Capitolo quinto

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Capitolo quinto.




Villa Bane.


Magnus fece ritorno alla tenuta galoppando rapido tra le campagne.

Una volta raggiunte le scuderie, chiamò forte il nome di Simon.

Il ragazzo giunse dinnanzi a lui con un'espressione smarrita e il fiato corto, ma non fece in tempo a parlare che si ritrovò un sacchetto di monete tra le mani.

« Porta queste al carcere e fai in modo che Alexander venga rilasciato »

Simon impallidì.

« Io, signor conte? Non mi ascolteranno mai » ribatté, con voce incerta. « Venite con me »

« No. Io mi recherò alla caserma » spiegò. « Come ufficiale dell'esercitò di Sua Maestà, seppure in congedo, mi farò rilasciare un'autorizzazione di scagionamento »

« Allora vi accompagnerò e poi andremo- »

No.

« Simon » tuonò il conte. « Farai come ti ho detto. Alexander è stato denunciato per furto e aggressione, pertanto potrebbe essere troppo tardi per quando arriveremo »

Lo stalliere spalancò gli occhi.

« Devi prendere tempo per me, hai capito? »

Seppur con indecisione, Simon annuì.

Poi si congedò, correndo a sellare uno dei cavalli. Pochi istanti dopo, mentre Magnus saliva la scalinata dell'ingresso, lo vide sfrecciare fuori dai cancelli diretto in città.

Magnus raggiunse velocemente le sue stanze, recuperando da un cassetto dello scrittoio i suoi documenti militari. Una volta preso tutto il necessario, mise tutto dentro una sacca di cuoio e richiuse dietro di sé le porte delle sue stanze.

« Magnus » lo richiamò la voce di sua sorella. « Buongiorno »

« Buongiorno » la salutò lui di rimando, non nascondendo la propria fretta.

« Esci di nuovo? Dove stai andando? » indagò Catarina, gli occhi attenti sulle carte tra le mani di Magnus.

« In caserma »

« E come mai? » Magnus arricciò il naso, stizzito dall'inopportuna curiosità della sorella.

« Alexander è stato arrestato » Catarina assunse un cipiglio contrariato, ma lo mascherò immediatamente fingendo indifferenza.

« E allora? » domandò, alzando il volto con superiorità. « Tu che cosa centri? Se n'è andato di sua spontanea volontà, non l'hai saputo? Se si è cacciato in qualche guaio non ha nulla a che vedere con la nostra famiglia, non più »

Il conte la fissò freddamente, come a riprenderla per la sua scortesia.

« Rischia di essere condannato a morte »

Catarina sbarrò gli occhi.

« La sua colpa è talmente grave? » volle sapere, turbata. « In ogni caso non ci riguarda più. Se ha commesso un crimine, è giusto che venga punito »

« Non ha alcuna colpa » ribatté il fratello, un'ombra di livore nel tono della voce. « Si è trattato solo di un malinteso da parte di Ragnor »

Catarina assunse un'espressione seccata.

« Se è così lascia che se ne occupi lui. Non vedo perchè- »

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2019 ⏰

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