DAMN GOOD BLUFFER pt.4

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Pov's Taehyung

Fu un giorno prima che partisse con Lim per la data dell'infiltrazione, che Taehyung si ritrovò fuori dalla porta dell'appartamento di Namjoon. Non sapeva esattamente il perché fosse in piedi nella piccola area del corridoio, fissando il sistema di sicurezza sul muro invece di premere il bottone per chiedere di entrare. Qualcosa sul fondo della sua mente gli disse che ormai era troppo tardi. L'orologio segnava le 23:00 eppure ecco lì, congelato sul posto. Potrebbe semplicemente girarsi e andarsene, ma non poteva. Taehyung ne sapeva il motivo, e gli bastò semplicemente questo.

Era terrorizzato, non avrebbe potuto affrontare l'idea di entrare nel territorio di Haedogje Pa senza parlare con Namjoon un ultima volta. Ecco perché era in piedi con la mano che si librava sopra il campanello e il cervello pieno di pensieri. Sentí il bisogno di mordersi il labbro e prima che potesse farlo premette il dito sul pulsante.

"Namjoon, sono io, Tae," disse, sporgendosi per parlare al citofono. "Ho bisogno di parlarti."

Taehyung lasciò andare il bottone è si allontanò rilasciando un sospiro pesante. Allungò la mano libera per massaggiarsi gli occhi. Era stanco, molto stanco. L'intera mattina era stata spesa in palestra e nel primo pomeriggio in una riunione. Taehyung aveva visto di nuovo Nam, era fottutamente fastidioso, aveva sentito ancora una volta l'uomo parlare di lui come se fosse un oggetto. Non gli era piaciuto, lo aveva fatto sentito a disagio, ma le suo parole sembravano suggerire che dopotutto aveva qualche possibilità di combattere. Il resto del pomeriggio aveva memorizzato le informazioni dell'ultimo minuto e si era esercitato al bersaglio, solo perché Hoseok aveva organizzato un'incursione.

Era questo. I tre mesi stavano finalmente arrivando al culmine, e Taehyung era terrorizzato.

Dopo forse dieci secondi di attesa sentì qualcosa dall'altra parte della porta. Passi. Poi la posta oscillò verso l'interno mostrando Namjoon appoggiato alla soglia. L'uomo indossava ancora i suoi abiti da lavoro e sembrava stesse ancora lavorando. La camicia era rugosa e libera dalla cintura dai pantaloni, dai suoi capelli neri sembrava più matto del solito.

"Non dovresti venire qui, Taehyung. Dovresti riposare prima del D-Day," spiegò Namjoon mentre studiava la sua faccia.

"Lo so, lo so, me ne vado subito, solo...Ho bisogno di parlare," rispose Taehyung lasciando cadere gli occhi ovunque tranne che sul suo viso. Gli ci volle un momento per reagire ma poi Namjoon si stava spostando per lasciarlo entrare. "Riguarda il D-Day."

"Ho pensato tanto."

Taehyung guardò la stanza per un attimo prima di decidere di restare accanto alla porta. Non aveva bisogno di togliersi le sparpe ed entrare, aveva solo bisogno di perdere tutto quel peso dal petto in quel momento. Respirò profondamente e lasciò il sospiro lentamente, rilevando l'inconfondibile profumo di jajangmyeong* dall'altra parte della stanza. Si, sembrava che Namjoon lo facesse ancora, mangiare cibo da sporto per risparmiarsi la fatica di dover preparare il pasto.

"Namjoon?"

"Si?" Chiese, rimanendo vicino alla porta visto che aveva capito non si sarebbe mosso.

"Pensi che io possa farlo?" Chiese Taehyung, cercando di non disturbare. "Voglio dire, sii onesto con me. Pensi che io possa farlo senza essere fottuto? Perché continuo a sentire la squadra dire che posso, che posso farlo, ma non lo so. Ho bisogno di sentirlo dire da te. Pensi che possa farcela?"

Namjoon non rispose immediatamente, non gli diede una risposta diretta e quasi spontanea. Taehyung ne fu contento, poiché non sentì le parole: "Si puoi" senza il minimo accenno di considerazione, non era un conforto per lui; stava soppesando i pro e i contro di tutto questo. Così quando l'uomo tacque e non parlò Taehyung sentì qualcosa di simile al sollievo. Dopo forse un minuti di spesso silenzio Namjoon si mosse per arrivare di fronte a lui.

HOUSE OF CARDS| Vkook 『traduzione ITA.』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora