Un bel sogno

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Percy adesso stava versando lacrime amare impregnate di dolore, consapevole che non avrebbe più potuto baciarla, che non avrebbe più potuto asciugarle la guancia quando qualcosa non andava e che non le avrebbe più potuto tenere la mano. Nello stesso istante era però consapevole che Annabeth era forte, che sarebbe andata avanti, era sicuro che avrebbe avuto una vita magnifica e questa cosa lo rasserenò quanto bastava a conferirgli il coraggio per sfidare la morte. Solo al pensiero di lei che continua a vivere, che continua a vivere anche per lui, facendo le esperienze che non aveva potuto fare, gli si disegnò un lieve sorriso sul viso distrutto. Era pronto ad andare incontro al suo destino, ormai non piangeva più e pensò che tutto questo in realtà era giusto. Lo faceva per salvare il campo mezzosangue e le persone a cui voleva bene. Chissà se le parche avevano già tagliato il suo filo della vita. In ogni caso qualcuno di più potente decise che forse non era quello il momento di perdere un eroe così valoroso. Aveva aiutato così tante volte l'Olimpo e fortunatamente qualcuno lo riconobbe, o almeno così sembrava. Una luce dorata accecò il figlio di Poseidone che perse i sensi. Pensando ad Annabeth. Pensando che forse l'avrebbe rivista. Sognò Grover, Tyson, Chirone perfino il Signor D, ma tutto gravitava intorno a lui e alla figlia di Atena. Sognò un cielo stellato, loro due felici sdraiati mano nella mano sull'erba ricoperta di brina delle colline del campo mezzosangue. Gli occhi grigi di Annabeth brillavano di gioia. Sembrava quasi che riflettessero il bagliore delle stelle. Percy non era mai stato più felice di così ma improvvisamente cominciò a percepire un dolore fastidioso. Senza rendersene conto quel dolore cominciò ad intensificarsi fin quando non si svegliò di soprassalto.

Distanti, ancora || PercabethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora