe il singhiozzo trattenuto della contessa Catarina, che si coprì il volto con un fazzoletto ricamato.

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