Ricordi rossi

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Ti chiamavano soldato Ackerman. Pilota Levi Ackerman.
Anno 1945. Sorvolavi una città col tuo aereo. Il tuo era un ruolo semplice, dall'alto del tuo veicolo pigiavi un bottone, sganciavi una bomba, uccidevi civili.
Non ti è mai piaciuto. A nessuno piace. Ma dovevi.
Quella mattina il cielo era limpido. Non eri stato segnalato e le sirene non avevano suonato.
Poi non c'era una nuvola e guidare era semplice. Stavi per sganciare la prima bomba. Appoggiasti il dito sul pulsante di rilascio. Calcolasti altezza e potenza della bomba.
1...
2...
3...
Pigiasti.
La bomba scese in picchiata.
Era veloce. Precisa.

Ma tu non avresti dovuto guardare.
Eri alto nel cielo.
Eppure lo vidi.
Un ragazzo bellissimo, gli occhi verdi e i capelli gonfi. Aveva la divisa da scolaro.
Era impossibile...
Eppure sembrava guardarti.
E sorrideva.
"Eren..." sussurrasti inpanicato.
Il giovane chiuse gli occhi e tese le braccia come in un abbraccio.
Un abbraccio che non ricevette mai.
non sentisti neppure il frastuono.
Il rumore del tuo cuore era più assordante.
Il ragazzo sparì, fra polvere, fiamme, rimasugli di ferro e detriti volanti. Scomparse in un alone di morte.
Non avesti neppure il tempo di scoppiare in lacrime.

L'aereo si schiantò. 
Moristi.
Come tanti.
Vittima.
Assassino.
Vincitore.
Perdente.
Senza fine.

Il colore dei ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora