CAPITOLO X

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Parte III: capitolo 10 di 15

Passammo due giorni tranquilli al centro medico di Will: avevo bisogno di tempo per rimettermi così come Rose aveva bisogno di un po' di pace dopo quei cinque giorni d'inferno

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Passammo due giorni tranquilli al centro medico di Will: avevo bisogno di tempo per rimettermi così come Rose aveva bisogno di un po' di pace dopo quei cinque giorni d'inferno. La sua asma non era peggiorata ma nemmeno migliorata. Hannah le aveva prestato soccorso un paio di volte con inalatori e AL ma nulla di preoccupante. Avevo assistito a scene orribili mentre, impotente, imparavo ad accettare la malattia di Rose e quindi sembrava che le cose fossero finalmente migliorate dal momento in cui il suo petto non batteva più a suon di tosse forte e profonda come tuoni e respiri spezzati per tempi infiniti. L'AL, con la sua "aria pulita" la aiutava a riempire i polmoni e non per metà polvere, ma "solo" aria, e mi sembrava surreale poterla vedere riprendersi così in fretta.

"Dovremmo andare a cercare Claire", disse Rose durante la colazione. Era seduta davanti a me mentre prendeva a forchettate la sua torta di carote.
"Non credo" risposi in disaccordo con le mie stesse parole. Era il buon senso a guidarmi in quel momento.
"Vuoi lasciarla prigioniera di quei fulminati sotto l'ampolla?"
"Potrebbe non essere più lì", dissi con la bocca piena.
"E in due giorni non ha pensato di passare per il centro medico sulla strada per il ritorno?" mugugnò Rose saccente.
"Tesoro, Claire ha espressamente detto di non volerti vedere in pericolo per salvarla e io sono d'accordo con lei. Tornare indietro sarebbe pericolosissimo, soprattutto ora che ho una spalla praticamente fuori uso e zoppico", cercai di farla ragionare.
"Will ci aiuterebbe..."
"Will ha già fatto abbastanza" dissi.
"E quindi ce ne stiamo qui ad aspettare?" domandò alzando un sopracciglio nascosto dalla frangia.
"Suppongo di sì", quale altra scelta avevamo?, "ora piantala e stai tranquilla... ne uscirà tutta intera", dissi dubitando di ciò che aveva appena lasciato la mia bocca.

La ragazzina sospirò e rimase a finire il suo pasto con la testa bassa. Io mi alzai e mi diressi claudicante verso la stanza in cui mi avevano piazzato un letto. Hannah me lo aveva dato per non farmi dormire a terra, con la schiena sul pavimento ed evitare il sacco a pelo. Aveva un particolare occhio di riguardo per me. Oltre che il comodo letto, avevo ricevuto anche una stampella un po' arrugginita ma col manico comodo e in gomma. Era sicuramente un'agevolazione.

Mi coricai e fissai il soffitto senza sapere a cosa pensare. Sapevo che Rose aveva ragione e sentivo di non poter lasciare Claire al suo destino dopo tutto quello che aveva fatto per aiutarci. Ma sapevo anche che non avrei riportato Rose ad OxyTown o nelle sue vicinanze per nulla al mondo. Per quanto coraggiosa si fosse dimostrata, non volevo sfidare la sorte più di quanto non avessi già fatto ed esporla ad ulteriori pericoli. Ancora ci attendeva un lungo viaggio verso casa.
Passai ore a ragionare e pensare a quanto avrei voluto prendere su e andare a salvare o quantomeno cercare Claire. Glielo dovevo. Ma Rose?
All'improvviso, colto da un'illuminazione stupida e necessaria al tempo stesso, mi alzai e mi diressi verso l'ufficio di Will, senza che nessuno mi vedesse, specialmente mia figlia. Bussai un paio di volte e da dietro la porta di ferro sentii la voce profonda di Will: "Avanti!"

Quel che resta di noi  (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora