Ed eccomi qui, in questa stanza, su questo letto, legata e impaurita. Non posso crederci nemmeno io di avere perso con Harry. Beh, non potevo certo aspettarmi di vincere contro un killer. Mi trovo a pensare a mia madre, a mia sorella e al mio ragazzo. Cosa penseranno di me? Penseranno che sono morta? Avranno già fatto il mio funerale? Non lo so, quello che so è che tra poco mi troverò all'inferno, con il diavolo in persona. Mi risveglio dai miei pensieri, notando l'alta e possente figura di Harry fare capolino nella stanza. Distolgo lo sguardo da lui, posandolo sul soffitto, sporco e cadente, come se da un momento all'altro potesse crollarmi addosso. Forse sarebbe meglio. Forse eviterei tutto questo dolore. I suoi occhi guizzano sul mio corpicino sdraiato su quel letto, inerme, facendomi accapponare la pelle. Sul suo viso un ghigno insolente prende posto, facendo illuminare gli occhi da predatore su di me.
-Sai...credo che questa punizione sarà diversa dalle solite. Anche perché mi sono altamente rotto il cazzo di segarmi davanti ai porno.-
Ciò che odio di lui è l'essere diretti con una persona. Quelle sporche parole sputate dalla sua avida bocca, che prende a baciarmi il collo. Gli ringhio contro, dimenandomi da quel tocco perverso. Lui in risposta ride, una risata piena di scherno e umiliazione. Perché io mi sento umiliata. Mi sento una bambola voodoo, che viene usata per fini orrendi, illeciti. La sua mano percorre la mia gamba, raggiungendo l'interno coscia e stringendolo, come fosse pasta malleabile sotto il suo tocco, come se mi potesse modellare a piacimento. La mia gola emette un gemito strozzato, non di piacere, bensì di vergogna.
-Harry, fermati.-
Il suo ringhio arriva ben dritto alle mie orecchie, facendomi percuotere da miliardi di brividi che mi scorrono lungo la schiena. Il mio corpo si contrae sotto la sua ferrea presa, mi dimeno, facendo scontrare più volte i nostri petti.
-Harry, lasciami.-
Continuo a riempirlo di suppliche, gemendo a disagio sotto il suo peso. Lui ride, slegandomi e buttandomi a terra, davanti ai suoi piedi. Veloce indietreggio da seduta, trovandomi con le spalle al muro. Si passa la lingua sulle labbra, tirandomi per i piedi e facendomi toccare con la schiena la superficie fredda e dura del pavimento. Urlo. So che vuole violentarmi, ma io non mi arrendo comunque. So anche che perderò, ma mia mamma ha detto che la speranza deve essere l’ultima a morire e così farò. sarò Speranzosa, finché sono viva. Vengo svegliata dai miei pensieri appena la sua figura imponente si avventa sul mio corpo, toccandomi ovunque. Con una mossa veloce si spoglia dei vestiti, rimanendo nudo. Se non fosse il mio rapitore proverei attrazione nel vederlo nudo. Ma il panico sta avendo la meglio, risucchiando qualsiasi pensiero benevolo. Appena il suo bacino si scontra contro il mio mille brividi scorrono per la mia schiena, aggrappandosi ad ogni fibra del mio corpo. I suoi occhi verdi seguono le curve che esso forma, arrivando al mio collo, facendolo, anch’esso, suo.
-Dio quanto sei mia, Lea.-
Urlo, posando le mani sul suo petto e spingendolo lontano. Sorpresa nel notare che la mia azione ha funzionato, afferro delle forbici, nel vano tentativo di difendermi. La sua risata poco sobria rimbomba nella stanza, emettendo un’eco agghiacciante. Il buio si impossessa di noi e io mi trovo ad indietreggiare per cercare una porta o una qualsiasi fonte di luce.
-Buh!-
Il suo sussurro nel mio orecchio mi fa capire che è dietro di me, ma, quando cerco di allontanarmi, mi accorgo di essere imprigionata tra le sue mani.
-Più fai la cattiva bambina, più la punizione sarà dolorosa.-
il suo tono roco canzona nelle mie orecchie, e si ripete, come se ci fosse un’eco all’interno della mia testa. Così urlo. mi agito nella sua stretta, dimenandomi freneticamente ma non ottenendo alcun risultato. Le sue mani mi spingono, facendomi cadere a terra di pancia e abbassandomi i pantaloni e le mutandine. Il mio sedere fa capolino all’esterno, mostrandosi agli occhi lussuriosi di Harry.
-Ti prego, ti prego.-
Le quattro parole mi escono, più che sussurrate, come fossero aria. Le sue mani mi palpano, avide, i suoi occhi mi osservano, affamati, le sue labbra mi parlano, volgari. Mi sento sporca, usata, come fossi una puttana. Così, scoppio. Lacrime fredde mi bagnano le guance, cadendo sul pavimento impolverato che mi fa solleticare il naso. Il suo membro mi solletica le natiche, facendosi più vivo, più grande. Dopo qualche devia di secondi Harry sprofonda in me. E io urlo, mi dimeno e piango, come fossi una bambina. Una bambina morta. Le mie suppliche sembrano solo fargli aumentare la forza di spinta, spaccandomi all’interno, come fossi vetro. Dopo mezz’ora, finalmente, esce da me con un gemito strozzato.
-Girati.-
Io mi giro, ormai non posso più impormi, sono troppo stanca. Mi afferra entrambe le guance stringendo le dita, facendomi schiudere le labbra e avvicinando l’erezione alla mia bocca, venendo all’interno di essa.
-Ingoia.-
Un’altro ordine. Il vomito minaccia di uscire al sapore orrendo del liquido. Ma le sue occhiatacce fanno ben più paura rispetto ad un conato di vomito. Così ingoio. E mi meraviglio di me stessa per non avere rimesso sul pavimento. Mi accuccio in posizione fetale a terra, come per proteggermi dall’uomo che padroneggia su di me. Poi ripenso ai suoi occhi verdi, che mi fissano vitrei, come fossi il suo tesoro. Ma penso anche che non potrei mai essere felice in questo modo, con Harry. Il suo bell’aspetto e le fossette che si mostrano appena mi sorride sadicamente, le labbra carnose, che mi sfiorano ogni centimetro di collo. Le sue mani così grandi e forti da potermi spaccare in due la testa. Non potrei mai innamorarmi di lui. Attratta, magari si. Ma non potrei mai provare amore nei suoi confronti.
-Lea.-
La sua risata mi fa alzare lo sguardo. I suoi denti perfettamente bianchi e allineati, le labbra tese in un sorriso compiaciuto. La sua mano mi accarezza la guancia, facendomi trasalire.
-Mi è piaciuto molto, lo ammetto. Ma preferisco torturarti a modo mio, è più divertente.-
E ride ancora. Gli sputo in faccia, facendolo bloccare sul posto.
-Lurida puttana!-
Uno schiaffo accarezza brutalmente la mia faccia, facendola girare per la troppa forza. Indietreggio, consapevole delle conseguenze. Penserete che sono stupida sicuramente, ma vorrei vincere almeno una sfida contro di lui, vorrei fargli vedere con chi si sta mettendo contro. I suoi grandi piedi fanno la comparsa nella mia visuale. Si abbassa tenendosi a mo’ di rana, piegato su di me.
-Non ti conviene scherzare col fuoco, Lea. Poi ti bruci. Ti bruci con l’acido che toccherà la tua pelle. Ti bruci con le sberle che ti tirerò. Ti bruci sotto di me, mentre ti scopo violentemente. Io la smetterei se fossi in te. E pensa che finora sono stato buono. Beh, ora ho capito che devo andarci giù pesante con te. E lo farò. Oh si che lo farò. Preparati Lea,-
Il suo sguardo si fa malizioso e inquietante.
-Harry Styles sarà il tuo peggiore incubo.-
STAI LEGGENDO
Captivity
Horror"Diamo un senso alla vita solo quando stiamo per morire" ||Harry Styles Horror, non adatto a deboli di stomaco e/o persone facilmente impressionabili||