Luogo: Coste di Mutsej/Mar Isoleo
Lja
Il viaggio fu lungo ed estenuante, perdemmo diversi uomini, caduti per la fatica lungo il passo delle montagne di Toqajv, oscuro e silenzioso quanto arido e freddo.
Io non proferii parola per tutto il percorso, calavo la testa se qualcuno mi parlava e nulla più.
La mia schiena era a pezzi, le mie fragili gambe chiedevano pietà, mi sentivo tanto stanca che credevo di poter morire anch'io, a ogni sosta temevo che non avrei più riaperto gli occhi una volta chiusi. Per fortuna tenevo con me la bambola di Nagii, la guardavo e mi tornava il sorriso, il pensare ai giochi che facevo con lei, alle nostre risate, mi dava forza.Inutile dire che la nave non ci fu donata da Akhraz, la rubammo a un mercante in pieno giorno, lungo le coste di Mutsej, guadagnandoci una nomea persino peggiore di quella che già avevamo.
Peccato solo che queste cose sembrassero importare solo a me.I mercanti del piccolo continente di Mutsej non erano molti ed esportavano solo pesci e stoffe cucite a mano.
La particolarità di questo luogo risiedeva proprio nella sua semplicità.
La gente lì viveva specialmente di pesca e amava il mare e le sue creature.
Per tradizione, ogni dieci pesci pescati, uno di loro veniva benedetto e allevato. I nati dai pesci benedetti sarebbero stati poi rilasciati fra le acque, cosicchè gli oceani potessero ripopolarsi e il danno arrecato con la pesca, potesse venir perdonato.Stavamo solcando le tranquille acque del Mar Isoleo con la nostra gigantesca nave mercantile, quando salii sul ponte e mi appoggiai con le braccia alla fiancata destra, respirando la dolce brezza marina. Ammirai le nostre grandi vele, dipinte di un azzurro brillante, rappresentante il porto di Wavallia.
Colore che quasi si confondeva con quello del cielo.
Nonostante gli sforzi di mio padre di prendere il vento, la nave era naturalmente molto lenta e traballava ad ogni isolotto evitato, cosa che contribuì ad accrescere il mio già presente senso di vomito.
Si, soffro il mal di mare.Per fortuna, qualcosa distolse il mio pensiero dal malore, era un canto dolcissimo che sembrava provenire dall'acqua, avvenimento che fortemente caratterizza questo luogo.
I pescatori di Mutsej sostennero per lungo tempo che questa voce sarebbe stata causata dall'antica battaglia navale di Ijm.
Ijm è una piccola isola, ormai in rovina, che secondo la leggenda era anticamente abitata solo da donne: giovani e belle fanciulle le quali usavano trascorrere il proprio tempo a filare e a cantare, allietando la traversata dei marinai di passaggio.
Ma la sanguinosa guerra fra tendryan ed Erixtov per il possesso di Hadm, combattuta via mare proprio lungo quelle acque, avrebbe tuttavia coinvolto e raso al suolo Ijm.
Pertanto, il canto che eccheggia nel mar Isoleo, non sarebbe altro che quello delle fanciulle morte nel disastro, il cui spirito è ora un tuttuno con l'acqua. Elle continuano, come in vita, ad allietare il passaggio dei marinai.In verità, oggi tutti sono a conoscenza del fatto che sono i draghi d'acqua ad emettere questo suono. Creature semiacquatiche di natura benigna le quali usano le vibrazioni sonore per comunicare tra loro, onde che dall'esterno appaiono simili ad un nostalgico canto.
La vera storia della caduta di Ijm rimane invece tutt'ora avvolta nel mistero."È incredibile, vero?" Domandò d'un tratto una voce.
Un assassino tendryan sconosciuto mi si avvicinò, prendendo a guardare le isole all'orizzonte.
Mi voltai leggermente verso di lui, mostrando un colorito tutt'altro che sano per via della nausea, che aveva ripreso a tormentarmi."..Quanto la religione riesca a comandare sulla mente degli uomini." Continuò.
Aveva un cappuccio a mezzo viso e non riuscii a distinguerlo bene.
Non capivo perché avesse deciso di rivolgere proprio a me tale discorso, ma le sue parole mi sorpresero, non credevo che avrei trovato qualcuno che la pensasse come me qui.
Decisi comunque di agire con cautela e non esprimermi a riguardo, ascoltando cosa aveva da dire."Non credi in Akhraz?" Gli chiesi.
Lo vidi sorridere, guardava ancora davanti a sé.
"Forse esiste, forse no. Ma io credo solo a ciò che mi dà certezze, non illusioni." Pronunciò calcando il timbro sull'ultima parola, quasi con disprezzo.Notai che parlava a voce bassa, forse temendo il giudizio del resto dei nostri compagni di viaggio. Se fossi stata solo un pò più lontana, probabilmente non avrei sentito nulla.
"Perché combatti con noi, allora?" Domandai, incuriosita.
Girò stavolta il suo sguardo verso di me, mi si avvicinò più del dovuto e mi sfiorò sotto il mento con una mano."E tu invece? Tu perchè combatti?" Rigirò la mia domanda lasciando scivolare le sue dita affusolate lungo il mio collo, come se volesse tastare la freschezza della mia pelle.
Indietreggiai, sentendo per un attimo il cuore tremare."Una ragazza come te in guerra, che utilità potrebbe avere se non quella di soddisfare gli istinti animaleschi di qualche nostro soldato?" La sua espressione era piuttosto seria, ma il suo tono vagamente divertito.
Io rimasi inorridita."Mi dispiace deluderti, ma temo tu mi abbia confusa con tua madre."
Risposi per le rime, piuttosto offesa da tanta arroganza.Mi allontanai da lì, lasciandomi dietro qualche risata di chi aveva udito le ultime parole del discorso e andai a soddisfare il mio istinto animalesco di vomitare.
Lui non osò aggiungere altro.Dopo mesi in mare, giungemmo finalmente alla nostra meta.
Eravamo a Zibaw, la Terra del Sole.
Noi, che eravamo tanto attaccati alla luna, non vedavamo l'ora di profanare e saccheggiare questa terra perfetta.
Era forse questo il vero motivo per cui qualcuno come il miscredente con il quale ebbi il dispiacere di conversare sul ponte, aveva deciso di unirsi alla nostra causa.
Affondare la lama nella carne e nel sangue dei nostri odiati nemici e derubare le ricchezze della capitale, quante più potessimo trasportare, per poi tornare a Toqajv da veri signori.Ma queste sono solo utopie.
STAI LEGGENDO
Le Cronache di Hadm -La dinastia dei Kohah (PARTE PRIMA)
FantasyGuerra, soppressioni, finti buonismi, ricerca del potere, inganno, amore, coraggio, desiderio di rivolta. Ricorda il mondo, ricorda la vita. Uno scenario a noi familiare quanto simile alla cruda realtà del mondo di Hadm, che vive uno dei momenti più...