"La malavita è come un virus, non puoi decidere di averlo, ti perseguita, ti lacera dall'interno, ti divora l'anima a tal punto da non lasciarti più fiato, ma non puoi liberartene, è un gene maligno che non ti lascia scelta, non puoi combatterlo, de...
Allora ragazzi, prima di leggere volevo dirvi una cosa, so che aggiorno tardi ma ho gli esami e poi vedendo che la storia non è molto seguita e commentata, non ho abbastanza voglia di continuarla, quindi sto seriamente pensando di eliminarla, a meno che non ci sia qualcuno disposto a commentare e farmi sapere che questa storia stia piacendo.. e niente, sta a voi!
Jason's pov.
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"Un gin tonic" dissi al solito barista, del solito bar del paese dove io ed i miei ragazzi ci riunivamo per parlare di affari, egli, come suo solito e con uno di quei suoi falsi sorrisi annuì ed iniziò a preparare la miscela.
"Con del ghiaccio" continuai, capendo che le intenzioni del barista erano pressoché opposte a ciò che volevo io, dunque, dopo aver detto ciò, ed aver preso il mio gin tonic appena preparato, mi allontanai per potermi dirigere nello stanzino del bar, che era una sorta di privè riservato a noi.
Mentre camminavo, portai ripetutamente il bicchiere presso le mie labbra, in modo tale da poter assaporare la miscela fredda, che quasi mi fece rabbrividire.
Arrivai nello stanzino e con mia poca sorpresa ritrovai tutti i miei ragazzi, erano sempre gli stessi, quelli fidati, coloro che mi aiutavano a preparare la droga.
"In piedi" dissi loro, che eran seduti sulle rispettive sedie a parlare di cose inutili, probabilmente della loro malsana voglia di scopare delle prostitute, e poco dopo, tutti si alzarono per portarmi il massimo rispetto, non osando nemmeno fare il contrario, sapevano di che pasta ero fatto e sapevano ciò che avevo fatto al loro amico, di certo non avrebbero voluto fare la stessa fine.
"Dobbiamo preparare un colpo" dissi senza se e senza ma, senza neanche prima prepararli, di getto.
Le loro facce sembravano sorprese, non si aspettavano che io volessi già colpire.
"Non è troppo affrettato? Dopo ciò che è successo con DiMaggio la tua identità si scoprirà presto e gli Esposito verranno a cercarci, ci uccideranno tutti"
Il mio sguardo si posò sul ragazzo che aveva preso il coraggio di parlare in quel modo, certo non aveva tutti i torti, ma forse aveva dimenticato di far parte di un clan della camorra newyorkese, ed aveva dimenticato che rischiare faceva parte della vita dei malavitosi, come noi per l'appunto.
"Affrettato? Facciamo parte di un clan, u'capisti figghiozzo?*, se ti fa paura la morte qua non ci puoi stare, babbu funnutu*"
Quella questione quasi mi fece ridere, era tutto così ridicolo, alcune reazioni mi portavano a pensare sempre di più che dovevo farmi strada da solo, e che solo di poche persone potevo fidarmi realmente.