Stecy POV:
Eccomi. Sono chiusa in camera mia. Metto il pacco sul mio letto. Lo guardo e lo esamino. Chissà che cosa c'è dentro. Sono proprio curiosa. Ma dovrò aprirlo solo quando sarà ora. Vabbé, aspetterò.
Sono le 13:48.
Per tutto il tempo sono rimasta lì a guardare il pacco. Continuo a chiedermi che cosa sia il contenuto. È così misterioso. Quasi, quasi lo apro.... No! Ma che dico?! Devo aprirlo solo quando saranno le 15:27. Non posso aprirlo ora! Disubbidirei alla raccomandazione di mio padre.
Ma chissà.
Forse un'occhiata potrò darglielo.... Tanto non se ne accorgerà nessuno. Solo una sbirciatina.... Gah! Lo vorrei aprire, ma c'è quel nastro rosso che lo avvolge. Non lo si può aprire senza lasciar traccia. Certo che mio padre è veramente furbo! Vorrei aprirlo, ma per farlo dovrò tagliare il nastro. Per mia fortuna, in cucina c'è sempre un paio di forbici, pronto ad'aiutarmi. Dovrò prenderli senza farmi scoprire. Esco e di nascosto vado in cucina. Noto che sul tavolo c'è un bigliettino. Lo prendo e comincio a leggerlo.
Allora, c'è scritto questo:
" Ciao, Stecy! Adesso non sono in casa. Sono uscito per fare qualche commissione. Tornerò stasera. Poi mi dici che te ne pare del regalo che ti ho fatto. Ciao, ti voglio bene!
Firmato: Papà. ".
Fantastico! Sono sola in casa! Quindi il papà non saprà mai che ho aperto il regalo prima del tempo. Sembrava una raccomandazione sacra, quella di aprirlo alle 15:27. Ma che c'è di tanto importante nell'aprire un pacco regalo proprio a quell'ora, mi spiegate?! Tornando a noi, apro il cassetto e naturalmente ci trovo dentro le forbici, in mezzo a posate e altri strumenti da cucina. Subito acciuffo le forbici, e vado in fretta in camera. Una volta arrivata, prendo il pacco e con le forbici taglio il nastro rosso. Una volta tagliato, lo levo via.
Ecco.
Ora il pacco si può aprire. Ora che ci penso, forse è meglio aprirlo nell'ora richiesta. Ma ormai la curiosità ha preso il sopravvento su di me. Devo sapere che cosa c'è dentro! E comunque ormai ho cominciato, è giusto portare a termine l'opera, in modo che tutto quello che ho fatto abbia avuto un senso. E così prendo un bel respiro, e lentamente apro il pacco. Non avete idea di quello che ho appena visto....
Un'uovo!
Mio padre mi ha regalato un'uovo! Ma com'è possibile? Dove l'avrà preso? Ma soprattutto, perché? Dopo tutti questi anni, che non ha fatto altro che regalarmi cose del tutto inutili, all'improvviso mi regala questo.
Un'uovo!
Comunque, tiro fuori l'uovo e lo esamino. È di un bel color grigio chiaro. Lo appoggio sul cuscino e, contenta come non mai, sprofondo sul mio letto e mi addormento.
Tempo dopo mi sveglio, spalancando i miei occhi come due oblò, sentendo un rumore, simile a qualcosa che viene rotto. Guardo la sveglia.
Sono le 16:20!
Subito mi volto, e noto che l'uovo non c'è più! Mi alzo di scatto, e vedo che è per terra, mezzo rotto. Sono appena spuntate fuori due gambe belle cicciotte. Ecco che vedo l'uovo rotolarsi, mentre forma una serie di piccole crepe, che sembravano formare una ragnatela. Dopo un po' di tempo che sto lì a guardarlo, comincio a pensare che forse il piccolo che è lì dentro non ce la farà mai a uscire da quell'uovo tutto da solo. Così prendo il piccolo e gli tolgo quel che vi rimane dell'uovo.
Sobbalzo.
Questo piccolo è qualcosa di mai visto! È una creatura dal pelo marrone-grigio, con due grandi orecchie, e sulla testa un picco. Ha due occhi grandi e neri, con l'iride gialla e naturalmente la pupilla nera. Il corpo è piccolo e tozzo, con due gambe e due braccia umanoidi. Dall'avambraccio, alle mani, il pelo è molto più scuro. Ha una coda corta; molto corta. Ma la cosa che mi ha più sorpresa è la sua bocca. Un becco color giallo pallido, a dir poco enorme. Sembrava una specie di Furby. E questo lo rendeva ancora più interessante ai miei occhi, dato che da piccola amavo quei giocattoli!
Io: Emh, ciao! Piccolino.
La creatura comincia a guardarmi, con aria interrogativa, inclinando la testa da un lato.
Io: Mi chiamo Stecy Burton. E tu.... Oh! Che sciocca! Ma tu non puoi parlare. Ah, ha, ah, ha!
Il piccolo, vedendomi ridere, mi rivolge un ampio sorriso.
Io: Però! Che bocca larga che c'hai! Aspetta un secondo. Bocca Larga.... Mmmmh.... Aspetta! Wide Mouth. Widemouth! No, anzi: MR. Widemouth! O anche Widee. Che te ne pare? Bello, no?
Il piccolo non mi ha detto nulla. Però mi ha risposto lo stesso, dato che ha allargato di più il suo sorriso ancora sdentato.
Io: Lo prenderò per un sì! MR. Widemouth!
Sto cominciando a ridere nuovamente, quando sento qualcuno bussare alla porta d'ingresso.
Io: Aspetta, Widee. Che vado a vedere chi è.
Detto questo mi avvio verso la porta e controllo dall'occhiello chi è.
È papà!
Subito gli apro la porta e lo abbraccio.
Papà: Tesoro! Che bello rivederti! Allora, ti è piaciuto il regalo?
Io: Oh, tantissimo papà! Ma che animale è? Da dove lo hai preso? È appartenente a una specie in via d'estinzione?
Papà: Eh, he. No. L'ho creato io, nel mio Laboratorio. E ho fatto in modo che nascesse alle 15:27. Per questo ti ho raccomandato di scartare il pacco a quell'ora. Lo so, è un po' malfatto. Ho cercato di fare del mio meglio nel crearlo. Ma durante la creazione, è successo un piccolo incidente, che dovrebbe avergli dato qualche difetto nella formazione del corpo. Tipo che ha due occhi esageratamente enormi, e poi ha due braccia troppo minuscole. Robe di questo tipo. Ma se non ti piace, vedo di farne un altro, ma questa volta senza difetti corporali.
Io: Scherzi, vero?! Lui è perfetto! Così com'è.
Papà: Davvero?
Io: Davvero! Perché non dovrei accontentarmi di quel che ho? Non dirmi che mi credi viziata!
Papà: Che?! No! È che tutte le volte che ti facevo un regalo, tu lo guardavi male, ecco.
Io: Papà! Non dirmi che a me, una ragazza di ormai dodici anni, piacciono: le squadre, le calcolatrici, i compassi, le provette e robe varie, vero?
Papà: Hai ragione, hai ragione. E me ne sono reso conto solo quest'anno che certe cose non ti piacciono. (Certo! Li ho trovati nella spazzatura!). Ti stai formando dei gusti tuoi. E dato che tu non frequenti tanto le altre persone, avevo pensato di crearti un amico tutto tuo. Spero ti piaccia! Certo, non è il cane che hai sempre desiderato, ma spero ti piaccia comunque.
Io: Oh, papà! Ma che dici? Certo che mi piace! No, anzi, lo adoro! Non potevi farmi un regalo migliore!
Detto questo, lo abbraccio ancora più forte. Poi mi scollo da lui. Ridiamo entrambi. Poi entro in camera mia. Vedo MR. Widemouth, che sta dormendo profondamente sul pavimento. Lo prendo e lo appoggio sul cuscino. Poi mi sdraio sul letto e mi addormento anche io, impaziente di vivere una vita insieme al mio nuovo amico.
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MR. Widemouth. Behind the Story.
Fanfic" Ormai tutti mi odiano. Ormai non ho più una famiglia. Ormai abito in un cimitero dove seppellisco i miei ricordi, e non più in quella calda casa nel Maine, poiché si è bruciata come per cancellare il mio passato, consapevole che ci sarà per sempre...