Certo che è lungo, questo messaggio!

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Melita trangugiò l'ultima fetta di bresaola, maledicendo il salumiere per averle mentito: intanto era di infima qualità e poi non si sentiva affatto coraggiosa. L'idea di entrare in quella sala, di stendersi su un lettino diverso da quello della sua estetista, la terrorizzava.

Mise via il suo Samsung Galaxy S10 per poi rivolgere l'attenzione all'infermiera che la stava attendendo all'ingresso della stanza 9.

- Ma quello è l'ultimo modello Samsung! L'ho visto ieri su Youtube! Uscirà quest'estate, come fa ad averlo?

Ah, tenera e ingenua infermiera sottopagata. Se solo avesse letto i primi tre capitoli di questo romanzo, ora lo saprebbe anche lei. Ripetiamolo tutti insieme: era ricca in maniera imbarazzante.

Basti pensare che la suoneria di quel cellulare era collegata via satellite a un microfono sottocutaneo, impiantato nelle belle labbra di Beyoncé. Per contratto, ogni volta che Melita riceveva una chiamata, la venere nera dall'ugola d'oro, doveva necessariamente intonare il ritornello di Single ladies.

Capitava così che, in bagno, nel bel mezzo di una notte di passione o durante un'intervista, sotto lo sguardo attonito degli astanti, interrompesse qualsiasi cos

Oh, oh, oh
Oh, oh, oh, oh, oh, oh
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh
Oh, oh, oh, oh, oh, oh
Oh, oh, oh

- Mi scusi, arrivo subito. Pronto?

- Melita sono Lucy... ascolta. Mi dispiace tantissimo per aver tirato fuori tua madre. Sono una stupida.

- Lucy, tesoro, tranquilla. Senti ora devo davvero entrare, ti aggiorno, stai tranquilla.

- Melly senti...

- Dimmi cara.

- Se tu dovessi perdere la ragione, io... io...

Melita avvertì gli occhi bruciarle dalla commozione. Nessuno, a parte lei stessa, era riuscita a comprendere che dietro quella scorza ruvida, dietro quel sarcasmo pungente, in realtà Lucy...

- Posso avere la tua collezione di scarpe?

Tú tú (sempre Beyoncé).

***

Nonostante le parole di conforto della sua cara amica, sdraiata su quel lettino con la testa infilata in quel macchinario, Melita non riusciva proprio a tranquillizzarsi.

Udì il suono di un microfono accendersi e poi la voce calma di un uomo, che iniziò a darle indicazioni.

- Il lettino inizierà a muoversi orizzontalmente all'interno del tubo aperto. È necessario che lei resti immobile, per tutta la durata dell'esame.

- C vrr tnt?

- Non abbiamo ancora iniziato, può parlare.

- Ci vorrà tanto?

- In media, circa cinque minuti. Ora stia ferma, grazie.

Melita venne avvolta da una luce bianca, da suoni intensi e dalla cadenza regolare. Chiuse gli occhi cercando di non pensarci ma, prepotentemente, riaffiorò nella sua mente l'immagine della madre che viveva per la prima volta la sua stessa esperienza.

- Respiri.

Melita respirò.

- Ferma.

Il Cappellaio Matto è tornato in città Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora