La settimana stava volgendo al termine.
Louis dopo la nostra ultima, interrotta lezione, mi aveva detto che secondo lui era meglio aspettare qualche mossa da parte di Harry prima di continuare, perché, sosteneva, non avrebbe avuto senso correre troppo e fare tutto in una settimana, quando Styles sembrava prendersela più che comoda. Furbo il mio migliore amico, che mentre mi diceva queste cose sorrideva tranquillo: non era lui quello "leggermente" frustrato. Avevo alzato gli occhi al cielo, ma in fondo capivo anche il suo discorso, Harry sembrava voler aspettare qualche segno divino per farsi avanti. In più, il sole proprio non voleva farsi vedere, probabilmente era andato in letargo assieme agli animali, dato che quel venerdì era il quarto giorno di pioggia quasi ininterrotta.
Insomma, il mio umore era sotto le scarpe, un po' per il tempo, un po' per il nostro Harry Styles, che se all'inizio pareva interessato, a quel punto sembrava inesistente.
Avevo rimandato per giorni le mie sessioni di corsa, dato che il tempo era quel che era e, di certo, non mi invitava a prendere le scarpe da ginnastica e fare due o tre giri del parco del quartiere; ma dopo quasi una settimana che passavo la maggior parte dei pomeriggi a oziare sul divano, mi costrinsi a cercare la tessera della palestra e prepararmi la borsa, per rimanere almeno un po' in forma.
Mancavano due settimane al weekend lungo di Halloween, e dovevo essere assolutamente perfetta per quel giorno. Risi da sola, sembrava che quella festa che Harry aveva appena accennato a Louis fosse una questione di vita o di morte.
Entrai che la palestra era gremita, avevano avuto tutti la mia stessa idea, evidentemente. Mi cambiai velocemente in un paio di pantaloncini corti e un top, poi raccolsi i capelli e mi avvicinai ai tapis-roulants, indossando le cuffiette e facendo partire la musica.
Mentre correvo non potei fare altro che pensare a Harry, di nuovo. Era un punto fisso, e qualsiasi canzone che capitasse nelle mie orecchie e che fosse appena romantica, mi faceva pensare a lui. Pensavo alle contraddizioni che regnavano in me riguardo a lui: da una parte, provavo un desiderio essenzialmente fisico, un'attrazione puramente superficiale, ma accanto a ciò era una profonda volontà di conoscerlo meglio, sapere quali fossero i suoi film preferiti, passare ore a fissarlo seduti su un divano senza fare nulla di più, uscire e provare la sensazione della sua mano che racchiudeva la mia, guardarlo sorridere e mostrare quelle fossette che gli davano un'aria così angelica e innocente, quando il suo sguardo diceva proprio il contrario.
Mi sembrava quasi di vederlo davanti a me, pensai.
E come nella peggiore delle commedie, mi accorsi che non era frutto della mia immaginazione, rischiando di perdere il ritmo della corsa e fare un'altra figuraccia, fortunatamente scampata. Non doveva essersi accorto di me, o per lo meno non ne dava l'impressione, così colsi l'occasione per fissarlo un pochino, sperando che non mi notasse: stava facendo pesi, i muscoli che si tiravano ad ogni movimento, sul viso un'espressione concentrata, i ricci portati indietro da una bandana, che per quanto avrei trovato ridicola su chiunque, su di lui stava sorprendentemente bene. Per di più, indossava una maglia bianca a cui aveva tolto le maniche, che dunque scendeva sul suo fisico mettendo in mostra anche i tatuaggi che lo decoravano, riuniti per lo più sul braccio sinistro e sul petto, dove erano le due rondini che ogni tanto spuntavano dalla camicia della divisa.
Mi costrinsi a distogliere lo sguardo prima che si accorgesse, ringraziando di non essermi messa a fare qualcosa di più complicato della corsa.
Fu quando tolsi le cuffie e mi diressi verso le macchinette per prendere una bottiglietta d'acqua, che rivolsi lo sguardo verso la sua direzione e lo trovai a guardarmi, un sorrisetto che di dolce non aveva poi tanto disegnato sul viso. Mi concentrai su quella fossetta sinistra, leggermente più profonda, sperando e allo stesso tempo temendo che stesse andando verso gli spogliatoi.
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Sex Ed - Louis Tomlinson/Harry Styles
Fanfiction"Sei così bravo? Allora insegnami tu. Tirami fuori dal casino in cui tu mi hai buttato e aiutami a diventare 'una bomba a letto'. " Dissi d'un tratto, trasformando in parole l'idea che mi frullava per la testa. "Sei seria Iv? Lo sai che non fa bene...