Non fu facile raggiungere camera di Harry, superare le scale, il corridoio e le porte che la precedevano. Non riuscimmo a trattenerci, più di una volta ci fermammo, giusto per assaporare l'uno le labbra dell'altra, più di una volta Harry si fermò, prese il mio viso tra le mani e lo avvicinò al suo, facendo poi toccare le nostre labbra nel modo più provocante possibile, più di una volta fui io a rendere più profondo il bacio, ormai dimentica del primo consiglio di Louis. Le nostre labbra entravano in contatto e qualsiasi cosa scompariva, ci baciavamo e sembrava impossibile non inebriarsi del suo gusto, delle sue labbra, della sua lingua.
Mi scoprii a pensare a Louis, paragonare i due ragazzi con cui potevo dire che fosse successo qualcosa di più, mettere a confronto la delicatezza quasi estrema del mio migliore amico e il desiderio quasi palpabile del ragazzo che avevo di fronte, il turchese giocoso con cui gli occhi di Louis mi avevano accolta la prima volta che ci eravamo baciati, quel giorno al cinema, contro il verde smeraldo che mi accoglieva non appena ci fermavamo per riprendere fiato, un verde forse più scuro del solito, un verde che lasciava trasparire le intenzioni di Harry, la voglia, il bisogno. Mi sorpresi a baciare Harry mentre una parte della mia mente era dedicata a Louis, che quel giorno mi era sembrato strano, triste, in qualche modo.
Feci uno sforzo e sgomberai la mente, per riportare l'attenzione su Harry che, ancora baciandomi, aveva aperto l'ultima porta del corridoio, fermandosi poi per guardarmi mentre mi giravo per cogliere l'immagine della sua camera. Il letto a due piazze occupava la parete opposta alla porta, davanti a un pannello che doveva rappresentare la skyline di New York di notte, mentre la parete sinistra era quasi interamente coperta da un enorme armadio a specchio, e in quella di destra stavano la scrivania con una libreria piena di libri e cd, il tutto cosparso da decine di foto qui e lì; una luce soffusa invadeva la stanza, come se fosse fatta apposta.
Neanche mi accorsi, mentre la mia mente registrava l'immagine della stanza, che Harry mi stava lentamente togliendo la giacca, finché non sentii le sue mani scendere piano sulle mie braccia e le sue labbra sul collo: spostai la testa per lasciargli più pelle esposta, muovendo i capelli verso l'altra spalla, rabbrividendo al passaggio delle sue labbra. Immaginai stesse cercando una sorta di vendetta per il gemito che gli avevo strappato pochi minuti prima al piano inferiore, perché non appena le sue labbra toccarono sotto al mio orecchio, le aprì per lasciare un lieve segno con i denti, poi succhiò sulla pelle, lasciando quello che, pur coperto dai capelli, sarebbe stato il segno inconfondibile di un succhiotto.
Lo lasciai fare, ipnotizzata dalla sensazione delle sue labbra piene, poi mi voltai per guardarlo negli occhi, mentre lui lentamente mi spingeva verso il letto. Louis non si era mai spinto a lasciarmi un segno; e soprattutto, Louis non aveva avuto nessuna difficoltà a trovare il punto che mi aveva fatto impazzire quel giorno in piscina.
Mi diedi della scema per aver pensato di nuovo a Louis, cancellai quel pensiero, per poi trovarmi bloccata, la parte posteriore delle gambe a toccare il bordo del letto, mentre Harry mi lasciava un altro bacio e pian piano mi faceva stendere, un braccio sotto la mia schiena in modo da scendere anche lui con me. Ogni centimetro, ogni grammo di Harry urlava fascino, quel tipo di fascino che non ti fa dormire la notte, quel tipo di fascino che ti rende scomodo stare seduta, da quanto eccitante può diventare.
Fu il mio turno di togliergli un indumento, così presi la camicia dal colletto e quanto più velocemente la tolsi, senza distogliere lo sguardo da lui, che sorrideva compiaciuto. La voglia di togliere quel sorriso dal suo volto, quel sorriso che mi toglieva la concentrazione, prese il sopravvento, così ripresi a baciarlo, portando le mani sotto alla sua maglia, lasciando che fosse lui, questa volta, a rabbrividire.
Era un gioco, il nostro, a chi rendesse l'altro più eccitato, a chi lasciasse il segno maggiore nella mente dell'altro. E Harry era un professionista, in questo campo.
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Sex Ed - Louis Tomlinson/Harry Styles
Fanfic"Sei così bravo? Allora insegnami tu. Tirami fuori dal casino in cui tu mi hai buttato e aiutami a diventare 'una bomba a letto'. " Dissi d'un tratto, trasformando in parole l'idea che mi frullava per la testa. "Sei seria Iv? Lo sai che non fa bene...