Quando Madison abbandonò la sua dolce e confortevole America per trasferirsi in una non altrettanto amata Inghilterra, sentì come se stesse abbandonando la sua intera vita. Lasciò la sua ormai stabile relazione con Paul e le sue numerose amicizie, insieme a una bella casa e tutto ciò che aveva imparato a conoscere nei suoi 18 anni. Si era opposta con tutte le sue forze al trasferimento, ma non era servito, tanto erano convinti i genitori. Suo padre, John, aveva ottenuto una promozione, e l'Inghilterra era inevitabile; rifiutare, per lui, non era un'opzione valida. Così, nel giro di un mese, si era ritrovata tra stupide scatole marroni, seduta sulla moquette bianca della sua stanza ormai vuota. Proprio in quel momento, convinta che la sua vita sarebbe finita quel giorno, non avrebbe mai creduto che in realtà era appena iniziata davvero.
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"Madison, sbrigati, faremo tardi!" Urla mia madre dal piano di sotto, mentre cerco di raccogliere i pezzi rimasti del mio cuore, uscendo dall'accogliente e familiare stanza.
Con un sospiro, decido di non voltarmi, altrimenti tutti gli inutili tentativi di trattenere le lacrime sarebbero stati vani. Per i miei genitori e per mia sorella Rachel, non è stato così difficile accettare l'idea di questo trasferimento, loro non avevano costruito il loro mondo qui in Ohio.Anzi, Rachel in realtà desiderava scappare da questo posto da anni ormai. Dopo il diploma, due anni fa, si era sentita come fuori posto nella nostra piccola città e il fatto che ormai avesse perso i contatti con tutti i suoi compagni di scuola, le fece desiderare presto di andarsene, sperando in un futuro altrove. Io non sono di quest'avviso però; avevo appena deciso di iscrivermi all'università, già riempito i moduli, pronta a inviarli, decisa più che mai. Era già stato pianificato tutto: io e Paul saremmo andati nella stessa scuola, e anche la mia migliore amica Jenna, ma ai miei genitori è bastato congedare i miei piani con un gesto della mano, per mandare tutto in frantumi.
Scendo le scale lentamente guardandomi intorno, cercando di memorizzare il più possibile la casa.
"Dio santo, Maddie, come sei malinconica! Non hai mai amato questa casa, non ti mancherà!" Sbuffa Rachel, infondo alle scale, con le mani teatralmente strette sui fianchi. I suoi riccioli biondi ricadono perfettamente sulle sue spalle e il suo fisico asciutto è rivestito da un paio di jeans e una semplice t-shirt blu notte.
Io mi limito ad alzare gli occhi e a scendere gli ultimi gradini, volendo evitare l'ennesima litigata.
"Madison, Rachel, aiutate vostro padre a portare gli ultimi scatoloni nel furgone, altrimenti faremo tardi per il volo!" Mia madre si affaccia dalla cucina, raggiante, prima di ritornare da dove è spuntata.
Io annuisco, anche se ormai è andata via, e sollevo una scatola vicino all'ingresso, prima di portarla all'esterno e consegnarla a mio padre.
"Quanto ci vorrà prima che arrivi tutto nella nostra nuova casa?" Chiedo, mentre lo osservo caricare la roba sul veicolo.
"Non lo so," risponde sinceramente con una scrollata di spalle "all'ufficio postale mi hanno assicurato che non ci vorranno più di due settimane." continua, impegnato nel caricare tutta la nostra roba.
Rachel ci raggiunge, sbandando con una grossa scatola di cartone in mano. "Penso di aver bisogno di una mano!" afferma, mentre papà le va incontro e la libera dal peso di quell'ingombrante oggetto.
Lei sospira di sollievo, aggiustando un ciuffo ribelle sulla sua fronte, poi torna dentro per recuperare una delle ultime scatole rimaste.
"Zio Luke sarà qui a momenti, vai a dare una mano a tua sorella, così possiamo andare in aeroporto." Papà mi guarda con un sorriso fiero, sa quanto mi costa questo trasferimento, e sa quanto sto cercando di trattenere le lacrime che cercano di farsi spazio sulle mie guance.
Gli sorrido a malapena di rimando e decido di tornare dentro e afferrare l'ultimo scatolone rimasto. Quando finalmente è tutto sul furgone, zio Luke fa la sua comparsa sul vialetto di casa.
"Pronti per la partenza?" Chiede entusiasta, come se fosse il diretto interessato.
Faccio una smorfia e lui mi mette un braccio attorno alle spalle, come suo solito. "Forza ragazza, l'Inghilterra ti aspetta!"
"Oh, ciao Luke!" Sorride mia madre, uscendo di casa e chiudendosi la porta alle spalle.
Sospiro, sapendo che non ci entrerò mai più.
Mamma intanto cammina velocemente e abbraccia suo cognato, schioccandogli un bacio sulla guancia. "Grazie per esserti proposto di portare il furgone, non so come avremmo fatto altrimenti!" Sorride, grata.
"Oh, non ho avuto altra scelta!" Ironizza, facendo poi un occhiolino a mio padre.
Più mi rendo conto dell'imminente partenza, più mi salgono i conati di vomito, così decido di chiamare Paul.
Appena risponde, sento il sollievo pervadermi il corpo, al suono della sua voce familiare.
"Hey, Maddie, come stai?"
Sorrido, anche se so che lui non può vedermi. "Sto. Tra poco andiamo in aeroporto. Tu?" chiedo, mentre salgo sui sedili posteriori della vecchia auto di famiglia.
"Sto peggio di te, Maddie, fidati. In ogni caso ci sentiremo appena arrivi, voglio tutti i dettagli su quel posto!" cerca di alleggerire la tensione, ma fallisce: nel suo tono c'è un'immensa malinconia, proprio come nel mio.
Mi mancherà tantissimo vederlo ogni giorno, sentire le sue labbra sulle mie e guardare i film insieme accoccolati sul divano, ma entrambi abbiamo optato per il rimanere in contatto solo come amici.
"Sarà la prima cosa che farò, stanne certo." gli dico, convinta delle mie parole. "Ora devo andare, ti amo Paul."
"Ti amo anche io Maddie, fai buon viaggio."
Le lacrime tornano minacciose, ma mi costringo a non piangere e riattacco la telefonata, sospirando.
Ignoro il vuoto nel mio stomaco quando la mia famiglia prende posto nell'abitacolo e l'auto parte, mentre le villette a schiera mi scorrono accanto per l'ultima volta.
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Ciao a tutti! Ho ritenuto fare un piccolo angolo autrice alla fine, giusto per presentarmi. Per cui, piacere, sono Angie.
Non sono molto pratica di questo sito, soprattutto visto che sto postando dal computer e di solito lo uso dal telefono, quindi scusatemi se faccio qualche pasticcio, ma non sono ancora molto pratica.
Scusate anche se c'è qualche errore o la storia non è molto scorrevole, ho ripreso a scrivere dopo più di un anno di pausa, e devo riprenderci la mano, ma in ogni caso spero vi piaccia!
Ah, un'ultima cosa: non ho capitoli in arretrato, quindi scriverò appena ho il tempo, tra la scuola e i vari impegni, quindi scusatemi in anticipo se ci saranno attese più lunghe, ma alle volte il mio cervellino non vuole proprio funzionare e non riesco a sfornare capitoli ogni giorno, ahahah!
Detto questo, visto che mi sto prolungando fin troppo, spero davvero che la apprezziate, lasciatemi tanti commenti e voti,
un bacio,
Angie.♥

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coffee - h.s.
FanfictionQuando Madison abbandonò la sua dolce e confortevole America per trasferirsi in una non altrettanto amata Inghilterra, sentì come se stesse abbandonando la sua intera vita. Nel giro di un mese, si era ritrovata tra stupide scatole marroni, seduta su...