»balla con me

246 70 21
                                    

era ancora notte fonda quando mi chiamasti e ammetto, che appena vidi il tuo nome sullo schermo, sorrisi. poi, però, mi preoccupai: non era da te chiamare al telefono, di notte, per di più.
mi affrettai dunque a risponderti e mi sentii immediatamente sollevato quando, dall'altra parte del cellulare, la tua risata faceva eco mentre mi dicevi di scendere sotto casa. la tua voce era euforica e piena di felicità perché io potessi dirti che ero troppo stanco, quindi mi affacciai dalla finestra.

ti trovai lì, sotto la pioggia, con lo sguardo rivolto verso l'alto, verso di me. mi affrettai a scendere le scale, preoccupandomi di prendere una felpa asciutta per te.
ricordo le mie imprecazioni nel vedere che tu ti ostinavi a non entrare in casa, ricordo le tue lamentele nel vedere che io non avevo la minima intenzione di cedere. ricordo il modo infantile con cui mi tendevi la tua mano, ricordo il tono della tua voce mentre mi sussurravi lentamente «balla con me.»

all'inizio non ero per niente intenzionato a farlo: eravamo nel pieno di gennaio, stava diluviando e io non sapevo ballare. ma appena i tuoi occhi si incastrarono nei miei, non potei fare altro se non afferrare la tua mano, molto più piccola rispetto alla mia, e avvicinarmi impacciatamente a te.

ero nervoso: ci conoscevamo da poco e avevo paura di fare una cattiva impressione ai tuoi occhi. ma a te non importava che io non sapessi ballare, a te importava ballare con me e basta.

mi sorridesti e i tuoi occhi si chiusero automaticamente in due piccole fessure.
eri così bello quella sera. i capelli bagnati ti ricadevano sulla fronte in modo casuale, accentuandone il colore arancione con cui erano tinti. la felpa larga che indossavi ti faceva sembrare ancora più piccolo.

poggiasti la fronte sulla mia spalla, iniziando a muoverti in piccoli passi, spingendo anche me a farlo.
iniziammo così a ballare insieme, sotto la pioggia, pur sembrando due coglioni. iniziasti a canticchiare sottovoce una melodia a me sconosciuta, finendo subito dopo ad intonarne anche le parole. mi colpì la tua abilità canora, ma non mi sorprese: ero sicuro che sapessi cantare, nonostante tu avessi sempre detto l'esatto opposto.

mi beai della tua voce e delle tue mani intrecciate con le mie e chiusi gli occhi, in modo da isolarmi dal resto del mondo e di pensare solo a te.

tornammo a casa bagnati fradici, raffreddati e infreddoliti, ma con un sorriso ebete stampato in faccia.

e, ogni volta che iniziava a piovere, io e te ballavamo con lo stesso sorriso e le stesse emozioni provate la prima volta.

«balla con me, Yoon.»

7 minutes // yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora