Non c'è niente di meglio, io, lui, il mare e la luna.

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Martina pov's
Mario mi comincia a baciare lentamente, fa scorrere una mano sul mio sedere e l'altra sul mio seno, mi causa la pelle d'oca.

Chiede il permesso con la sua lingua che io acconsento.

Mi prende in braccio e mi porta fuori dall'acqua portandomi fino in spiaggia, mi stringe con le sue braccia muscolose.

Tira fuori dal suo zaino un telo che distende di fretta e ricomincia a baciarmi con foga. I suoi baci passano dalle mie labbra al mio collo per poi scendere in mezzo ai seni fino alla pancia.

Mi tiene i polsi in su con una mano, la mia schiena si inarca.

<M Mario> dico ansimando, lo guardo, mi sta lasciando dei piccoli lividi sulla pancia <Per me è la prima volta> dico insicura, ho paura della sua reazione. Lui mi guarda e mi bacia l'orecchio <Tranquilla> mi sussurra.

Le sue mani scivolano sul mio corpo come se avessero già confidenza. Mi toglie delicatamente gli slip, si mette il preservativo che prende dalla tasca dello zaino ed entra in me.

Spinge piano, lo ansimo, mi mordo il labbro inferiore per il dolore e per il piacere.

Guardo lui, sopra di me, piccole gocce d'acqua fredde ricadono sul mio corpo scivolando giù.

<Dimmi se ti faccio male> io mi agito, è piacevole ma anche doloroso <Mi fai solo bene> dico soffocata.

Segue un orgasmo, lui si sdraia affianco a me, mi abbraccia e mi stampa un ultimo bacio sulla fronte prima di rimettersi le mutande.

Mi copro la faccia imbarazzata <Che hai?> Chiede sorridendomi <E che mi vergogno> <Non ti devi vergognare> mi toglie le mani dal viso e me lo accarezza stampandomi altri baci sul collo.

Guardo le stelle e la luna, stasera sono particolarmente belle. Si accende una canna che ci passiamo.

Comincia a canticchiare <Ho più di così,non puoi dirmi che sei tu quella che sbaglia per crescere. Tu mi ripari quando fuori c'è tempesta,baby benvenuto al party,casa mia è una festa> il suo volto è illuminato dal chiaro di luna <Hey ma quelle sono le mie parole> dico sorridendo <Mi hai fatto venire l'idea per un testo> io chiudo gli occhi.

Non c'è niente di meglio, io, lui, il mare e la luna.

Ludovica pov's
Mi stacco dalle sue labbra umide e guardo il mare.
<Ludo> i miei occhi si riposano sul suo viso <Andiamo in un posto> lui mi prende per il polso senza lasciarmi il tempo di rispondere, prende il suo zaino e mi porta con sè.

Cominciamo a camminare, ormai non gli chiedo neanche più dove andiamo, c'è qualcosa che mi spinge fidarmi di lui.

Si ferma davanti ad un motorino <Cosa vuoi fare?> Lui mi guarda e mi fa un sorrisetto <No, Diego, non penserai di rubarlo?!> Lui mi tappa la bocca con una sua mano <Shh, no, lo prendo solo in prestito> io incrocio le braccia in segno di disapprovazione.

Tira fuori dal suo zaino una forcina per capelli e con una manovra riesce ad accenderlo, sale in sella.

<Beh non vieni?> <Sei malato, se ci vedono ci arrestano> dico con tono fermo <Dai muoviti se non vuoi rimanere a piedi> mi guardo in torno e decido che non è il caso visto che è tutto vuoto e non c'è nessuno in giro.

Mi aggrappo forte a lui <Ma almeno sai guidarlo?> Chiedo dubbiosa <Certo> sgasa a tutto volume, giusto per non dare nell'occhio.

La brina fresca di mare mi accarezza i capelli ricci, la felpa mi sta morbida lasciandomi una spalla scoperta. Appoggio la mia testa a Diego. Non avrei mai pensato di scappare di casa e di stare su un motorino rubato con un ragazzo che conosco a malapena, ma che mi sembra di conoscere da una vita.

Mi perdo nei pensieri e alla fine arriviamo sotto un palazzo rovinato e graffitato.

<Dove siamo?> Lui spegne il motorino e mi apre la porta col vetro rotto, poi entra con me e accende la luce alle scale.

Io lo seguo, va sempre più su.
Apre una specie di botola dal soffitto dalla quale esce una scala <Vieni, sali> mi prende la mano e mi aiuta a salire la scala ripida.

Esco dal tetto. Mi toglie il fiato, si vede tutta la città, il mare e la luna.

<Allora?> Mi abbraccia di dietro prendendomi per i fianchi <È bellissimo> <Qui vengo quando voglio un po' fumare da solo> lui si siede sul cornicione del tetto, dietro stende il telo mare
<Ma tu vuoi morire?> <Dai, vieni, tranquilla> mi fa segno di sedermi e si accende una sigaretta, comincia a guardare il cielo. Appoggio la mia testa alla sua spalla.

Poi comincia a respirare a fatica <Diego, tutto bene?> Comincia a tossire e io vado nel panico, lui non parla, diventa bianco, si sdraia per terra e sviene.

<Oddio Diego, Diego> lo scuoto, mi guardo intorno e non c'è nessuno. Poi riapre gli occhi <Nel mio zaino ci sono delle pastiglie dammele> io cerco le pastiglie e gli e le do senza vedere per cosa sono.

Le prende e la faccia comincia a riprendere colorito <Mi hai fatto prendere un infarto!> Lui si alza la maglia e noto un aggeggio attaccato alla pancia <Cos'è?> Chiedo curiosa <Ho il diabete> mi esce un semplice e banale "ah" rimango impietrita. Un ragazzo così giovane non dovrebbe averlo...

<Beh dai, ti sta bene quell'affare tutto sommato> dico per sdrammatizzare, lui mi sorride <Sei un angelo> mi accarezza il viso <Il mio angelo> comincia a baciarmi con foga.

Non ho mai limonato con Matteo. È strano, la sua lingua così calda e viscida si aggroviglia con la mia e ballano un valzer stupendo insieme.

Mi sfila via la felpa, poi la maglia facendomi rimanere in reggiseno.

Mi blocco <No, Diego, non sono pronta> <Stai tranquilla> scorre le sue labbra sulla mia pancia, il piercing è freddo e fa contrasto con il suo corpo.

Lui si siede e si slaccia i pantaloni, io gli salgo a cavalcioni, e lui comincia a esplorarmi.

La mia mano finisce sempre più giù, si sfila le mutande <Io non ho mai fatto una sega> dico imbarazzata, lui si mette a ridere <Cosa ridi> <Ti a aiuto i io> dice a scatti col fiatone

Lui è completamente nudo, cerco di guardare il meno possibile li sotto, mi sento a disagio.

Gli afferro saldamente il membro e comincio a muovere su e giù la mano <M metti l'altra q qui> mi mette l'altra mano dove il membro non era coperto.

Lui comincia ad ansimare, poi fuoriesce un liquido biancastro, presumo sia venuto.

Lo lascio e si sdraia con le mani incrociate dietro la testa <Sei stata brava per essere la prima volta> io rimango in silenzio, non posso credere a quello che ho appena fatto.

<Ti chiamerò mani di fata> dice ridendo <Vaffanculo> mi sdraio affianco a lui, poi lui si gira su un lato per guardarmi <Sai, sei più bella della luna stasera> <Adesso non esagerare> dico un po' imbarazzata <Te lo giuro. Non ho mai incontrato una come te> io gli sorrido e lui mi scosta una ciocca di capelli da davanti al volto.

Mi abbraccia dalla vita, chiudo gli occhi. Mi sento protetta con lui al mio fianco.

Ho Portato Il Mare A MilanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora