15 settembre 2010

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Oggi è il primo giorno di terza media.

Ho paura.

Paura di non farcela,  paura di non essere abbastanza.

Faccio un bel sospiro e varco il portone della scuola media.

Sto diventando veramente paranoica.

Nuova scuola, nuovi compagni, nuova vita, no?

Peccato che la mia vita non cambierà mai.

Non posso continuare a scappare da me stessa.

Percorro velocemente i due corridoi che mi separano dalla IIID.

È pieno di ragazzi e professori che stanno chiacchierando con i loro amici.

Come mi piacerebbe avere una persona a cui raccontare tutto quello che penso, che mi da fastidio, che mi spaventa.

Ritorno con la mente al presente.

Un ragazzo sulla destra mi sta fissando.

Odio quando fanno così.

Niente da fare, mi sta ancora fissando.

Cos'ho che non va oggi?

Sono brutta?

Sono grassa?

Sono cosa?

Lo so, per tutto, lo so.

Faccio schifo lo so!

E perché dovete continuare a farmelo notare?

Mi giro verso il ragazzo e lo fulmino con lo sguardo.

Lui mi guarda male e se ne va.

Fanculo.

Perché è così maledettamente difficile provare a essere gentili con qualcuno?

Dove sbaglio?

Mi scappa un singhiozzo.

Una ragazza davanti a me si gira ridacchiando e io faccio finta di canticchiare, sistemando le cuffie, da cui non mi separo mai.

Oops.

Mi hanno quasi beccata.

Mi devo dare una regolata.

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Guardo l'orologio per la ventesima volta.

Che palle.

Mi sto annoiando in un modo assurdo.

Potreste chiedermi quante sono le sbavature nell'ombretto viola della prof.

Che schifo.

- hey - qualcuno mi picchietta la penna sulla spalla.

Mi giro verso il ragazzo seduto nel banco dietro a me.

Credo si chiami Alexander.

Io - dimmi -

A - siamo insieme per il lavoro di gruppo di tecnologia -

Io - che lavoro? -

A - ricerca sulle fonti energetiche alternative - risponde Alexander

Io - ah. Evvai. Odio tecnologia -

Tutti gli altri si stanno spostando per unirsi ai loro compagni di gruppo, così anche Alexander sistema la sua sedia accanto al mio banco.

A - ho notato. Hai guardato la lavagna si e no 2 volte. -

Io - in compenso avrei qualcosa da ridire sulla cosmetica della prof -

Alexander ridacchia.

Cosa sto facendo?

Ho parlato? Cazzo.

Ho risposto a una domanda.

Miracolo.

Dio esiste.

Perché l'ho fatto? Io sono la ragazza fredda, diversa, sola.

Non rispondo mai, mi faccio insultare, picchiare, e adesso...

Ho parlato.

A - hey... Dile, ci sei? -

Apro gli occhi e metto a fuoco il ragazzo davanti a me.

Io - dimmi -

Alexander solleva un sopracciglio.

Io - sei strana, sei... diversa -

È come se qualcuno mi avesse appena tirato un pugno in pieno petto.

L'ho fatto di nuovo.

L'unica persona che era stata gentile con me...

Ho rovinato tutto.

Ha visto il mio sguardo perso nel vuoto, lo sguardo triste...

Ho rovinato tutto.... Tutto... Mi viene da piangere.

Voglio morire.

A - hey dile, stai bene? -

Lo guardo tentando un sorriso

Io - si - rispondo - sto bene -

VITA DI UNA RAGAZZA BIPOLAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora