2. La prossima vittima

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Un'auto, bianca e blu con sirene spente sulla cappotta, è parcheggiata davanti al condominio. Sulla fiancata, la scritta "Polizia".

Tutto, quel giorno, sembra ricondurre alla notizia: maledetta notizia che giornali e telegiornali non fanno altro che ripetere.

Un poliziotto, un uomo bianco, di statura media e di corporatura robusta, sta in piedi di fianco all'auto spenta. Giocherella con le chiavi passandosele da una mano all'altra.

Sul cappello, che lascia intravvedere solo le basette di un colore tra il castano e il biondo, svetta il simbolo del corpo di polizia. Dietro agli occhiali, occhi neri fissano Dante. Le mostrine sulle spalle e sul petto sono il segno che chi sta lì, dinnanzi a lui, è un alto graduato.

L'ufficiale, quando vede Dante, fa qualche passo verso di lui e gli rivolge il saluto, un cenno del capo, e la parola.

<<Il signor Dante Accorsi?>> chiede il poliziotto mettendo in tasca le chiavi dell'auto.

<<Si, sono io>> risponde guardandosi attorno intimorito. <<È successo qualcosa?>>

<<Credo abbia sentito parlare dell'omicida che da settimane funesta la città>> inizia l'agente, mentre il cuore di Dante a quelle parole accelera.

<<Sì, come tutti>> balbetta.

<<Stiamo svolgendo delle indagini, cercando di anticipare le mosse dell'omicida...>>

Una pausa carica di significato. Per Dante, un lungo respiro tremolante. <<Crediamo che lei possa essere la prossima vittima designata>>.

<<Può... Può ripetere? Non credo di aver capito>> farfuglia Dante, tendendo il capo verso il poliziotto.

<<L'appuntato è andato a cercarla nel suo appartamento>> lo informa l'ufficiale avvicinandosi con fare rassicurante. <<Appartamento 6B, giusto?>> gli chiede mettendo mano alla ricetrasmittente.

<<Sì>> risponde Dante, incredulo, mentre la voce del poliziotto riverbera nella ricetrasmittente.

<<Il ragazzo è qui con me, collega. Torna pure giù>>.

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