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Passavano i giorni e la vacanza ormai era quasi giunta al termine ma di quella chiamata neanche l'ombra, controllavamo ogni minuto l'e-mail ma niente, silenzio assoluto. Siamo sedute al tavolo della cucina, la voce della tv in sottofondo accompagna la nostra organizzazione di questa sera insieme a del caffè e qualche biscotto. Abbiamo pensato che andare un po' in discoteca a svagarci era l'unica idea che potesse accompagnare la noia che ci stava invadendo, in una settimana eravamo andate solamente una sera quindi ci siam dette perché non andarci di nuovo? E adesso eccoci che ci organizzavamo con gli orari del bagno per prepararci e poi cosa indossare.

La sera non tarda ad arrivare, Elena è in bagno che fa una doccia rinfrescante, io nel frattempo frugo dalla valigia qualcosa di carino da indossare e alla fine decido per una gonna in pelle nera e un top paiettato argento e per completare il tutto scarpe nere col tacco e borsetta nera. Passa una mezz'ora e finalmente Elena decide a lasciarmi libero il bagno, avevo bisogno di una doccia il caldo era davvero assurdo e si sudava anche senza far niente

Fumavo la mia sigaretta mentre Elena commenta qualche ragazzo carino li vicino, dal canto mio ne notai solamente uno: pantaloni neri, scarpe anch'esse nere, una maglietta bianca di qualche taglia di troppo per il sul fisico, braccia entrambe tatuate, capelli scuri e spettinati e l'unico ragazzo a tenere gli occhiali da sole di sera. Ridi tra me e me pensando che sicuramente ci fosse stata una spiegazione al perché proprio di sera indossasse gli occhiali. Aspiro il fumo dalla sigaretta ormai finita e getto la cicca nel posa cenere vicino a me, guardo di nuovo verso di lui, e per quanto mi fosse possibile dillo con certezza, ero quasi sicura che mi guardasse. Entriamo all'interno del locale e dopo aver preso qualcosa da bere ci dirigiamo in pista per ballare un po' sotto l'occhio attento di qualche ragazzo che ci prova spudoratamente

Più di un'ora era passata, i piedi iniziavano ad essere doloranti così vado a sedermi ai sgabelli del bar, ordino una birra mi guardo intorno e noto di nuovo quel ragazzo che mi guardava, mi avrà scambiata per qualcun'altra, pensai. Presi a bere la mia birra mentre guardavo Elena ballare con un ragazzo e che cercava di lanciarmi segni di approvazione in lontanzanza e io, capendola al volo rido

- Ti va di ballare?- sento alle mie spalle una voce, non appena mi giro vedo quel ragazzo, lo guardai per un istante prima di dire si. Ci mischiammo tra le persone e iniziamo a ballare, di tanto in tanto metteva la sua mano sulla mia schiena per farmi spostare verso di lui per lasciar passare qualche ragazza che si recava al bar, continuiamo così per un bel po' prima che si avvicina al mio orecchio per dirmi qualcosa

-Senti io vado fuori a fumare una sigaretta, vieni a farmi compagnia?- chiede in modo gentile, e mi sorpresi dal fatto che volesse andassi con lui. Ci facemmo spazio tra le persone e usciamo fuori, estrae dalla tasca un pacchetto di wiston blu e successivamente una sigaretta portandosela alle labbra e poi l'accese, mi porge il pacchetto aperto - ne vuoi una ragazzí?- mi chiede con quell'accento romano il quale ho sempre avuto un debole, presi la sigaretta ringraziandolo e l'accendo aspirando il fumo

-Grazie...scusa ho dimenticato il tuo nome- dico consapevole che ancora non si era presentato. Stavo pur sempre fuori una discoteca con uno sconosciuto, un bel sconosciuto a dirla tutta

-Niccolò- risponde buttando via il fumo aspirato poco prima

-Giulia- rispondo. Devo dire la verità, mi ave a incuriosita, aveva dei modi gentili e sembrava un ragazzo apposto e quel certo non so che di attraente tanto non farmi smettere di guardarlo. Iniziamo a chiacchierare, aveva notato il mio accento e quindi aveva capito che non ero del posto e io stranamente rispondevo alle sue domande senza alcun problema; di solito tendevo ad allontanare i ragazzi conosciuti in discoteca, li reputavo quei classici tipi che ci provavano spudoratamente ma che alla fine volevano solo crearsi l'avventura della sera e poi vantarsene con gli amici il giorno dopo. Ero certa che anche Niccolò ci stesse provando, ma i suoi modi di farlo erano totalmente diversi dagli altri che lo facevano

-Senti io non ce la faccio più, devo proprio chiedertelo- dico voltandomi verso Niccolò - perché gli occhiali? È notte- lui in tutta risposta ride, una risata bella e anche contagiosa

-È solo un fatto di immagine, non c'è un motivo preciso-

-Secondo me staresti meglio senza, di sicuro le ragazze con cui ci provi approverebbero a vederti senza occhiali- dico piegando le spalle e poi gli sorrido

-Hai ragione, ma sai ci ho provato con una che sta con me qua fuori con gli occhiali quindi non credo che le è dispiaciuto così tanto- risponde ovvio, e aveva ragione anche se ero consapevole che la ragazza in questione ero io. Roteo gli occhio ridendo e questo fa ridere anche lui. Passano svariati minuti di silenzio, e io comincio a sentirmi in imbarazzo poiché sento costantemente il suo sguardo addosso.

-Niccolò ascolta continuerei volentieri questa nostra animatissima conversazione, ma devo tornare dentro a cercare la mia amica per tornare a casa- dico interrompendo il silenzio, si era fatto tardi e i miei piedi chiedevano pietà - ci si vede eh- dico avvicinandomi a lui per salutarlo, ci diamo un bacio sulla guancia, mi avvio verso la porta da dove eravamo usciti e proprio mentre stavo per entrare la sua voce mi ferma

-Ragazzí e se volessi vederti ancora? Come faccio a cercarti?- mi chiede tenendo una mano nella tasca dei pantaloni e l'altra tra i capelli spettinandoseli

-Il mio nome lo sai, prova così. Ci si vede Niccolò- dico entrando lasciando chiudere la porta dietro di me, senza rendermene conto stavo sorridendo mentre il volto di questo ragazzo aveva già preso possesso dei miei pensieri

Cercami dove il mare finisce-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora