Catene Immaginarie

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Non fu troppo difficile tornare al campo. Durante la notte sull'Olimpo era tutto tranquillo e Percy non ci trovava niente di strano. Non era uno di quei momenti in cui pensi "è tutto troppo tranquillo". Appena vide il cielo, più vicino del solito, si sentì come se potesse prendere il volo da un momento all'altro, come un uccellino scappato da una gabbia troppo piccola. Sapeva che Annabeth lo stava aspettando e questa era la parte migliore. Peccato che avesse paura. Quella era la parte peggiore. Aveva paura della possibile rabbia dei suoi amici per il fatto che non fosse scappato prima. Aveva paura di non riuscire ad arrivare al campo. Aveva paura di non farcela ad aspettare ancora. Era mentalmente molto stanco, le giornate in quella stanza erano terribilmente lunghe e mentre il tempo trascorreva inesorabile lui rimaneva fermo seduto in un angolo. Era come se il suo corpo fosse invaso da una magia che gli impediva di muoversi, a dispetto di quello che comandava la mente. Non riusciva a liberarsi da quelle catene immaginare. La gabbia non era intorno a lui ma dentro di sè. Alla fine non era stato difficile uscire da quella maledetta stanza, era stato difficile uscire dalla sua stessa maledetta testa. Si era convinto così tanto del fatto che non avrebbe potuto farcela a scappare da Afrodite che alla fine, proprio per questo, un'impresa relativamente semplice si era rivelata impossibile. Perché Afrodite non si era assicurata che Percy non riuscisse a scappare? Ma soprattutto: perché l'ha imprigionato senza pensare ad alcuna conseguenza di un suo possibile ritorno alla vita normale? Percy pensava che Afrodite fosse certa a tal punto che lui non riuscisse ad uscire che non si era curata del resto. Peccato che l'avesse sottovalutato. Ci è voluto del tempo ma è riuscito a rompere quelle barriere ed uscire e tutto ciò solo grazie al pensiero di poter finalmente rivedere Annabeth. Era passato diverso tempo da quando aveva chiamato l'ascensore dell'Empire State Building ed era pazientemente sceso fino al piano terra. Se n'era andato sotto lo sguardo inquisitore dell'ometto alla reception e aveva camminato indisturbato fino ad arrivare alla collina del campo mezzosangue. Perché a piedi? Aveva bisogno di pensare. Appena arrivato al campo però capì che pensare non era servito a niente.

Distanti, ancora || PercabethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora