E tu lo accarezzavi soddisfatto. La sua folta chioma castana era soffice fra le tue dita. E sorridevi. E lui ti guardava sornione. Avevi aspettato così tanti anni per godere ancora della sua amata presenza. Più di duecento ne erano passati, da quando vi eravate incontrati, e tu ti eri posato sul suo faccino. Ma quello era stato un momento passeggero, e non hai potuto godere della sensazione del suo calore che per pochi giorni, fino alla fine della tua breve vita. Ora avevate anni davanti, tanto tempo insieme. Ma non era il tipo di momento che desideravi. Perché non puoi chiacchierare con un gatto. Eren era rinato come il tuo micio, passavate le giornate insieme, lui ti stava sul torace e tu leggevi libri. Era un gatto bellissimo, dal corpo agile e castano, gli occhi smeraldini. Eppure tu aspettavi ancora il momento in cui sareste rinati umani. Entrambi. Insieme. Eren gatto era tenero e casto come amore, un amore basato solo sulla forza dei vostri occhi, di leggervi le emozioni come un libro aperto. Ma anche così finì troppo presto. Un gatto longevo vive sui venti anni di vita, venticinque se va bene. Eren morì a ventitré anni. Era nella sua cuccia, quella che avevi cucito tu in lana e feltro quando ancora aveva pochi mesi. Era morto mentre lo accarezzavi. Stavi leggendo il tuo libro come tuo solito. La tua mano massaggiava la pancia di Eren. Le sue fusa erano rumorose, era vecchio, ma neanche un micetto poteva fare fusa così gioiose. E tu lo accarezzavi come d'abitudine. E ti sei accorto di quanto quel gesto fosse importante, di quanto ti sarebbe mancato il suo pelo soffice, solo quando hai sentito il silenzio. Hai guardato Eren. Era accoccolato, le zampette sul viso e la coda afflosciata.
Non ronfava più.
E allora lo hai guardato sgomento per qualche minuto, forse per ore. Poi hai cominciato ad urlare. Come mai fatto in vita tua. Urlavi come un ossesso. Urlavi con le mani pigiate dolorosamente sulle orecchie e le fauci spalancate. Ti strappavi i capelli, ti stringevi il petto finché non sanguinava, laddove il cuore si stava straziando. E continuavi ad urlare. E le lacrime ti solcavano il viso, erano salate. Ed amare. Bagnarono te ed Eren. E allora ti buttasti per terra, e continuasti a strillare. Ad inveire contro il mondo. Contro te stesso. Contro qualunque cosa tu vedessi e provassi. Urlasti fino al giorno dopo. Quando dalla bocca usciva solo un rantolo strozzato. Ma le lacrime continuarono. Continuasti a piangere per tutta la settimana, non mangiasti e non bevesti. Somigliavi ad uno spettro. Lo spettro di una vita passata. E questo eri.
È così dolce ed allo stesso tempo drammatico, che la maledizione che mi permette di vedere Eren, la maledizione che dovrebbe darmi la più grande felicità esistente, mi trascina in una lenta tragedia. Lacerandomi giorno per giorno. Come un'agonia.
Questo pensasti quando il tuo cuore smise di battere.
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Il colore dei ricordi
Fanfiction"Sono duemila anni che ti cerco, duemila anni che bramo le tue labbra, il tuo sorriso, duemila anni che ti amo. Duemila anni da quando siamo morti." Come un fantasma, l'amore di una vita passata, perseguita Eren e Levi, in una dolce agonia (La mort...