Capitolo 35

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Basta! Fermati- dico ad Arron con il fiatone.
Rallentiamo il passo fino a fermarci del tutto.

Mollo la sua presa e mi butto per terra tenendomi la pancia.

Avremo corso almeno per mezz'ora senza fermarci.

Lo vedo sedersi di fianco a me e rivolgere il suo sguardo per terra.

Cerco di capire dove siamo e credo di trovarci vicino a una spiaggia.

Visto che si sentono i rumori delle onde.

-Cosa cazzo di dice la testa?- sbotta incazzato il russo.

Mi giro a guardarlo e lui continua- Con te non c'è da stare tranquilli neanche un secondo, se non fossimo arrivati noi, cosa cazzo avresti fatto eh?-

Con calma rispondo- Mi avrebbero sparata-

Mi guarda prima scioccato e poi si trasforma in una belva, i suoi occhi si sono scuriti di colpo.

-Vuoi morire?- mi urla addosso.

Mi prende per le spalle e mi scuote violentemente-Vuoi morire?Rispondi?- urla ancora.

Rimango impassibile al suo gesto e guardandolo dritto negli occhi rispondo-Non ho detto questo! Ma ti rispondo. Voglio morire? No. La domanda giusta è hai paura di morire?-

Si stacca da me come scottato e si alza.
Mi regala uno sguardo di fuoco e si passa una mano nei capelli dal nervoso.
Pare pensare a qualcosa e in questo momento vorrei scoprire di cosa si tratta.
La mia confessione lo ha turbato e molto.
Ma io sono questa.....

-Cosa è successo in quel vicolo?- mi dice duro.

-Mi sono allontanata da voi, e non so come mi sono ritrovata in un vicolo, poi quando stavo per ritornare indietro è sbucato fuori un uomo con un coltello, da dietro è arrivato un ragazzo che gli ha intimato di lasciarmi stare, a dir la verità lo ha minacciato, poi l'uomo se ne era andato, il ragazzo che si chiama Kevin ha iniziato a farmi delle domande, e io come al solito lo ho sfidato.
L'uomo di prima però era ritornato e con se quegli uomini che hai visto.
Erano tutti armati, e ce l'avevano con Kevin, non so il perché ma la sua famiglia c'entra qualcosa, da quel che ho capito.

E nulla poi io ho sparato e voi siete arrivati- dico gesticolando con le mani.

Aaron però mi guarda ancora dubbioso.
-E perché Kevin era in ginocchio?- mi chiede sospettoso.
Lo guardo dritto negli occhi e poi dico tagliente-Io non mi inginocchio per nessuno-

Mi prende delicatamente la mano, abbasso lo sguardo sulle nostre mani e lui le fa intrecciare.

-Andiamo- mi dice mentre si incammina.

-E dove? Non conosci neanche la città- gli dico mentre lo seguo.

-Oh si che la conosco! Ci sono venuto tante volte per affari-mi dice beffardo lui.

E in questo momento mi rendo conto di non sapere quasi nulla di lui.

Mi rabbuio per qualche secondo e lui lo nota.

-Che c'è?- dice alzandomi il viso che avevo abbassato.

-Nulla- dico guardandolo negli occhi.

𝐿𝒶𝓈𝓉 𝐻𝑜𝓅𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora