Capitolo 3

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Quando uscii da scuola, andai a prendere Fell e appena tornammo a casa venimmo accolte dal profumino di una torta alle mele. Mamma la cucinava sempre quando a casa c'era il suo compagno Thomas...

<<Ciao bellezze>>

Come non detto, appena entrammo in cucina, io e Fell lo ritrovammo seduto vicino a mia madre.

Sorrisi calorosamente.<<Ciao Tom>>

Aveva un anno in più di lei, e dovevo ammettere che mamma avesse proprio buon gusto: occhi grigi, capelli ramati e un sorriso sempre stampato sul volto.

<<La torta è quasi pronta!>> disse mia madre, baciando la testolina di Fell.

<<Maureen, mi passeresti i piatti?>>

Sorrise. <<Certo>>

Adoravo Thomas anche solo per il fatto che riuscisse a farla sorridere. Amavo il suo sorriso. Me lo aveva tenuto nascosto per così tanto tempo dopo la morte di papà. Un piccolo sorriso che le faceva dimenticare per un attimo il lavoro in bilico e le bollette da pagare con i pochi soldi che avevamo. Avevo anche provato a cercare un lavoro e lasciar perdere l'università, ma lei riteneva lo studio una priorità e me lo aveva impedito. Quanto la ammiravo.

<<Chi vuole un pezzo di torta?>> disse mamma, che intanto la aveva tolta dal forno

<<Io!>> rispondemmo in coro.

Verso le 18.30, il bip del cellulare mi fece emergere dallo studio della fisica. Speravo fosse Christopher. Dopo ore in cui non si era fatto vivo, avevo iniziato a pensare che avesse cambiato idea e non volesse più uscire con me.

Lessi il nome, tirai un sospiro di sollievo e aprii il messaggio.

HEY :) SE NON HAI CAMBIATO IDEA, CHE NE DICI DELLE 8?

VA BENISSIMO ;) DOVE CI INCONTRIAMO?

CASA DEL CAFFÈ?

PERFETTO :) A DOPO ;)

A DOPO ;)

Appoggiai il telefono sul comodino e dallo specchio scorsi un sorriso ebete dipinto sulla mia faccia. Il mio telefono iniziò a squillare.

"Pronto Tiffany"

"Heilà, bella muchacha! Ci sono novità?"

"Si! Mi ha appena scritto!>> risposi, un po troppo esilarata.

"Che dice? Che dice?"

"Alle 8 ci incontriamo alla casa del caffè"

"Cacchio Sarah! Se non lo avesse chiesto a te, quasi quasi me lo sarei rubato"

"E che mi dici di Breth?"

"Pff... Lui ormai è acqua passata"

"Ma Tiffany! Ci sei stata solo per due giorni!"

Lo sapevo. Finiva sempre così.

"Sai com'è! Mi aveva stancata"

"Ma che strano!"

"Sarah, non dire niente! Ne abbiamo già parlato! Io sono una ragazza libera. Non appartengo a nessuno. Mi piace vivere la mia vita ogni secondo che passa"

"Lo so, lo so" la mia voce era rassegnata.

"Scusa ma ora devo andare. Stasera mi aspetto una nota vocale chilometrica su whatsapp! Voglio sapere ogni. Singolo. Dettaglio" disse scandendo ogni parola.

"Certo. Ciao Tiffy!" Sapevo che non sopportava quel soprannome, ma era troppo divertente provocarla.

"Non mi chiamare così" urlò "per oggi ti perdono. Ciao!"

Verso le sette, iniziai a prepararmi. Misi un po di eyeliner per aprire lo sguardo e una buona dose di mascara. Optai per una gonna corta a righe bianche e nere, e una canottiera nera che risaltava le mie forme. Infine indossai le mie abituali zeppe. Mi diedi un'occhiata allo specchio. Così sicuramente avrei fatto colpo.

Diedi la buonanotte a Fell e mi avviai in cucina, dove trovai la mamma seduta a tavola con il quaderno delle spese davanti a sé. Un ombra triste e preoccupata le oscurava il volto. Appena mi vide, si sforzò di sorridere e chiuse il quaderno.

<<Con chi esci?>>

<<Con Tiffany>>

<<Ok. Non tornare troppo tardi, devo andare da Lucinda alle 11.30>>

<<Mamma, va tutto bene?>>

<<Certo>> disse con un falso sorriso.

Mi rendeva molto triste vederla così e non poter fare niente per aiutarla. Tom le aveva detto tranquillamente che le avrebbe potuto prestare dei soldi, del resto era abbastanza ricco, ma lei non aveva accettato. Non potevo biasimarla.

Forse era arrivato il momento di farsi avanti. Di nascosto ovviamente. Se lo avesse scoperto mi avrebbe di sicuro preso a urla, ma non mi importava, non la volevo più vedere in quello stato. Tanto da poco avevo letto di un pub che offriva un lavoretto due giorni a settimana, dalle 6 alle 8. Sarebbe stato perfetto. Dovevo pure trovare uno stratagemma per darle i soldi senza che se ne accorgesse, ma a quello avrei pensato più tardi.

Le diedi due baci e andai a prendere l'autobus.

Lo prendevo sempre per andare ovunque. Papà mi ci avava portato la prima volta quando avevo 10 anni. Non mi volevo staccare da quella piccola parte di lui. Per quanto Thomas mi potesse piacere, nessuno avrebbe mai potuto sostituirlo. Lui mi aveva visto crescere, o quasi...

I miei pensieri volarono via appena vidi Christopher seduto sulla panchina della fermata dell'autobus per aspettarmi.

Che ne pensate? A breve pubblicherò il 4 capitolo :) Spero che questo vi sia piaciuto

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