Capitolo 3 Facciamo conoscenza!

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'Che schifooo!' Bucky era stato preso di striscio, tra il viso e la spalla, da uno schizzo enorme di vomito.

'Lo aveva detto di non salire a bordo, se non eravamo sicuri di star bene...che macello!' Thor guardava, disgustato, la strumentazione ed il pavimento sporco, mentre Bruce era andato di corsa in bagno, a rimettere pure lui, per il ribrezzo.

Quella mattina, la Tyler effettuava il suo primo volo ed aveva chiesto se qualcuno di loro volesse partecipare, spiegando che avrebbe sollecitato il jet, eseguendo figure alla massima velocità, per comprendere limiti e possibilità del mezzo.

Aveva chiarito che, a volte, quel tipo di accelerazioni non erano semplici da tollerare per il fisico umano e aveva domandato se avessero fatto una colazione abbondante, per evitare brutte sorprese.

Tony e Sam, capita l'antifona, avevano soprasseduto, preferendo osservare l'esibizione da terra.

Thor, Steve, Bucky e Banner, diversamente, erano voluti andare. L'asgardiano, biondo e scultoreo, aveva un fisico spettacolare ed una grande resistenza, Barnes e Bruce erano curiosissimi e la mattina prendevano solo un caffè.

Rogers aveva fatto subito sì col capo, senza una parola; non avrebbe mai perso un minuto in compagnia della collega giacché quest'ultima si era presentata con una tuta blu fornita dall'Agenzia, elasticizzata, che ne faceva risaltare le curve, una ad una, e non era riuscito a smettere di fissarle le tette, il divin culetto e, soprattutto, il monte di Venere, in evidenza fra le gambe. Era ipnotizzato da quella visione e, ogni volta che la guardava, arrossiva come un adolescente. Almeno con la barba lunga, si notava poco.

Buck se ne era, comunque, accorto; aveva preferito non esprimersi in merito, gli sembrava fosse tornato il vecchio Cap che conosceva, in quella situazione. Gli aveva suggerito, tuttavia, di rimanere a terra, poiché l'amico fraterno aveva raccontato di essere venuto alla base, diretto, dai festeggiamenti terminati all'alba, previo passaggio nella tavola calda che abitualmente frequentava. Dato che l'appetito di Steve era insaziabile in ogni campo, immaginava cosa avesse potuto ingurgitare, solo poche ora prima. L'altro se ne era fregato, anzi aveva portato sul Quinjet una merendina.

Rafflesia li aveva ammoniti di tenere le cinture allacciate e di reggersi, ed aveva eseguito un insieme di acrobazie: un giro della morte e diverse manovre più complesse, abbinate fra loro.

I colleghi erano elettrizzati; Thor esaltato e Bucky a ruota.

Bruce, infervorato, vedendo che si approssimava il momento dell'atterraggio, l'aveva pregata di compiere un'altra figura.

Solo Rogers, in quei frangenti, era rimasto zitto. Barnes aveva notato che fosse diventato verde, in viso. Aveva iniziato a sudare e si teneva una mano sulla bocca. Non aveva fatto in tempo a chiedergli se si sentisse bene, poiché il Tenente, acconsentendo alla richiesta di Banner, si era buttata in un avvitamento. Già al primo giro a testa in giù, Steve aveva spruzzato, dalla bocca, un fiotto di liquido giallastro, di fronte a sé. Ed aveva continuato a vomitare l'impossibile, che, col movimento del velivolo, si era sparso in ogni dove.

Gli Avengers avevano iniziato a sbraitare, incavolatissimi; era chiaro che il Capitano ci avesse dato sotto parecchio, col cibo. Dai rimasugli mal digeriti succo d'arancia, caffè, pane tostato, uova strapazzate e bacon, probabilmente dei pancakes.

La Tyler, per fortuna incolume, aveva mantenuto la calma, quasi se lo aspettasse ed a suo modo fosse preparata. Era atterrata, prima possibile, ed era corsa al bagno del jet, per prendere dei tovaglioli per aiutare Rogers. Bruce ne usciva, leggermente provato.

'Steve, come ti senti?' aveva chiesto, gentile.

L'uomo era ricoperto di poltiglia, dai capelli fino alle scarpe. Puzzava, in maniera nauseante. Provò a pulirlo.

Il figlio degli Avengers (L'amore di Steve Rogers)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora