Capitolo Cinque

932 60 22
                                    


C'era stato un momento nella loro relazione, in cui Ermal aveva creduto che le cose avessero preso la direzione giusta.

Non semplicemente buona, ma proprio giusta. Quel tipo di direzione da cui non ci si sposta più, quel tipo di direzione verso cui si va quando è davvero tutto perfetto.

E quel momento era stato la settimana prima di Natale.

Le cose tra Ermal e Fabrizio procedevano bene.

Nonostante i numerosi impegni di entrambi, riuscivano sempre a trovare il modo di passare un po' di tempo insieme. Spesso c'erano anche i figli di Fabrizio, ed Ermal iniziava davvero a sentirsi parte della sua famiglia.

Avevano deciso di comune accordo di passare il Natale con i bambini e capodanno a Bari, con la famiglia di Ermal, ed entrambi erano felici di essere entrati così tanto l'uno nella vita dell'altro.

La settimana prima di Natale, Fabrizio aveva deciso di passarla a Milano da Ermal.

Avrebbero passato una serata in compagnia dei suoi amici - che intanto erano diventati anche amici di Fabrizio - e poi sarebbero partiti insieme per Roma.

Insomma, tutto sembrava essere perfetto. Ma quella sera un po' di più.

Avevano deciso di vedersi di lunedì sera - più che altro per fare un favore a Paolo, che così avrebbe sfruttato il giorno di chiusura del bar - a casa di Ermal.

Niente di troppo impegnativo: pizza, birra e un'occasione per vedersi e scambiarsi gli auguri prima di Natale.

Ma Ermal aveva capito che quella serata sarebbe stata strana nel momento esatto in cui era arrivato Marco.

Sembrava agitato e continuava a toccarsi i pantaloni in corrispondenza della tasca destra, come per assicurarsi che qualunque cosa avesse messo in tasca fosse ancora al suo posto.

Non era passato molto prima che Ermal lo trascinasse in cucina e gli chiedesse spiegazioni.

"Si può sapere che hai?"

Marco sospirò e si guardò intorno. Dopo essersi assicurato che nella stanza non ci fosse nessuno a parte loro, disse: "Voglio farlo stasera."

"Cosa, scusa?" chiese Ermal confuso.

"Voglio chiedere ad Anna di sposarmi."

Ermal aggrottò la fronte. Erano passati mesi da quando Marco aveva detto di voler fare la proposta ad Anna e dopo quella sera non aveva più toccato l'argomento, quindi Ermal non ci aveva più pensato. Anzi, si era addirittura convinto che l'amico avesse cambiato idea.

"Sei sicuro?" chiese Ermal.

Marco annuì. "Sì. Voglio chiederglielo prima della fine dell'anno e, con le feste di mezzo, questo è l'unico momento che mi rimane."

"Ok, se sei convinto hai tutto il mio supporto" disse Ermal sorridendo.

Era davvero così.

Marco c'era sempre stato per lui, e adesso era il momento di rendergli il favore.

"Credi che dirà di sì?" chiese Marco con un po' di preoccupazione nella voce.

"Ne sono certo" lo rassicurò Ermal.

E almeno su quello, Ermal ci aveva visto lungo perché meno di un'ora dopo Anna era in lacrime in mezzo al suo salotto mentre Marco - inginocchiato davanti a lei - le metteva un anello al dito.

Ermal era totalmente rapito dalla scena da non rendersi conto che Fabrizio lo stava fissando e si accorse di lui solo quando lo sentì prendergli la mano e chiedergli di seguirlo.

Novantotto percentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora