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ALLORA IN QUESTO CAPITOLO SONO PRESENTI SCENE ABBASTANZA PESANTI. QUINDI SE SIETE DEBOLI DI STOMACO VI SCONSIGLIO IMMENSAMENTE DI NON LEGGERE. SCUSATE LA LUNGHEZZA DEL CAPITOLO, SO CHE È CORTO MA SONO FUORI E HO POCO INTERNET.

Mi sveglio. Sono stesa sulla stessa poltrona di poco fa e vedendo ogni centimetro del mio corpo legato ad essa mi dimeno. Non voglio, non posso arrendermi. Il ragazzo riccio si ripresenta davanti a me, prende un bavaglino, sporco non voglio sapere di quale sostanza. Me lo lega al collo e io lo fisso, non capendo le intenzioni. Ma nonostante tutta questa tranquillità il mio corpo reagisce, inarcandosi verso l'alto per liberarsi dalle cinghie, ma inutilmente. Porto gli occhi nuovamente verso la figura alta del ragazzo e, con tutto il coraggio del mondo, apro bocca.

-Come si chiama?-

Deglutisco impercettibilmente non appena i suoi occhi vengono a contatto con i miei. Una lieve scossa mi trapassa il corpo. Rabbrividisco.

-Harry.-

Si limita a rispondere solamente. Non oso chiedere altro, non per paura, per educazione, non voglio fargli il terzo grado. Lui prende un frullatore. Vedo al suo interno qualcosa di viscido, ancora vivo, poiché si muove. Si avvicina al frigorifero e prende una vaschetta in plastica aprendola, un odore nauseabondo inonda la cella, facendomi emettere un mugolio di disgusto. Appena si gira posso ammirare il suo sorriso sghembo e il contenuto della scatola. Un conato di vomito risale dalla mia gola, facendomi vomitare del tutto. Al suo interno si trovano organi, occhi orecchie e molto sangue. Singhiozzo, non badando al bruciore della mia gola. Harry torna al frullatore e mette dentro tutto. Un'altro giro di suppliche esce dalla mia bocca, facendomi singhiozzare e piangere sempre più. Tutto ciò non può essere vero. Aziona il frullatore usando la sua mano come coperchio, facendo scivolare fuori gocce di sangue.

-Dio, chiudi quella cazzo di bocca!-

Mi ringhia contro facendo aumentare le mie urla e le mie lacrime. Mi dimeno non aprendo più bocca. Lui si affianca a me, prendendomi le guance tra il pollice e l'indice, facendomi aprire dolorante la bocca. Mi infila un imbuto in bocca. Mi dimeno, non posso più sopportare questo. Mi butta tutto in bocca, facendomi inarcare la schiena per dimenarmi. Di nuovo buio. Quando mi sveglio sono sempre legata alla poltrona, ma noto che non sono legata. Riluttante cerco di alzarmi, i miei muscoli e le mie ossa sembrano gelatina e le mie gambe non reggono più il peso del mio corpo. Cerco una qualsiasi via di uscita, quando noto un condotto per l'aria. Mi ci arrampico velocemente cercando di fare quanto meno rumore possibile. Una volta dentro gattono, cercando di orientarmi in quel labirinto di metallo. Continuo a seguire le pareti di metallo, fino a quando un rumore acuto mi arriva alle orecchie, sopra la mia schiena. Una motosega sta intagliando la superficie come fosse carta, cerco di muovermi il più velocemente possibile ma una telecamera si piazza davanti a me, mostrando un'occhio verde, che diventa immediatamente nero. Il metallo sopra di me si solleva, come il mio corpo che viene circondato da due braccia forti e muscolose. Mi dimeno urlando. Alzo il viso verso quello della persona che mi ha catturata. Harry. Le mie lacrime aumentano impercettibilmente, come i miei singhiozzi e le mie urla. Mi sbatte con violenza al muro, accarezzandomi la gola con la punta di un coltello. Rabbrividisco al contatto con la superficie fredda di esso, ma subito dopo la mia pelle prende a bruciare, come se un accendino mi stesse ridefinendo il collo. Noto solo ora che del sangue cola sulla mia scollatura. Ha inciso un fortunatamente leggero taglio sul mio collo, che mi sta ardendo la pelle. Mugolo appena cercando di sottrarmi alla sua presa, ma sono bloccata tra il muro e il suo collo e se muovessi di un solo millimetro la testa, la lama mi trapasserebbe il collo. Chiudo gli occhi cercando di pensare ad altro, ma una mano mi tira i capelli, facendomi aprire immediatamente gli occhi. Il coltello non è più sulla mia gola, ma per terra, insieme a qualche goccia di sangue. Osservo il viso di Harry, labbra carnose, mascella contratta e ben definita, dandogli un'aspetto duro e cattivo, naso dritto e occhi...neri. Non sono più di quel verde smeraldo, sono neri. Mi agito nervosamente tra le sue braccia, facendolo ridere sadicamente. Lui avvicina le labbra al mio collo, leccando la striscia di sangue causata dal coltello. Rabbrividisco. Porta poi le sue labbra sulla mia guancia, mordendola forte, facendomi urlare appena. Infine le avvicina al mio orecchio e con voce demoniaca mi sussurra:

-Ma non ti stai divertendo, bambolina?-

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