Countdown

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C'era un silenzio carico di tensione fuori dalle porte dell'infermeria. Da quando Madama Pomfrey aveva detto a Draco << La situazione è grave >> il ragazzo si era chiuso in sé stesso, seduto per terra con la testa tra le ginocchia abbracciandole come per cercare di tenersi insieme. Nessuno se l'era più sentita di chiedergli nulla, anche se erano tutti visibilmente preoccupati e in cerca di quelle risposte che, lo sapevano, per il momento non avrebbero avuto. Avevano provato a chiedere alla Preside, ma lei era stata irremovibile << Non è il momento. Non dovevate nemmeno saperlo >> riprendendo le stesse parole del ragazzo.

Così c'era chi camminava avanti e indietro, chi si appoggiava al muro in cerca di sostegno o chi come Ron cercava di consolare un'Hermione sconvolta.

Draco invece non era sconvolto, ma in lotta contro sé stesso. Era sicuro di non aver fatto abbastanza per ritardare l'inevitabile, com'era sicuro di voler passare altro tempo con lei. Sapeva di avere, anche se minimo, ancora del tempo, o una delle due donne, come avevano accordato, l'avrebbe fatto entrare. Fortunatamente non era ancora successo e di ciò ne era grato.

Alzò di poco lo sguardo solo per scontrarsi con i visi stravolti degli amici, ora capiva cosa volesse risparmiare loro Alexandra. Doveva spiegare come stavano realmente le cose, ormai era inevitabile, ma non se la sentiva almeno non in quel momento. Avrebbe aspettato di sapere come stesse la sua ragazza prima di dire alcunché. Se, come temeva, fosse stato troppo tardi non voleva usare gli ultimi momenti parlando con loro. Se invece, come sperava, almeno per quella volta si fosse salvata ne avrebbe parlato con gli altri. Tutto adesso stava nelle mani del destino.

Mentre pensava al da farsi, le porte dell'infermeria si aprirono e ne uscì la Preside McGonagall. In meno di un secondo fu circondata da un branco di ragazzi preoccupati, che chiedevano a gran voce informazioni sulla ragazza, mentre Draco se ne stava in disparte, paralizzato per la paura di sapere la verità. Provò a scrutare il volto della donna in cerca di una qualche informazione, ma trovò solo una maschera di stanchezza.

Quando si decise a parlare, sembrò che tutta l'aria venisse risucchiata dai suoi polmoni.

<< Per adesso è fuori pericolo, sta dormendo >> e mentre tutti esultavano per quella notizia, si girò verso Draco e continuò << Potrebbe essere questione di ore ormai >> disse con la voce incrinata. Gli altri si zittirono al suono della voce rotta con cui pronunciò quelle parole, capendo di aver vinto solo una battaglia, ma che stavano inevitabilmente perdendo una guerra di cui non capivano la causa.

Draco annuì incapace di parlare. Minerva lo guardò con comprensione, Alexandra era tutto per quel ragazzo, anche se non l'avrebbe mai ammesso e adesso la stava perdendo << Se hai intenzione di dir loro tutta la verità, ti conviene farlo adesso così saranno preparati >>.

Il silenzio che seguì fu interrotto qualche minuto dopo dalla voce incerta di Hermione << Draco ti prego, basta segreti, che cos'ha? >>.

Il ragazzo prese un respiro profondo per poi sospirare, non era pronto. Non doveva essere lui a raccontare loro la verità, doveva essere lei. Ma ovviamente nessuno sapeva se ne avrebbe avuto il tempo.

<< Avete ragione, dovete sapere ed è inutile tenervi all'oscuro di tutto ormai. Alexandra avrebbe preferito che ve lo dicessi dopo che... >> la sua voce si bloccò

<< Ma dato che avete assistito, avete il diritto di saperlo adesso. Però tenete le domande per quando avrò finito, non riuscirei nemmeno volendo a ripeterlo una seconda volta, perciò aprite bene le orecchie >>.

<< Draco, arriva al punto >> disse Theo.

E così prendendo tutto il coraggio che non aveva raccontò loro ogni cosa.

Posso io perdonarmi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora