Sono ancora qua, su questa spiaggia, come ogni mattina. Appena sveglia il mio pensiero va a lui, il mio vento di montagna che non soffia più. Questo è l'ultimo posto in cui l'ho visto, prima che le onde lo inghiottissero. Cammino sulla sabbia a piedi nudi e inciampo in qualcosa nascosto tra i granelli. Mi fermo e pulisco l'oggetto incriminato con le mani, dolcemente, quasi come se avessi paura di fargli male. E' una bottiglia, di vetro, con dentro una pergamena. Tolgo il tappo e prendo quel foglio di carta stropicciato.
"Cara Claudia, sono qui che ti scrivo perché non so se potrò mai dirti queste parole anche a voce. Mi sono perso e ritrovato mille volte in questo mare, ma oggi non riesco proprio a ritrovare la strada che mi riporti al punto di partenza. Eppure sono abituato a partire e poi tornare, l'ho sempre fatto, non ho mai perso tempo e ho sempre vento per gonfiare le mie vele e tornare da te il più veloce possibile, ma oggi qualcosa non è come sempre. Non è la prima volta che cado, solitamente mi rialzo, faccio una gran fatica ma mi faccio forza e senza sperare nella fortuna uso tutto il mio ingegno per superare i soliti ostacoli a cui mi sono abituato. Di solito prendo vento e non perdo tempo, di solito la strada per correre da te e dritta e facile da raggiungere, ma adesso non riesco proprio a trovarla, eppure giro e rigiro la barca per trovare il vento giusto. Ti amo, ti amerò per sempre, se non dovessi tornare sappi che ho fatto il possibile. Ci sto provando, sto cercando di tornare da te, ma se non dovessi farcela ti chiedo scusa. Tuo per sempre."
Le lacrime cominciarono a scorrere, ma la speranza di averlo ancora fra le mie braccia si fece più forte. Urlai verso il mare, volevo che me lo riportasse, volevo ancora poterlo vedere e baciare. Il mare mi doveva un miracolo.
Chiusi gli occhi, li riaprii e lui era lì, in piedi, sulla barca, con la mano tesa. Non volevo che toccasse terra, così mi buttai in mare e nuotai fino a che lui non prese la mia mano e mi attirò a sé. Eravamo di nuovo insieme e questa volta sapevo che sarebbe stato per sempre.
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Non abbiamo armi
General FictionPer capire a fondo le storie è necessario ascoltare l'album "Non abbiamo armi" di Ermal Meta.