Dopo il breve monologo di Melita, nessuna sembrava avere il coraggio di prendere la parola. A parte Beyoncé:
♫ Don't be mad once you see that he want it! If you like it, then you shoulda put a ring on it ... Whoa, oh oh, oh oh oh oh oh oh oh ♫ FUCK THAT SHIT! LOOK, HONEY, I'M QUIT! Tù tù tù tù tù tù
Melita aveva tutti gli occhi addosso. Rimpianse la precedente suoneria: Albano aveva avuto quantomeno il buon gusto di recedere dal contratto con una raccomandata. Ah, sospirò, che uomo d'altri tempi. Per fortuna, una delle ragazze ruppe il silenzio.
- Dunque - esordì Lucy - se ho capito bene, questo è un messaggio da parte di tua madre?
- È la sua calligrafia.
- Melly, ma com'è possibile? - continuò Lucy - l'inchiostro sulla pelle di Mister Sorriso è fresco, tua madre non mi sembra nelle condizioni di scrivere una cosa del genere, guarda qua, guarda!
A ogni esclamazione faceva saltare un bottone della camicia del Cappellaio Matto, che si dimostrava tuttavia particolarmente collaborativo.
- Lo so Lucy, non ha alcun senso, ma è un dato di fatto: mia madre è in queste condizioni da anni, quella è la sua calligrafia e puoi rimettergli i pantaloni, perdio!?
Lucy ignorò l'invito di Melita e focalizzò l'attenzione sulla parte più criptica del messaggio, poi si alzò sulle punte per minacciare il Cappellaio, fissandolo negli occhi.
- Tu non la racconti giusta, bell'imbusto. Saresti tu il "Cappellaio Matto"? Ce l'hai un nome? E perché Melly dovrebbe fidarsi di te?
- Si chiama Theo - intervenne Melita - Theophilius Carter. O almeno è quello che mi ha detto quando l'ho incontrato la prima volta.
Nel frattempo Teresa aveva dato una riletta al messaggio. Per non perdere il segno, girava intorno a quel corpo scolpito tenendo il dito sulle parole, facendo sussultare il Cappellaio.
- Allora, Dottor Carter, ci dica: che significa questo passaggio? "Due di te, due di me, due di lui ma siamo in tre. Un bacio a lui, un bacio a me. Poi bacia chi ti guiderà da me." Vuole organizzare un'orgia? Brutto sporcaccione! - e gli mollò una serie di pacche sulle chiappette sode.
Melita decise di ignorarli e iniziò a guardarsi intorno. La sua attenzione venne catturata da un enorme specchio, posto sulla parete di fronte e che restituiva la scena che si era lasciata alle spalle. La sua stessa immagine la stava fissando, ma era la cosa meno inquietante: riflesse su quella superficie, c'erano soltanto lei, sua madre e Theo.
- Ragazze, lasciate un attimo in pace le chiappe di Theo, guardate lo specchio e ditemi cosa vedete.
- Oh Gesù! Melita!
- Sì Lucy, menomale, pensavo di essere impazzita del tutto...
- Ma come te lo sei fatto quel bernoccolo? E' spaventosamente antiestetico!
Melita sospirò rassegnata, Lucy era così: prendere o lasciare. Rivolse uno sguardo di sconforto in direzione di Teresa che, prontamente, la prese sotto braccio: -Vedila così: ha notato il tuo bernoccolo soltanto tre ore dopo!Ricordi quando abbiamo sostituito il suo Chihuahua con un gatto di porcellana? Ci sono voluti mesi prima che se ne accorgesse! Sta progredendo. E' praticamente un essere umano!
Rosita, nel frattempo, si era accorta di quella stranezza e si avvicinò a quell'oggetto piuttosto scossa. Teresa no, quello specchio la faceva sembrare più magra e tanto le bastava. Si ritrovarono tutte e quattro a ragionare su quel fenomeno quando, a un certo punto, un'idea balenò nella mente di Melita.
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Il Cappellaio Matto è tornato in città
HumorLa vita mette davvero alla prova la nostra giovane, bella, schifosamente ricca protagonista: Melita. Eppure anche un diamante, se visto con quel cosino con cui si guardano i diamanti da vicino e del quale ora non mi sovviene il nome, ha le sue imper...