Parte III: capitolo 11 di 15
Passammo oltre l'entrata della metropolitana e camminammo lungo Georgia Avenue facendo lo slalom tra le auto abbandonate e le macerie. Arrivammo all'antico Outer Loop e ci passammo sotto notando la sorprendente struttura ancora in piedi, a differenza della maggior parte dei ponti nei dintorni. Passammo davanti l'ennesima chiesa e pensai a quanto l'uomo potesse essere bisognoso di trovare conforto e pace in figure dubbie e probabilmente infondate. Eppure la forza del credo era così forte da spingerli a ergere strutture su strutture, ognuna per il personalissimo culto di ogni cultura. Mi sentivo escluso da tutto ciò eppure strettamente legato a qualcosa che mi portava a prestare fede in un ente superiore, un ente che governava le leggi del mondo. Non ci credevo, ma era la scappatoia in cui mi rifugiavo ogni volta che non potevo darmi spiegazioni. Come, forse, ogni essere ancora... umano.
Perso nei meandri dei miei più intimi pensieri, mi appoggiavo alla stampella sotto ai semafori pericolanti, mezzi svitati e pendenti dai loro alti pali di ferro arrugginito. Superammo in silenzio un enorme spiazzo industriale pieno di pompe di benzina e vecchi magazzini, Brik e io camminavamo a pochi metri di distanza quando il ragazzo si fermò per aspettarmi e iniziò a sussurrare."Non è sicuro qui... passiamo per la zona residenziale", disse indicando una stretta stradina contornata da alberi secchi, un tempo rigogliosi e che donavano alla via un aspetto molto più accogliente. Scheletri di casette si affacciavano sulla strada e così sarebbe stato per tutto il tragitto a venire. Qualche lepre spaventata si mosse tra i cespugli e una attraversò la strada spaventata. Superammo strutture tipiche americane, villette a schiera con pavimentazione in cemento fino alla porta d'ingresso. Su alcune sventolava ancora la bandiera sbrindellata a stelle e strisce. Pensai alla mia vita se il mondo fosse andato diversamente e se mi fossi potuto permettere una casa vicino Washington. Mi immaginai spingere una piccola bici rosa giù per la discesa asfaltata che stavamo percorrendo, mentre insegnavo a Rose ad andare in bicicletta. Mi immaginavo gli alberi verdi scuotere le loro fronde sulla nostra testa mentre ci proteggevano dai raggi del sole in un caldo pomeriggio primaverile.
La vita ha in serbo sempre molte sorprese. Mi ritrovai a pensare che forse era stata quasi meglio l'apocalisse piuttosto che crescere Rose dentro quell'appartamento insalubre che condividevo con Kyle. Mi cacciai questo pensiero dalla mente, conscio che era frutto di un parere puramente egoistico. Di certo Rose avrebbe preferito andare a scuola e poter comprare le medicine in una farmacia piuttosto che... piuttosto che tutto quello che ci era appena successo.Eppure l'uomo è una bestia strana. Chi ha tutto non desidera altro che un po' di difficoltà nella vita, per renderla più interessante e avvincente. Chi non ha niente, invece, va alla disperata ricerca della stabilità, del benessere.
È così che mi sentivo a pensare a quelle cose: chiuso in un ufficio di giorno e chiuso in un orribile appartamento di notte. Era questa la mia vita: sicura ma opprimente. Non potevo che sentirmi sollevato ogni volta che pensavo alle giornate passate a proteggere il cancello del distretto: fuori, lontano dalle industrie, lontano dal grigiore di Baltimora, industrializzata e degradata. Fuori da un sistema capitalistico opprimente. Malgrado ciò, nulla era diventato semplice, anzi.
Mi arrovellavo il cervello mentre Brik, silenzioso e attento, cercava di far funzionare la ricetrasmittente. Mi faceva strada guardandosi attorno e muovendosi più silenziosamente di un gatto. Mi sentivo stranamente al sicuro con quel ragazzino. La ricetrasmittente continuava a gracchiare ma la voce cominciava a sentirsi sempre di più.
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Quel che resta di noi (IN REVISIONE)
Science FictionSembrava quasi un sogno, era come vivere in una dimensione parallela: il distretto, OxyTown, i nolungs, i ribelli. Tutte realtà che ci circondavano, ci stavano col fiato sul collo. Eppure riuscimmo a trovare un angolo ultraterreno, lontano da tutto...