- Ricordami perché mi sono lasciata convincere a venire qui con te. - borbottai, tirando lo striminzito abito nero che Kenna mi aveva prestato più in basso sulle gambe.
- Perché sono la tua migliore amica. - sentenziò lei, facendomi l'occhiolino. - E anche perché non puoi passare tutto il tuo tempo incollata al divano bevendo birra con Noah! -
Eravamo giunte davanti ad una sgangherata palazzina di mattoni su cui si leggevano a malapena le sbiadite lettere "ZBZ".
- In più, - proseguì imperterrita la mia amica. - questa è la confraternita per ragazze più rinomata del campo e se voglio fare colpo devo essere impeccabile. -
Le rivolsi un'occhiata confusa. - Ancora non capisco cosa questo abbia a che fare con me. -
Lei alzò gli occhi al cielo. - Tra un mese e mezzo tornerai in Australia, non vuoi qualche piccante storia da raccontare a Rachel e Susan per farle diventare verdi d'invidia? - domandò lei, riferendosi alle due ragazze che avevano dovuto disdire il viaggio all'ultimo minuto.
- Sono in uno dei posti più belli al mondo, credo che avrei trovato qualcosa da raccontare anche senza dovermi strizzare in questo vestito e partecipare ad una festa di una dannata confraternita di una stramaledetta università a cui non andrò mai. - replicai acidamente.
- Qualcuno è sceso dalla parte sbagliata del letto questa mattina. - ridacchiò un ragazzo, passando accanto a me e alla mia amica e rivolgendoci un ghigno, prima di sparire all'interno della confraternita.
- Lui era carino. - sentenziò Kenna, alzando le spalle.
- Oddio, andiamo a questa dannata festa... - alzai gli occhi al cielo.
- Questo è lo spirito giusto! -
- ... prima entreremo, prima potrò squagliarmela. - conclusi io, prendendola sotto braccio e trascinandola dentro.
- Ehi! Questo non è lo spirito giusto! - protestò lei.
- Questo o niente, Kenna. - sbuffai.
- Me lo farò andare bene. - ammiccò, lanciandosi nella pista da ballo e lasciandomi sola in mezzo ad una folla di sconosciuti.
----------
Ero seduta su quel maledetto divanetto da mezz'ora. E non era neppure comodo.
Sbuffai e finalmente mi decisi ad alzarmi per andarmene (con o senza Kenna), quando qualcuno mi volò letteralmente addosso, rovesciandomi il suo drink sul vestito.
- Mi dispiace così tanto! - esclamò il ragazzo, aiutandomi ad alzarmi. - Ehi, aspetta, io ti conosco! Sei quella che ho visto all'ingresso! -
Osservai prima il mio vestito, poi lui, poi nuovamente il mio vestito. Kenna mi avrebbe uccisa.
- Mi chiamo Max, comunque. - sorrise lui, porgendomi la mano. - Mentre tu sei? -
- Completamente ricoperta di punch. - risposi acidamente.
- Si chiama Charlie. E non fare caso al suo atteggiamento: le feste non le piacciono. -
Certo, la mia amica scompariva per tutta la sera e poi riappariva miracolosamente proprio quando il suo vestito veniva imbrattato dal cretino di turno. Che avesse una specie di radar?
- Quindi magari ho una speranza di convincerti a prendere un caffè con me da un'altra parte? - domandò lui, con un sorriso sfacciato.
- No. - risposi io, proprio mentre la mia amica esclamava un convinto "SI!".
- Nessuno si rende conto che il mio vestito è zuppo di punch? -
- Quello è il mio vestito. - precisò Kenna. - E per farti perdonare devi decisamente andare a prendere un caffè con questo ragazzo. -
STAI LEGGENDO
Latte e menta [5sos]
Fanfiction- Testiamo quanto tu sia una brava investigatrice, Grace. -, le rivolsi un sorriso malizioso. - Ti racconterò la storia di come io e papà ci siamo conosciuti, ma cambierò i nomi di tutti i protagonisti, tranne il mio, ovviamente, e starà a te capire...