18 CAPITOLO

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Io: ma...
Tinus: no, Niky niente ma, abbiamo scelto così e così sarà

Metto il broncio, perché dovrebbero rischiare per colpa mia, non mi va bene, devo trovare un modo per andarmene e mi servirà l'aiuto d'un amico, prendo il cellulare e scrivo a Surry

Io: Su, mi serve una tua mano
Surry: solo una? Va bene
Io: mi dovresti venire a prendere in un posto e mi potresti portare la cosa con cui abbiamo fatto lo scherzo del secolo, te lo ricordi?
Surry: sì, inviami la posizione di dove sei così vengo da te
Io: ma sono per strada e non so manco dove dobbiamo andare
Surry: appena arrivi mandami la posizione
Io: ah, mi dovresti anche riportare a casa
Surry: va bene
Io: ok, grazie mille, non puoi capire quanto mi stai aiutando, te ne sono grata
Surry: tranquilla, sono sempre qui per aiutarti
Io: grazie di nuovo
Surry: di niente
Io: no, sono seria, ti ringrazio tantissimo
Surry: ho capito, la smetti? Grazie
Io: va bene, allora ci si vede
Surry: va bene

Tolgo il cellulare da sotto gli occhi e mi appoggio al finestrino e mi addormento, poi non sento più niente sotto il sedere e delle braccia che mi cingono i fianchi, poi dopo un po' sento di nuovo un contatto con qualcosa di morbido e poi qualcosa di caldo addosso, mi lamento e me la tolgo qualsiasi cosa sia

Tinus: è l'unica persona che rifiuta il caldo, vediamo se rifiuta anche il mio calore

Sento un peso appoggiarsi accanto a me, mi giro e lo abbraccio

Io: sei l'unico calore che voglio

Dico ancora con la bocca impastata

Tinus: mi hai sentito?
Io: già già

Prendo il cellulare e invio la mia posizione a Surry

Surry: perfetto arrivo subito

Mi accoccolo ancora a Tinus

Io: ho fame
Tinus: in effetti è quasi ora di pranzo
Io: cucino io

Dico con un sorriso

Luciano: e noi ci dovremmo fidare?
Io: dai, va che cucino bene
Luciano: va bene

Mi metto a cucinare e vedo dalla finestra, una macchina parcheggiare, quella di Surry mi sbraccio per fargli capire che sono qui, lui mi vede e si avvicina alla finestra, mi lancia ciò di cui avevo bisogno

Io: grazie

Bisbiglio

Surry: ancora?

Cucino la pasta e faccio anche il sugo, dove aggiungo tre gocce della boccetta e poi metto il sugo a tutti tranne che a me, apparecchio e porto i piatti

Io: buon appetito a tutti
Tinus: perché te in bianco?
Io: non voglio il sugo oggi
Tinus: va bene

Mangiamo e dopo un po' tutti si addormentano, io esco di casa e vado da Surry

Io: ciao Su
Surry : ciao, destinazione casa tua
Io: yes

Partiamo

Surry: ma perché siete venuti qua?
Io: storia lunga, ora ti spiego

Inizio a spiegargli tutto l'accaduto da dove era rimasto lui, cioè ai giorni in cui ero in ospedale, la faccia di Surry rimane sempre seria, non so come faccia, forse perché io sono molto espressiva e se qualcuno mi spiega qualcosa o mi succede a me qualcosa, si capisce subito

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