Come presenti

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Non era tempo di pensare o di pentirsi. Non era tempo di ricordare. Era tempo di correre. Duemila anni. Duemila anni e forse sarebbe riuscito ad amarlo di nuovo. Duemila anni ed avrebbe stretto ancora una volta il suo corpo slanciato fra le sue braccia. Lo aveva visto. Ne era sicuro. Più volte era stato deluso, convinto di averlo afferrato, per poi trovarsi in mano solo un pugno di farfalle. Ma questa volte era lui. I soffici capelli castani adagiati sulle tempie, sembrava ieri quando li accarezzava dolcemente, sul loro letto nel wall rose. Aveva scorto i suoi occhi smeraldini, sembrava passato così poco da quando lo fissavano con ammirazione ed amore. La sua pelle olivastra era sempre la stessa sembrava quasi mettere in risalto gli occhi stupendi. Sembrava ieri che Eren era suo. Ma duemila anni non si contano sulle dita. E l'eternità non si può neppure immaginare.

Il colore dei ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora