4.

87 8 0
                                    

Sabato mattina mi sveglio in pratica quasi all'ora di pranzo, confermando in questo modo la mia pigrizia e la mia voglia di godermi con tutta tranquillità il tanto agognato week-end

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sabato mattina mi sveglio in pratica quasi all'ora di pranzo, confermando in questo modo la mia pigrizia e la mia voglia di godermi con tutta tranquillità il tanto agognato week-end. In effetti durante la settimana mi alzo regolarmente alle sette, in modo da potermi preparare con calma e andare a fare un'abbondante colazione nella mia pasticceria preferita prima di recarmi a lavoro, ma se devo essere sincera è un vero sacrificio per me impostare la sveglia ad un orario tanto assurdo. Se dipendesse dalla sottoscritta, devo ammettere che non uscirei assolutamente dal letto così presto. Tuttavia sono costretta, perché per raggiungere il mio ufficio devo anche prendere la metropolitana e quindi sono obbligata a calcolare attentamente i miei spostamenti per evitare di arrivare in ritardo.

In realtà io potrei benissimo presentarmi in studio pure più tardi, visto che non timbro alcun cartellino per annotare la mia presenza e non ricevo comunque i miei clienti prima delle nove. Però la nostra politica aziendale ci obbliga a recarci in ufficio con un'ora in anticipo nel caso in cui dovessero tenersi eventuali riunioni con i dirigenti e di conseguenza, se voglio mantenere il mio posto di lavoro e non suscitare soprattutto la collera di Mr Micols, mi devo attenere necessariamente al regolamento della società. È abbastanza raro dunque che durante i normali giorni feriali possa beneficiare di meritati momenti di riposo mattutino, perciò quando capita mi trasformo in una vera pantofolaia e faccio invidia perfino alla Bella Addormentata. In sostanza, come dice sempre mio padre per prendermi in giro, dormo più dei materassi.

Ma la sensazione di stare al caldo sotto le coperte e non di non avere alcun pensiero assillante su cui concentrarmi è davvero impagabile, quindi non è sempre facile per me abbandonare quel bozzolo protettivo senza lamentarmi o protestare. Perché so che appena scosterò le lenzuola dal mio corpo non solo morirò di freddo, ma dovrò anche tornare alla vita vera. Quella in cui devo pagare le bollette, preoccuparmi dell'affitto, risolvere i miei problemi esistenziali e discutere con mia madre. Dunque mi sembra abbastanza palese da cosa dipenda il mio odio nei confronti della sveglia: tanto per iniziare quel fastidioso suono ripetitivo infrange i miei sogni, poi mi obbliga ad affrontare la realtà e infine mi introduce in un nuovo giorno fatto di potenziali delusioni. Meglio stare a letto, rannicchiarsi sotto le lenzuola ed illudersi di poter sfuggire a questo mondo crudele. Però le cose cambiano quando arriva il week-end, perché finalmente si può pensare solo a se stessi e al proprio benessere. Per questo motivo i miei fine settimana sono programmati totalmente all'insegna dell'ozio e la mia giornata di solito si svolge in maniera abbastanza semplice: mi alzo ad orari assurdi, subito dopo faccio colazione – o addirittura direttamente il pranzo – con un paio di donuts al cioccolato comprati venerdì sera al negozio di Maggie, mi rilasso poi sul divano e alla fine passo tutto il pomeriggio guardando la televisione. Così recupero gli episodi delle serie che ho lasciato in sospeso, mettendomi in pari e preoccupandomi successivamente di leggere gli spoiler delle prossime puntate. Ogni tanto invece, quando devo soddisfare la mia parte masochista, dedico il sabato sera allo yoga. Ottengo comunque scarsi risultati, visto che non sono assolutamente portata per lo sport e non sono nemmeno molto coordinata. Ma la mia ritrosia nei confronti di questa particolare pratica meditativa dipende soprattutto dal fatto che non riesco proprio a capire come stare a testa in giù per un quarto d'ora possa aprire i miei chakra, liberarmi dallo stress e dalle sensazioni negative che affollano la mia mente. Sinceramente continuo a farlo solo perché, durante il mio periodo di shopping compulsivo e terapeutico post rottura con Tom, ho speso centinaia di dollari comprando tappetini e corsi videoregistrati. È un peccato quindi non sfruttarli. Alcuni week-end infine li trascorro coccolandomi davvero: faccio un bel bagno rilassante, sistemo una decina di candele profumate sul bordo della vasca e sorseggio vino direttamente dalla bottiglia. Niente TV, niente tecnologia e niente guide spirituali che mi consigliano di assumere posizione assurde per scogliere muscoli potenzialmente inesistenti. Siamo solo io, l'acqua calda, la schiuma bianca, un buon libro e dell'ottimo vino rosso. Quando finisco passo poi a ricoprire il mio corpo con delicate creme alla fragola ed intanto indosso una qualche maschera idratante, acquistata dopo aver visto miracolosi spot pubblicitari che mi illudono di poter avere un viso brillante proprio come quello delle modelle. È piuttosto raro invece che mi dedichi alle pulizie, ma capita che nei periodi morti – mentre aspetto magari che l'ennesima maschera antirughe faccia effetto o che lo smalto ai piedi si asciughi – mi venga voglia di riordinare il mio armadio. Allora sistemo i vestiti che ho ritirato dalla lavanderia durante i pomeriggi precedenti, dopo essere uscita dall'ufficio. Certe volte cambio addirittura le lenzuola e lucido i soprammobili con qualche prodotto recuperato a caso dall'armadietto del bagno, sebbene sia davvero inconsueto per me occuparmi delle faccende domestiche durante i miei giorni di pausa lavorativa. Anche questa mattina quindi non è un'eccezione e quando mi sveglio non posso fare a meno di pregustarmi la mia imminente giornata di relax, rigirandomi all'inizio sul letto e decidendomi poi di alzarmi per fare una doccia quando mi rendo conto che sono le undici passate. Non posso perdere troppo tempo, perché voglio portarmi avanti con le ricerche per Mr Reyes e soprattutto devo recuperare le sitcom che ho lasciato in sospeso lo scorso fine settimana. Mi stiracchio allora come un gatto, mugolo qualche parola senza senso e trovo il coraggio di lasciare finalmente le mie calde coperte. Mi ritrovo perciò a mezzogiorno ad ingozzarmi di ciambelle, seduta sul mio sofà. Per l'occasione indosso una comoda tuta grigia di flanella, ho legato i capelli in un comodo chignon e porto ai piedi delle simpatiche pantofole a forma di cagnolino. Niente potrebbe rovinare questo momento di tranquillità, a parte ovviamente il suono del mio cellulare.

With Love - #1LoveLetterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora