1

667 22 0
                                    


Lui era l'arcangelo Michele; colui che aveva difeso la fede in  Dio contro le orde di Lucifero.
Michele, comandante delle milizie celesti, dapprima accanto a Lucifero  nel rappresentare la coppia angelica, si separò poi da Satana e dagli angeli che speravano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a lui, mentre Satana e le sue schiere precipitarono negli Inferi. L'arcangelo Michele era sempre rappresentato in forma di guerriero, con lunghi boccoli dorati e una lancia che portava sempre con sé. Ma non era questa la verità; lui in paradiso era fatto di luce. Una luce accecante tanto da bruciare i bulbi oculari, accompagnata dalla sua voce che - invece - era un suono assordante che spaccava i timpani a qualsiasi essere umano non credente.

Michele credeva di avere  una missione precisa.
Credeva che suo padre lo avesse mandato sulla terra e lui, quindi, aveva preso possesso del corpo di un  ragazzo disperato che voleva salvare solo la sua ragazza.
John Winchester; era quello il nome del ragazzo. E, in quel momento, era divenuto solo un contenitore da riempire. Tutto solo per presentarsi agli esseri umani che non potevano percepire la sua forma d'angelo.

Li sulla terra doveva combattere.
Era destinato a combattere con le unghie e con i denti; era un soldato di Dio. Uno  dei più potenti tra i quattro Arcangeli.

Era stato rispedito li,sulla terra per poter rimandare Lucifero nella sua gabbia,quella volta per sempre.
Suo fratello era il male,mentre Michele era il bene.
Lucifero era l'oscurità, Michele era la luce.
Insieme si sarebbero distrutti a vicenda,non andavano bene.
E...perché pensava in modo così incessante a quel suo fratello caparbio ?
Era -forse- un male amare così tanto suo fratello da soffrire per la sua mancanza ?
L'arcangelo non se ne capacitava.
Suo padre lo avrebbe accettato questa sua piccola follia ? Oppure avrebbe rispedito anche lui li all'inferno bruciando così le sue ali ?
Avrebbe sofferto, più di quanto non stava già facendo. Aveva appena iniziato a scoprire sentimenti nuovi, oltre a quella rabbia che covava nei confronti del fratello.
Lui, sempre fedele a suo padre, si sentiva di star sbagliando qualcosa.
Quei suoi pensieri vorticavano da un polo a un altro del suo cervello. Eppure, lui non era un tipo che pensava prima di agire. No, Michele agiva e basta. Per lui non esistevano "se" o "ma", per lui le cose andavano fatte sul momento e senza rimorsi, rimpianti.

Il suo sguardo guardava il nulla, non molto concentrato sui particolari di quella stanza piccola e spoglia.
I suoi pensieri erano troppi e temeva che la testa del suo tramite sarebbe scoppiata da un momento a un altro.
Non si doveva far trasportare dalle smancerie.
Un ordine era un ordine.
Michele doveva riportare Lucifero all'inferno e ce lo avrebbe rispedito a calci nel culo,se fosse stato necessario.
Non avrebbe esitato come l'ultima volta.
Doveva ucciderlo quel giorno, ma -invece- no.
Non ci era riuscito;  aveva pregato suo padre, giorno e notte, per lasciargli un'opportunità. Per lasciarlo in vita.
Non avrebbe tenuto sulla coscienza la morte di un suo fratello.
Soprattutto se questo era proprio Lucifero.

Spazioautrice

Prima michifer che scrivo.
Spero vi piaccia perché io mi si sono messa d'impegno per poter far uscire .... questo coso....chiamiamolo più un esperimento. Perché ultimamente mi sto avvicinando a questa coppia e praticamente non ci sono libri su essa (sono la maggior parte in inglese )
Enniente, fatemi sapere con un commento se ci sono errori o altro ;)

【 Bʟᴜᴇ 】Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora