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Forse vi risulterà un po' difficile da credere, considerato il mio attuale carattere e soprattutto la mia professione, ma nonostante le apparenze non sono mai stata una persona molto perspicace

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Forse vi risulterà un po' difficile da credere, considerato il mio attuale carattere e soprattutto la mia professione, ma nonostante le apparenze non sono mai stata una persona molto perspicace. Tanto per capirci, nonché per essere del tutto sincera, io ero la tipica bambina che credeva follemente a Santa Claus. Ogni vigilia di Natale, per i primi quattordici anni della mia vita, mi sono sempre premurata di preparargli un bicchiere stracolmo di latte caldo e un piatto con i migliori biscotti al cioccolato che posizionavo strategicamente vicino all'abete decorato. Aspettavo il suo arrivo con trepidazione e più di una volta ho sperato di poterlo incontrare, anche se a casa mia non c'era alcun camino dal quale potesse calarsi per poter consegnare i miei doni e mio padre chiudeva la porta di casa con almeno due serrature diverse. Sì, chiamatemi pure tonta. Non mi offendo.

Inoltre, come se tutto questo già di per sé non bastasse a chiarirvi la situazione e a darvi un quadro generale riguardo la mia sagacia, posso affermare anche con un certo imbarazzo che io ero la classica adolescente sfigata del liceo. Quella che in pratica si fidava ciecamente delle sue presunte amiche, senza capire i loro secondi fini, e si scioglieva per un patetico "Ti amo" sussurrato con vergogna da un ragazzino brufoloso con il solo intento di farsi passare i compiti. In realtà, per ovvi motivi che non starò qui ad elencarvi nel dettaglio, ero abbastanza insicura quando andavo a scuola. Vi basta sapere che non mi sentivo a mio agio per colpa del mio peso e all'epoca la mia autostima si trovava ai minimi storici, perciò le poche attenzioni che ricevevo mi facevano sentire davvero importante. Ero talmente ingenua che pensavo di aver trovato sul serio compagne sincere, dolci e altruiste. Invece erano streghe che mi prendevano palesemente in giro e si approfittavano di me senza alcuna pietà, copiando i miei perfetti appunti e sfruttandomi come loro insegnante personale. Crescendo purtroppo non sono cambiata e così, dopo essere stata la sfigatella cicciona del liceo, mi sono ritrovata a diventare la tipica stagista che ammirava con sincera stima i propri colleghi e seguiva i loro ordini con cieca obbedienza senza immaginare però che i diretti interessati potessero ostacolarmi a causa di stupide invidie o rancori immotivati. Sì, sì. So cosa state pensando. Sono stata un po' patetica quando ero più giovane, non posso darvi torto. Adesso scommetto che vi faccio perfino tenerezza. Ma non credo sia sbagliato cercare sempre il lato positivo, sia nelle cose che nelle persone. Forse si ottengono più delusioni, però è davvero triste e alquanto deprimente aspettarsi costantemente il peggio. Non fa per me. Io poi non sono mai stata una tipa pessimista, oltretutto mio padre mi ha insegnato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Soprattutto se era pieno di cioccolata calda.

La mia eccessiva bontà comunque non mi ha mai aiutata a relazionarmi correttamente con gli altri e anzi molto spesso mi ha perfino penalizzata, perché mi ha resa alquanto debole e fragile. Una ragazzina facile da sfruttare, condizionare ed ingannare. È per questo che tuttora molte persone, tra cui mia madre – che ovviamente tende sempre a sottolineare i miei difetti, spingendomi quasi a farmi sentire in colpa – e in alcuni casi lo stesso Mr Micols, non perdono tempo nel farmi notare quanto a volte io possa essere ancora inopportunamente ingenua. Insomma, la classica donna credulona. Quella che può essere fregata semplicemente con qualche parolina gentile, un paio di moine e promesse vane.

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