Capitolo 40

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-Hey, ragazza su svegliati- una delicata voce femminile mi arriva ovatta alle orecchie,
seguita da una carezza sul volto, così calda che per un secondo riesce a riscaldarmi da questa fredda e dura superficie su cui sono distesa.

Vorrei tanto aprire gli occhi, ma sono come sigillati, non riesco né a parlare ne a muovermi.
L'unica cosa che posso fare è ascoltare.
-Cara...- un' altra carezza. La sua voce è così soave e calda...
Sel su apri gli occhi
Non ce la faccio.
Non puoi non farcela tu sei l'unica in grado di farcela se non c'è la fai tu chi altro potrà farcela.... Alzati, non lasciarti andare.
Provo ad aprire gli occhi, ma niente.
-Ragazza chiunque tu sia devi alz- cerca ancora di dire la donna, ma viene interrotta bruscamente da uno sbattimento.
Sembra di una porta.
Poi dei passi pesanti avvicinarsi nella mia direzione.
-No, lasciatela. Non vedete che non si è ancora ripresa- urla la donna tenendomi stretta a sè.

-Taci donna, tu non ci servi più ora abbiamo lei- dice una voce sadica.
Chi sono? E cosa vogliono da me?
-È sono una ragazzina, lasciatela andare non ne avete abbastanza di ragazze?! Volete rovinare la vita anche a questa?!- continua la donna.

Ragazzina? Ahahahhahah se sapesse solo chi sono si rimangerebbe tutto, e poi la mia vita è già incasinata dalla mia nascita.
-Non abbiamo bisogno del tuo parere e ora stai zitta prima che cambi idea-
Dopo questa frase sento due braccia sottrarmi dalla presa della donna, queste sono fredde.
-No lasciatela!- urla.
-zitta!- e il suono di uno schiaffo echeggia nella stanza.
L'hanno colpita! Solo i bastardi alzano le mani su una donna.

Sento che mi trasporta fuori da quella fredda stanza, sta salendo delle scale.
Poi vengo appoggiata su una superficie morbida e calda, come un letto.
Inizio a spaventarmi, il mio battito accelerato del cuore inizia a procurarmi dolore al petto.
Poi un la punta di un ago perfora il mio braccio, e il buio più totale mi circonda di nuovo.







Pov's Aaron

Quanto tempo è passato? Un ora?, un giorno?, una settimana? Non lo so.
L'unica cosa che so è che lei non è più qui con me.
Mi manca, mi mancano i suoi richiami, la sua voce, la sua faccia da arrabbiata, i suoi occhioni da cerbiatta, il suo tocco, la sua risata.... mi manca lei.
Sento come se qualcuno mi avesse stappato dal petto il cuore, sento quel vuoto, seguito dalla consapevolezza di averla persa.

-Aaron- un tocco delicato va a posarsi sulla mia spalla ma non si avvicina minimamente al suo.
-La ritroveremo- sussurra in lacrime la sua migliore amica.
Resto di spalle non mi giro, non voglio che mi diano false speranze, io so chi l'ha presa e so che non c'è modo di ritrovarla viva.
La persona che mi ha cresciuto, che mi ha fatto diventare l'uomo che sono oggi è la stessa persona che sta causando questa mia sofferenza.

-È tutta colpa tua!!! Se non fosse stato per te lei sarebbe venuta con noi! E non l'avremmo mai lasciata sola!-lo sfogo improvviso di Joel, non fa altro che aumentare la rabbia verso me stesso.
-Tu!tuo padre! L'intera famiglia Skolov! Siete tutti uguali! Siete dei mostri! Pensate sempre a voi stessi e al vostra fottuta reputazione! Ti giuro Aaron ti giuro sui miei genitori che se non troviamo Selena sana e salva...io ti uccido- dice l'ultima frase con occhi iniettati di sangue.

-Ragazzi state calmi! Non mi sembra il momento e il luogo per queste sceneggiate- interviene Austin.
-Te non intrometterti- gli sbraita addosso Joel.

E ha ragione è tutta colpa mia, non dovevo lasciarla da sola e soprattutto avrei dovuto capire che era una trappola per allontanarmi da lei.

-Quindi spera per te che stia bene- dice infine dandomi una spallata e uscendo.
Soraya guarda contrariata Joel finché non esce dalla stanza, poi si gira a guardarmi,
-Aaron, non ascoltarlo non è colpa tua, anche se fosse rimasta con noi, come hai visto, pure noi saremmo usciti per via di quei messaggi- dice cercando di addolcirmi la pillola Soraya.
-in un modo o nell'altro sarebbe successo, era inevitabile- dice rassegnata prima di raggiungere Joel fuori.

Lascio la stanza e mi dirigo al piano di sopra, in camera mia.
E per la rabbia o per la frustrazione oppure per questa sensazione di impotenza che provo tiro un pugno al muro, poi un altro e un altro ancora voglio sovrastare questa sensazione col dolore.









Pov's Soraya

-Joel smettila di comportarti da bambino, pensi che sei l'unico preoccupato per Sel, guardaci lo siamo tutti, e soprattutto Aaron, tu credi che lui non la ami? Credi che sia solo un passatempo per lui? Si è messo contro suo padre per lei! Quindi dacci un taglio e collaboriamo tutti insieme.- provo a farlo ragionare.
-Non mi interessa di quello che prova quel bastardo, l'unica cosa che mi interessa è Sel, e per quanto ne sappiamo potrebbe essere già morta- dice tagliente accendendosi una sigaretta.
Lei non è morta, lo sento.

-La troveremo- sussurro dirigendomi dentro.

Vado a sedermi sul salotto sotto lo sguardo dei gemelli Pierce.
Mi passo una mano sul viso e sospiro.
Devo avvisare Anthony e Lucas.
Cazzo!
-Possiamo aiutare?- chiede quelli che dovrebbe essere Austin, sedendosi affianco a me.
-Non so come potreste... - sussurro asciugandomi una lacrima.
-Non preoccuparti , Selena è una ragazza forte vedrai che sopravvivrà finché non la troveremo- dice guardandomi negli occhi e appoggiandomi al suo petto.
Se solo sapessi che si tratta di tua sorella non saresti così calmo....

-Ragazzi! C'è un auto fuori dal cancello vuole entrare.- dice Joel precipitandosi da noi.
-Vado a chiamare Aaron- dico staccandomi.
Mi dirigo correndo verso le scale, le percorro e busso alla porta di Aaron

-Aaro- che cazzo hai fatto?!!!!- esclamo dopo aver aperto la porta.
-Esci!- afferma duro.
È di spalle, sudato, e affannato.
Mi guardo intorno e vedo un macello: tutto per terra, quadri, vasi, sedie, libri, pure il letto l'ha rovesciato.
-Ma ti vuoi dare una calmata?! Eh? Cos'è vuoi distruggere l'intera casa?!- dico cercando di avvicinarmi a lui.
-Esci ho detto!- sta volta urla.
Mi arresto sul posto.
-Come vuoi! Ma sappi che c'è un'auto fuori che vuole entrare!- dopodiché esco sbattendo la porta.

La sento riaprire mentre sto scendendo le scale, Aaron corre giù come un fulmine diretto fuori.

-Aprite il cancello- urla ai suoi uomini.

Lo seguo fino a fermarmi di fianco a lui seguita dai ragazzi.
Una Mercedes ultimo modello nero lucente fa il suo ingresso, non so perché ma ho un vuoto nello stomaco.
Mi porto la mano al ventre e stringo la maglia.
-Stai bene?- mi chiede Austin.
Sussulto improvvisamente non mi ero accorta che si fosse avvicinato così tanto.
-S..i si si ... sto bene- dico senza guardarlo.
Vedo con la coda dell'occhio che mi sta ancora guardando
Poi di scatto mi prende per il braccio mi gira.
Sgrano gli occhi a questo suo gesto.
-Quando ti parlo, guardami in faccia- dice a un millimetro dal mio viso, sento il suo respiro sulla mia guancia, lo guardo negli occhi, cerco di capire cosa vuole, sto per intimagli di lasciarmi il braccio quando lo sbattere di un sportello d'auto mi fa sussultare.
Mi giro di scatto così velocemente che per un'attimo i capelli mi finiscono davanti offuscandomi la visuale.
E che visuale ragazzi, Stephan si sta dirigendo verso la mia direzione alternando lo sguardo da me a Austin, che nel frattempo non ha ancora mollato il mio braccio.

Cazzo!

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 04, 2020 ⏰

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