Capitolo cinque

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"Luke!"

Corsi verso il ragazzo, che mi guadava stranito, come se tutto l'entusiasmo del 'resta' di quella mattina fosse già andato a puttane. Dovevo semplicemente dargli un libro che mi ero ritrovata nel mio zaino e che portava il suo nome scritto all'interno, una cosa del tutto normale.

"Che vuoi, Hunt?" mi chiese lui, con una nota di cattiveria nel suo tono.

Mi immobilizzai davanti a lui, stupita. Cos'era successo al Luke di poco prima? Dentro di me si stavano formando tante voci: erano crudeli, perfide, mi rinfacciavano la verità in continuazione. Gli servi per le ripetizioni, ti sei illusa, stupida.

"Il tuo libro..." balbettai, avvicinandomi a lui.

"Mh." afferrò il libro che tenevo nelle mie mani, gettandolo nell'armadietto.

Cinque ragazzi sbucarono fuori da dietro la fila degli armadietti, raggiungendo Luke. Erano stati loro, a cambiarlo. Cosa avevano potuto dirgli di tanto cattivo per farlo tornare ad essere quello di pochi mesi prima?

"Hemmings, non ti sei ancora liberato di questa qui?" un ragazzo dai capelli corvini si avvicinò a me, prendendomi il mento tra il pollice e l'indice. "Non sei un cazzo per lui, bambina."

Mi divincolai dalla sua presa, guardando Luke negli occhi. Era davvero questo che lui diceva di me? Troppe domande e, come sempre, nessuna risposta.

"Hai sentito, no, Clemmie?" sorrise saccente il biondo, sfidandomi con gli occhi. "Nulla." ribadì, squadrandomi da testa ai piedi.

Presi un respiro profondo, mentre i miei occhi si riempirono velocemente di lacrime. Non potevo piangere davanti a Luke Hemmings.

Non gli risposi nemmeno, semplicemente mi girai e andai via, sentendo la testa girare, e le lacrime rigare il mio viso.

Clementine Hunt, sei stata usata ancora.

"Oddio...stai bene?"

Alzai lentamente gli occhi verso il ragazzo che aveva appoggiato una mano sulla mia spalla.

"Sì." mormorai, mentre rivoli bagnati segnavano le mie guance.

"Non è vero." sussurrò lui. "Vieni." mi prese la mano, trascinandomi in bagno. Avevo visto quel ragazzo girare per i corridoi tante volte, ma non sapevo nulla di lui. Sapevo solo che aveva i capelli colorati ogni mese in una maniera diversa, e le labbra rosse spesso aperte in un sorriso.

"Come ti chiami?" mi chiese, aiutandomi a sorreggermi sul lavandino mentre mi sciacquavo la faccia.

"Clementine." singhiozzai io. "Tu?"

"Michael Clifford. Sei in terza b, vero?"

Annuii lentamente: "Tu?"

Fece un piccolo sorriso: "Quarta c. Stai meglio?"

Scossi la testa, scoppiando nuovamente a piangere. Perché stavo così male per Luke Hemmings? In fondo, lo sapevo benissimo. Sapevo cosa sarebbe successo, sapevo che mi avrebbe abbandonata. Perché per me lui non era semplicemente un amico? Perché mi ero illusa di valere qualcosa per lui?

Le braccia di Michael mi contornarono la schiena, cullandomi lentamente: "Dobbiamo tornare in classe. A chi ti posso lasciare?"

"Ashton Irwin." mormorai stringendomi tra le sue braccia.

"Andiamo." mi prese la mano, guidandomi all'entrata della mia classe. "Ci vediamo, Clems."

Feci un cenno con la testa, ma proprio mentre se ne stava andando lo presi per il polso: "Aspetta!"

Lui si girò verso di me, sorridendomi: "Dimmi."

"Vieni qui alla ricreazione, se ti va."

"Ci sarò." mi lasciò una stretta calorosa sulle mani. "Tu aspettami qui." e si allontanò. Entrai quindi in classe, e Luke era seduto al posto di prima. Ashton corse subito verso di me, vedendo il mio stato, e mi abbracciò. Non chiese spiegazioni, probabilmente sapeva già tutto. Non era difficile cosa poteva essere successo a me, Clementine Hunt, per piangere.

Fui io a staccarmi da quell'abbraccio, andando a prendere tutta la mia roba al banco accanto a quello di Luke. Non uno solo sguardo gli avrei più rivolto.

"Clemmie, ti posso spiegare." disse duramente Luke di punto in bianco.

"Non chiamarmi più così." sibilai. "Mai più."

"Ti prego, lasciami spiegare, Clemmie. Sono perso senza di te, e lo sai."

Alzai lo sguardo verso di lui, guardandolo con quanta più rabbia avessi in corpo: "Tu sei perso senza di me perché adesso perderai l'anno, Luke Hemmings, a te non frega di nessuno. E io sono stanca."

"Avrebbero continuato a rompermi i coglioni se non avessi detto quello schifo, Clem!"

L'ennesima lacrima scivolò sul mio viso: "E così hai preferito mantenere intatta la tua immagine e distruggere la persona che tiene di più a te nel mondo." le parola uscirono senza controllo dalla mia bocca. "Stammi bene, Luke."

Mi allontanai da lui con lo zaino sulle spalle, lasciandomi cadere a peso morto sul banco vuoto accanto ad Ashton, dopo che quest'ultimo aveva obbligato il malcapitato a sedersi vicino a Luke.

"Devo sapere il motivo di queste lacrime o lo so già?" mi sorrise il riccio, premuroso come sempre.

"Lo sai già." mormorai, nascondendo il viso tra le mani. Nessuno mi avrebbe più uccisa come Luke aveva appena fatto. E questa era una promessa.

"No, Luke, no!"

Il biondo e il piccolo fratellino  stavano rincorrendo la rossa per tutto il giardino di casa Hemmings, lanciandole gavettoni a raffica. Luke mirava e lanciava i palloncini pieni d'acqua, mentre Sean si occupava delle pistole ad acqua. Erano tutti e tre bagnati ormai, ma l'accanimento verso la ragazza era qualcosa di unico. La rossa credeva di essere in salvo quando qualcuno le prese il polso, trascinandola verso di lui, cadendo però rovinosamente per terra.

Luke la guardava con una strana luce negli occhi, le guance arrossate per gli sforzi e un sorriso divertito stampato sul viso. Clementine appoggiava completamente il petto a quello del ragazzo, lasciando le gambe stese sull'erba tra le sue. Le guance della rossa erano dello stesso colore dei capelli per ben altro motivo, mentre i suoi occhi vagavano in quelli celesti del biondo.

"Sei forte a correre." sorrise lui.

"E tu a lanciare gavettoni." ricambiò la rossa. Si guardarono ancora negli occhi, senza dire una parola, socchiudendo gli occhi, avvicinandosi. Le loro labbra riuscirono appena a sfiorarsi prima che la voce del fratellino di Clementine li interruppe.

"Bleah! Sono toppo piccolo per queste cose!"

I due si guardono ridendo, prima che il ragazzo aiutasse la rossa a tirarsi in piedi. Non ne parlarono mai più di quel giorno, ma entrambi erano quasi sicuri di aver avuto l'intenzione di baciare l'altro.

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Ehi bellissime :3

grazie davvero a tutte, siete insostituibili!

da questo capitolo la storia comincia a cambiare, in meglio o in peggio si saprà c:

un bacio,

Ale xx

Lou xx

Ash xx

Lost boy || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora