18 ottobre 2010 (2)

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Sono davanti al campanello che indica il nome del padre di Alexander.

Quindi... Suono?

No, non suono...

Con un sospiro sollevo le maniche della felpa e osservo tristemente le mie braccia distrutte.

Eppure sono sicura di meritare tutto questo.

Sono proprio un fottuto disastro.

Faccio scivolare lo sguardo verso le finestre del primo piano.

Io - oh! -

Vedo Alexander fare capolino dalla terrazza e mi affretto a nascondere il braccio dietro la schiena facendo un sorriso.

A - hey! -

Io - ehm... ciao -

A - hai bisogno? -

Io - mi hai invitata a casa tua Xander! -

Lui sembra riflettere su quello che ho detto, poi assume uno sguardo addolorato.

A - scusami Dile davvero... non sto tanto... bene -

Gli lancio la mia migliore occhiataccia.

Io - ti sono di troppo? Non mi vuoi neanche a casa tua? -

A - no, è solo che non pensavo.... io... non sto bene -

Lo vedo chiudere la finestra.

- Xander - sussurro.

Non mi vuole più anche lui...

Mi impongo di non piangere.

- non qui cazzo, non qui - mi ripeto.

Giro l'angolo e per poco non sbatto contro una troia di IIIA.

Che ci fa qui lei?

Vuole vedermi piangere?

- we puttana, via di qua -

mi urla contro

Io come un'imbecille mi sposto pure.

La guardo mentre si allontana zampettando su quei suoi tacchi altissimi.

Suona al campanello di Alexander.

Io - oh merda - sussurro.

Alexander scende.

Si guarda in giro.

Avvolge una mano attorno al fianco della ragazza e rimangono li a

baciarsi.

È troppo.

Stava male eh?

Un cazzo, caro mio.

Corro via piangendo e mi precipito a casa.

Mi chiudo in bagno e prendo la lametta.

La mia lametta preferita...

È la migliore.

Un taglio perché ho fallito.

Un taglio perché gli ho risposto male

Un taglio perché ho pianto.

Altri due perché mi sono fatta calpestare.

Non mi prendo neanche il disturbo

di togliere il sangue che sta colando sul pavimento.

Sono troppo profondi.

Ho paura...

Vado in camera mia e apro la finestra della terrazza.

Appoggio le mani sulla ringhiera in pietra e guardo giù.

Non mi interessa più niente.

Sono sempre stata sola e lo sarò per sempre.

Fanculo mondo.

Fanculo prese in giro per il mio carattere.

Fanculo corpo.

Fanculo tagli.

Fanculo mamma.

Fanculo papà.

Fanculo Alexander.

Metto prima un piede e poi l'altro.

Chiudo gli occhi.

Ora sono in cima al mondo.

Sento le grida delle persone che urlano di fermarmi.

Macchine che frenano.

MPortiere sbattute con forza.

Altre urla.

No.

Mi spiace.

È finita.

Sorrido.

No.

Scendero' solo quando sarò morta, mentre il mio corpo cade in una pozza di sangue.

Salto.

Sono libera.

VITA DI UNA RAGAZZA BIPOLAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora