5.

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-Ti ricordi di quel ragazzo che ti parlai?- dico entrando in cucina, verso del caffè in due tazzine e successivamente le poggio sul tavolo

-Nicola? Aspetta com'è che si chiamava?- risponde non staccando gli occhi dal portatile

-Niccolò, si chiama Niccolò. Allora te lo ricordi o no?- le chiedo nuovamente, mi alzo riponendo la tazzina sporca nel lavandino poi prendo una sigaretta dal mio pacchetto e ne accendo una. Dopo essere state scelte per questi stage, eravamo state così fortunate a trovare la casa della vacanza ancora libera in modo tale che avremmo potuto una sistemazione che fosse più adatta alle nostre esigenze

-Si, certo. Cioè credo di si- era ovvio che non mi stesse ascoltando per niente, troppo oresa da qualsiasi cosa stesse facendo, mi alzai dalla sedia quel tanto che mi bastasse da poter arrivare al portatile e poi glielo chiudo con un colpo secco -ehi!- disse Elena in segno di protesta

-Dieci minuti, non chiedo altro. Puoi ascoltare quello che ho da dirti per dieci fottuti minuti?- le chiedo esasperata - per favore- Elena in risposta prese una sigaretta dal mio pacchetto e poi accendendola mi risponde un e va bene nervoso ed esasperato

-Abbiamo scaturito che ti ricordi di lui, ecco questo pomeriggio l'ho rivisto- comincio tra un tiro di sigaretta e l'altro

-E? Cosa è successo?- chiede Elena facendo un tiro di sigaretta

-Mi ha offerto un caffè, presentato un suo amico e chiacchierato. Nulla di più, quando stavo per andar via gli ho chiesto se mi prestava il cellulare così con la scusa di dover scrivere a te gli ho salvato il mio numero in rubrica- le spiego velocemente, Elena mi guarda per qualche istante basita. Erano poche le volte che mi ritrovavo a parlarle di un ragazzo, generalmente era lei a farlo e apprezzavo il modo in cui sapeva consigliarmi e soprattutto ascoltarmi dopo aver fatto le mie scenate quasi isteriche per farmi ascoltare

-Aspetta, punto primo astuta l'idea di farti prestare il cellulare, io non ci sarei mai arrivata. Seconda cosa, ti dirò come la penso: secondo me stai aspettando un messaggio, una chiamata quel che sia, che non arriverà mai- butta via il fumo e successivamente spegne la sigaretta ormai finita nel posacenere, la guardo corrugando la fronte non capendo, o meglio facendo finta di non capire dove volesse andare ad apparare

-Andiamo Giulia, è pur sempre un ragazzo. È estate e sicuro vorrà divertirsi, crearsi la sua storiella estiva e una volta finita l'estate ti dirà qualche scusa poco plausibile che finirà col ferire i tuoi sentimenti, e io ferirò lui che avrà ferito te- Elena per quanto fosse di un anno più piccola di me era sempre stata protettiva nei miei confronti, ed io le volevo bene anche per questo. È sempre stata la sorella che non ho mai avuto e questo suo senso di protezione mi stava bene poiché la cosa era reciproca in quanto lei mi vede come la sorella maggiore rompi palle

-Okay allora tu cosa mi consigli di fare?- le chiedo incrociando le braccia al petto decidendo di mettere fine a questa conversazione

-Sinceramente non lo so, ma carino com'è lo farei patire un po' le pene dell'inferno- risponde sorridendo beffarda riaprendo il portatile e riprendendo a fare ciò che stava facendo e io ne approfitto per andare a fare una doccia

NICCOLÒ

Sento bussare alla porta, metto la sigaretta tra le dita e vado ad aprire subito dopo aver chiesto chi fosse. Apro la porta e Marco mi sorpassa, dopo aver accarezzato Spugna posa due birre sul tavolo della cucina. Sapeva che in casa ne avevo ma non è mai stato il tipo di persona da presentarsi a mani vuote a casa di qualcuno, soprattutto a casa mia ormai non gli dicevo più nulla poiché ogni volta si concludeva con vaffanculo oppure che cazzo te ne frega fatti gli affari tua. Lo saluto come al solito con una pacca dietro la spalla cominciando a parlare del più e del meno: io gli chiedevo come procede il lavoro e lui mi chiedeva se stessi scrivendo canzoni nuove e la risposta era puntualmente la stessa no, non sto scrivendo per niente

-Da quand è Niccolò che non scrivi una canzone?- mi chiede spesso ultimamente, e io come sempre gli rispondo mentendo

-Marcolí non so di che scrivere- in realtà ne avrei di cose da scrivere solo che voglio godermi qualche momento di tranquillità -comunque ti volevo parlare di una cosa, visto che stai qua-

-Che hai combinato Nic?- mi guarda perplesso, di solito gli dicevo così quando avevo combinato qualche guaio o mi ero cacciato in una situazione che non sapevo come uscirne

-Ce l'hai presente la ragazza di oggi pomeriggio?- gli chiedo facendo un sorso di birra e lo guardo mentre fa finta di pensarci su, sapevo benissimo che l'aveva vista stava facendo solamente il finto vago

-La moretta, si me la ricordo. A proposito carina eh- mi prende in giro guadagnandosi un medio da ragazzo fraterno e maturo quale sono - che è successo?- chiede accendendo la sua sigaretta e io lo imito accendendo la mia

- Quando se ne stava per andare dopo che siamo venuti al bar, mi ha chiesto se le prestavo il cellulare perché il suo era scarico, me lo restituisce dopo un poco e prima di girare i tacchi e andarsene mi ha detto che adesso potevo cercarla quando volevo perché il suo numero lo aveva salvato in rubrica- Marco mi guarda abbastanza stupito, dopo la mia spiegazione in breve

-Astuta l'idea di salvarti il numero così. Due cervelli bacati come i nostri non ci sarebbero mai arrivati- feci spallucce perché in fondo lo sapevo che non sarei mai arrivato a tanto, preferisco sempre un po' di vecchio stile - tornando a noi vuoi sapere che ne penso?- annuii subito, cercando di trovare una soluzione al mio io interiore:mi sentivo come se su una spalla avessi me stesso vestito da angelo e sull'altra me stesso vestito da diavolo, in eterno conflitto tra loro scaturendo da solo che così non sarei arrivato mai ad una conclusione certa

-Nic ti parlo seriamente, secondo me lei si aspetta sicuro un tuo messaggio, chiamata o quel che sia, o magari no. Nel senso che starà pensando che è estate, che ti vuoi divertí e che ti vuoi fare la tua storiella estiva. Finita l'estate finirai con il ferire i suoi sentimenti e da qualche parte nascosta dietro di lei ci sarà pronta la sua migliore amica a darti del coglione rimbecillito- il suo discorso filava, di solito Marco non tendeva a farmi discorsi così lunghi, ma quando ci si metteva sapeva esattamente cosa dire

-Ha senso come cosa. Che mi consigli di fare?- gli chiedo spegnengo la sigaretta ormai finita nel posacenere, butto via il fumo aspirato e poi faccio un sorso di birra

-Sinceramente non lo so Nic, ho visto bruciarti troppe volte col fuoco. Non mi va di raccogliere pezzi di te ridotti uno straccio per una ragazza, mi è bastata l'ultima volta. Se veramente sei interessato che ne so corteggiala, fai quelle cose che piacciono alle femmine- era questo quello che mi fermava: essermi bruciato troppo spesso. Lo dico anche io in una mia canzone troppo romantico e prima o poi casco

-Se non va come spero?- chiedo ancora, forse facevo così solo per essere incoraggiato o forse no, cercavo solo qualche appiglio per non ammettere a me stesso che ci stavo per cascare di nuovo, ma Marco era li per farmi ragionare ogni volta e sono sicuro che mi avrebbe indotto a fare la cosa più giusta

-Se non va come speri, puoi sempre scegliere te stesso-

Spazio autrice: salve a tutte, questo capitolo ho voluto farlo così: scrivere i due punti di vista simili dei due migliori amici dei protagonisti, simili su certi aspetti ma molto diversi su altri.
Spero che vi piaccia l'idea di entrambi i punti di vista dei protagonisti, e che inoltre vi piaccia la storia come sta prendendo forma. In ogni modo fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va lasciate un commento oppure una stellina.

Baci, Anna

Cercami dove il mare finisce-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora