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SETTEMBRE

L'estate era finita e tutto era ritornato alla normalità: le scuole avevano riaperto, e il lavoro era ripreso più di prima. Mi ritrovo davanti al portatile per guardare le miegliaia di foto inviatemi da Mara, mi aveva chiedo di selezionarle delle foto e che avrei potuto farlo tranquillamente da casa ma mi stava risultando più difficile del previsto: gli scatti erano tutti bellissimi e mi era quasi impossibile scegliere. Sbuffo sonoramente mandando avanti le foto selezionandone altre due. Prendo per un secondo il cellulare e noto un messaggio da parte di Niccolò, maledicendomi mentalmente per non essermene accorta ma sono fatta così quando mi applico a fare un qualcosa mi risulta difficile sentire ciò che mi circonda

"Come siamo silenziose oggi, quasi non ti riconosco" mi scrive Niccolò, sorrido immaginandolo prendermi in giro, con lui le cose andavano bene certo avevamo alti e bassi a causa dei cambi d'umore continui di lui ma niente che non si possa risolvere con una chiacchierata civile da persone adulte quali siamo

"Sto per buttarmi nel Tevere altro che silenziosa. A te come procede?" gli chiedo curiosa poiché sapevo che era allo studio di registrazione per definire le sue canzoni

"La voglia di uccidere Jacopo è troppa, ma è comunque ansioso di conoscerti. Passi?"

"Mezz'ora e sono da te" gli rispondo velocemente, chiudo il portatile decidendo che era meglio continuare dopo e andai in camera a vestirmi per raggiungere Niccolò allo studio.

NICCOLÒ

Eravamo in pausa, la terza per l'esattezza da questa mattina. Comunico a Jacopo che Giulia sarebbe venuta qui in studio e lui non perde occasione per prendermi in giro. Gli avevo parlato tanto di lei fin dal primo istante che l'ho vista, lo consideravo un po' il mio fratello maggiore data anche l'età superiore di dieci anni rispetto a me.  Mezz'ora era passata e di Giulia neanche l'ombra, di solito è lei quella puntuale ma dato l'orario avrà trovato traffico. Proprio quando stavo per chiamarla mi arriva un suo messaggio

"Sono di sotto, dove vengo?" le rispondo velocemente che la stavo raggiungendo per farle strada anche perché sbadata com'è si sarebbe persa.

Se avessi potuto fare una foto alla faccia di Jacopo non appena ha visto Giulia, giuro che ora Roma sarebbe cosparsa da quella foto

-Finalmente conosciamo questa santa che sopporta sto diavolo- queste erano state le sue parole esatte, inutile dire il mio completo imbarazzo. Strano a dirsi ma si, a volte mi imbarazzo anch'io. Do un bacio a Giulia e poi vado di nuovo nella mia postazione ovvero vicino al pianoforte. Mentre cantavo o suonavo potevo vedere dall'enorme vetrata la figura piccola di Giulia: indossava una gonna con dei fiori, una maglietta bianca. Il modo in cui accavalla le gambe senza mai essere scomposta, o il modo che aveva di spostarsi i capelli dietro le spalle per raccoglierli in una specie dj coda. Ecco, tutto questo che io notavo in lei mi mandava in tilt, aveva preso un posto fisso nella mia testa e non solo. Ogni suo sguardo lo sentivo nelle viscere e io ero come ferro attratto da una calamita

-Bello, e meno male che le scrivi tu le canzoni- mi richiama Jacopo dal microfono, mi giro a guardarlo e lo vedo scuotere la testa divertito. Avevo sbagliato il testo e stranamente non me ne sono neanche accorto, ah Giuliè che me stai combinando qua dentro, dico tra me e me nei miei pensieri.

Di sera eravamo tutti riuniti in un bar, passavamo una serata diversa dal solito. Ero contento che sia Giulia che Elena fossero riuscite a legare subito con i ragazzi e le ragazze. Giulia si sentiva più sollevata dal fatto che fosse riuscita a portare a termine in tempo il suo lavoro in modo che questa sera la potesse passare con la mente più libera. La guardavo mentre ogni tanto si toccava il braccialetto che le ho regalato e questo stava a significare quanto fosse importante per lei quel regalo fatto da me

-Nic ti ricordi quella volta che mi hai letteralmente urlato di stare zitta?- mi dice Marika con sguardo truce, io dal canto mio ricordando la scena scoppio a ridere

-Come dimenticarlo, è stata l'unica volta in cui sono riuscito a zittirti veramente- le rispondo ridendo. La serata passò così tra risate e ricordi di quando eravamo più delle teste di cazzo senza uguali, ma ci divertivamo con poco infondo.

-Nic puoi venire un attimo fuori con me, te devo parlà di una cosa- mi sembrava strano che Marco non avesse parlato molto questa sera di solito è un gran chiacchierone. Insiemeci alziamo per uscire fuori, Giulia mi ave a guardato capendo che forse qualcosa non andava ma ero quasi sicuro che fosse così, non sono così bravo a cogliere i segnali

-Di che se tratta Marcolì- gli chiedo e a giudicare dal suo sguardo qualcosa non andava e si notava

-Nic tu lo sai che ti voglil bene, siamo cresciuti insieme e ste cose così no- comincia a dire, credo sia questa la parte dove devo iniziare a preoccuparmi

-Che succede?- chiedo non ancora del tutto preoccupato

-Ti vedo che sei cambiato da quando stai con Giulia, sei più rilassato. Sei più Niccolò- continua a dire, e io per poco non uscivo fuori di testa se non fosse arrivato subito al sodo -non so se per te è un bene che te lo dica- ora ero seriamente preoccupato, per poco non mi veniva un infarto

-Marcolì io non c'ho l'età per avere attacchi di cuore, non c'ho la macchinetta della pressione dietro e sento che mi si è alzata. Vuoi parlà si o no- lo incito a parlare veramente esasperato

-Federica sta qua a Roma Niccolò-

Spazio autrice: ciao a tutteee, è da un po' che non scrivo lo spazio autrice. Volevo scusarmi se prima vi è arrivata la notifica dell'aggiornamento e poi non avete trovato il capitolo ma è stato unmio errore, praticamente avevo pubblicato il capitolo che non era neanche scrittoa metà.
Comunque siaaa colpo di scena. Fatemi sapere cosa ne pensate, e se volete lasciate una stellina o un commento
Al prossimo capitolo, Anna.

Cercami dove il mare finisce-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora