Jungkook pov's
Era sempre lo stesso, giorno dopo giorno. Jungkook era stanco della monotonia, eppure lì non c'era niente che potesse fare per rompere quel ciclo infinito. Aveva provato molte cose e scoperto un desiderio disperato di trovare nuovi hobby per procurarsi un mite divertimento. Non è mai stato eccitante, non è mai nemmeno arrivato vicino all'eccitarsi. Questa non era la sua vita o le sue scelte, niente affatto. Lui stava giusto vivendo il futuro che era stato deciso per lui dalla nascita. Non era stato scelto come apprendista, pizzicato e curato da mani nutrienti e premurose. Non era una cosa che lui stesso aveva desiderato. No, era schiavo del suo futuro. E tutto perché era nato come figlio unico del capo della più grande banda organizzata della nazione. Era una maledizione che supponeva in alcuni riguardi. Eppure non lo aveva desiderato un solo giorno. Aveva più cose e attenzioni di quante ne avesse realmente bisogno. Quello che ha fatto potrebbe non essere stato il necessario, ma lo era sicuramente per vivere una vita sontuosa. Anche se non era rispettoso, la cosa non significava che aveva comunque tutto. Là qualcosa mancava, lo sapeva. Junkook però non sapeva cosa.
A volte la cosa che mancava sembrava piuttosto piccola, un leggero problema. Come quello di un dente mancante. Irritante e scomodo ma sopportabile. Lo poteva aggirare ma se lo sentiva sulla punta della lingua, il più delle volte però riusciva ad ignorarlo. A volte però lo sentiva più grande. A volte Junkook sentiva come un buco sul fianco, una ferita creata dalla lancia di Longino stessa. Era doloroso e sentiva quasi il bisogno di scavare con le dita nella pelle solo per verificare la presenza della ferita. Naturalmente non c'era niente, nessuna trincea massiccia nella sua tenera carne. Era tutto mentale, non certamente fisico. Jungkook non sapeva cosa fosse o come liberarsene, sperava solo che alla fine se ne andasse per concedergli la pace, ma ritornava sempre. La solita medicina per cacciarla era l'alcool, anche se ha scoperto che a volte peggiorava le cose. Occasionalmente si alternava tra una linea di Cocaina o una manciata di tranquillanti per cercare di cacciare via tutto. In mancanza, c'era sempre nell'attico della sua suite un corpo caldo che lo aspettava. Ma Jungkook sapeva che non poteva ignorarlo per sempre. Almeno aveva del lavoro per dimostrarlo in quel momento, però non era del certo il tipo.
Jungkook era seduto sul suo Mercedes-Benz S-Class proprio ora, mentre si dirigeva verso Mapo-gu. Non per lui esattamente ma più per suo padre. O almeno sugli ordini di suo padre. Il suo autista era davanti a lui come sempre, Jungkook usava solo un uomo. Lo stesso autista, e significava che poteva anticipare le rotte che avrebbe fatto, quindi aiutandolo a rispettare un programma, il nome dell'uomo era Yang e solo la parte posteriore della sua testa era visibile con il berretto nero che indossava come parte dell'uniforme. Seduto dall'altra parte del sedile posteriore e tecnicamente accanto a lui c'era un associato di nome Woo. Jungkook supponeva fosse un mentore di scorta anche se era difficile non vederlo come un babysitter quasi tutti i giorni. Dove andava, Woo lo seguiva. L'uomo non aveva collegamenti con le attività del gruppo tranne che per una specie di attività di contabile. Woo sembrava sapere esattamente tutto quello che succedeva all'interno di ogni distretto prima di chiunque altro. Ha usato questa meravigliosa abilità nell'assistere alla creazione o allo sterminio di eventuali transizioni e contatti. Quello era il motivo per cui era stato incatenato al suo fianco durante la giornata. Per assicurarsi che non facesse nessuna delle cavolate durante gli incontri. Se dovesse finire per farle Woo sarebbe li, proprio come sempre, dandogli consigli improvvisi e spesso indesiderati.
Come un serpente che ciondola giù dal pergolato di un albero per avvolgersi attorno a lui e intrappolato sul posto.
Jungkook non doveva forzatamente rispondere a Woo o addirittura cogliere il suo consiglio. Non c'era nulla che lo fermasse dal fare ciò che desiderava, ma c'era sempre una conseguenza piuttosto irritante. Suo padre lo sarebbe venuto a sapere e finirebbe seccato. Ciò significava ore di lezioni sul perché doveva ascoltare gli altri prima di prendere decisioni; sul come il loro impero era stato fondato sulla forza e saggezza di tutti, non solo di uno. Jungkook pensava che fosse una cazza poichè se tutto era stato creato assieme perché uno solo era attualmente in cima? Eppure suo padre glielo avrebbe detto come se avesse prove concrete e lui annuiva, alla fine suo padre aveva persino le sue decisioni in pugno.
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HOUSE OF CARDS| Vkook 『traduzione ITA.』
FanfictionJUNGKOOK è l'erede di un impero di massa, il più famoso di Seoul. TAEHYUNG é un debuttante di una squadra selezionata inviato per infiltrarsi e far crollare l'impero. "CONOSCEVI IL GIOCO E HAI GIOCATO, UCCIDI PER SAPERE CHE SEI STATO SCONFITTO" |CON...