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Qual è la cura per un cuore spezzato? Come si può andare avanti quando il proprio mondo sembra cadere a pezzi? Quando tutto ciò in cui si credeva risulta essere solo un'enorme bugia? Come si può tornare alla vita di prima, facendo semplicemente fi...

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Qual è la cura per un cuore spezzato? Come si può andare avanti quando il proprio mondo sembra cadere a pezzi? Quando tutto ciò in cui si credeva risulta essere solo un'enorme bugia? Come si può tornare alla vita di prima, facendo semplicemente finta di nulla, quando si scopre davvero cos'è l'amore e cosa significa essere finalmente felici?

Forse sembrerò esagerata e alquanto melodrammatica, ma da quando ho chiuso ogni rapporto con Richard mi sembra quasi di non riuscire a respirare. Mi sento vuota, sola e confusa. Come se avessi perso la voglia di andare avanti, come se mi trovassi ferma ad un punto senza avere la minima idea di quale direzione prendere adesso. Non so cosa fare, come superare questa situazione e ritrovare la mia bussola interiore. Eppure mi sono sempre vantata di essere una donna indipendente e capace di affrontare ogni circostanza, però in questo caso mi sto dimostrando davvero una pappamolle. A mia discolpa posso dire di non aver mai provato certi sentimenti e non credevo possibile che potessero influenzare così tanto la mia esistenza, tuttavia dopo la delusione che ho provato a causa di Richard non riesco a scrollarmi di dosso questa sofferenza mista ad apatia che sta condizionando in pratica ogni istante delle mie giornate. Non riesco a fare finta di niente, riprendendo a godermi la mia quotidianità archiviando semplicemente questi mesi in un angolo sperduto della mia mente. Non ho nemmeno quella magica pistola usata dai Men in Black – ovvero il neuralizzatore – per sparaflasharmi e cancellarmi la memoria, dimenticando non solo i miei migliori momenti con Richard ma soprattutto la vergogna che ho provato dopo la sua forzata confessione. Mi sento spaesata, stupida e imbarazzata. Mi sono ridotta come la protagonista di un'assurda commedia romantica di seconda categoria, che dimostra in generale la sua scarsa caratterizzazione e si comporta in ogni caso come un'idiota. Oppure in alternativa potrei assomigliare all'eroina di uno di quei romanzetti rosa eccessivamente smielati, che passa il tempo a deprimersi e a farsi mille ragionamenti mentali di dubbia intelligenza. In pratica sono patetica, piagnucolante e capace soltanto di strafogarmi con le mie amate ciambelle per reprimere il marasma di sensazioni che si arrovellano nel mio cervello: rabbia, disperazione, tristezza, vergogna, depressione.

Perché permettiamo agli uomini di ridurci così? Perché permettiamo alle nostre delusioni amorose di diminuire tanto drasticamente la nostra autostima e farci sentire sbagliate? Perché dobbiamo dare tutte noi stesse alla nostra ipotetica anima gemella di turno per poi ricevere in cambio solamente bugie e insoddisfazioni?

Io mi sono sempre reputata una persona logica e matura, capace di ragionare lucidamente in ogni circostanza e ponderare le proprie azioni in base alle evenienze. Ciò nonostante adesso con gli occhi arrossati a causa del pianto, con i capelli aggrovigliata in una massa indistinta e con un pigiama di flanella trasformatosi ormai nella mia personalissima armatura sembro tutt'altro che una donna forte e determinata. Una donna sicura di sé, razionale e pragmatica. No, sono uno straccio. Mi mancano solo i bigodini e una vaschetta di gelato in mano per completare questa immagine poetica di me stessa, questa versione così assurda della donna che mi sono sempre ripromessa di non diventare e puntualmente mi ritrovo ad essere dopo l'ennesimo fallimento collezionato nella mia vita.

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