Epilogo

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Il sole filtrava dalla finestra, illuminando la stanza e infrangendosi proprio sul viso di Ermal, che non aveva potuto fare a meno di aprire gli occhi e sbuffare. Adorava il sole, ma non quando era la causa del suo risveglio. Soprattutto se succedeva di domenica mattina, dopo che la sera precedente aveva bevuto un po' troppo ed era andato a dormire tardi.

Si voltò dall'altro lato con l'intenzione di riprendere a dormire, quando sorprese Fabrizio già sveglio e intento a fissarlo.

"Buongiorno" mormorò Ermal, mentre un sorriso prendeva il posto del broncio scocciato di poco prima.

"Buongiorno" rispose Fabrizio.

"Come mai già sveglio?"

"Ieri sera abbiamo dimenticato di chiudere le persiane" rispose Fabrizio, ed Ermal intuì che anche lui era stato svegliato da quel raggio di sole che si era insinuato nella stanza.

"Avevamo altro da fare" disse Ermal sorridendo al ricordo di ciò che era successo qualche ora prima.

Avevano iniziato a baciarsi appena entrati in casa. Quando erano arrivati in camera si erano spogliati in fretta, abbandonando qualsiasi cosa avessero addosso sul pavimento.

Le persiane erano state l'ultimo dei loro problemi.

Fabrizio sorrise portandosi una mano davanti agli occhi, nel tentativo di ripararsi dal sole.

Ermal rimase un momento a fissarlo, ancora incredulo che tra tutte le persone al mondo Fabrizio avesse scelto proprio lui. Che nonostante avesse la certezza che da qualche parte c'erano persone che erano un novantanove o un cento percento, lui si fosse accontentato di un novantotto.

Non riusciva a capire come fosse possibile, cosa avesse fatto per meritarsi il suo amore.

"Sai, ho fatto un sogno strano questa notte" disse a un certo punto.

Fabrizio spostò la mano dagli occhi per guardarlo. "Ah, sì? Che hai sognato?"

Ermal sorrise allungando la mano tra le lenzuola e afferrando la mano di Fabrizio. Intrecciò le dita con le sue, poi disse: "Ho sognato che ti sposavo."

"Eh, sì. Proprio strano questo sogno" disse Fabrizio sorridendo, mentre sollevava la mano di Ermal stretta nella sua e puntava lo sguardo sul cerchietto d'oro al suo anulare sinistro.

Sentì gli occhi inumidirsi ripensando a quando, il giorno prima, gli aveva infilato quell'anello al dito durante una breve cerimonia insieme ai parenti e agli amici più stretti.

"L'avresti mai detto?" chiese Ermal.

Fabrizio gli lasciò un bacio sulla mano, poi disse: "Cosa?"

"Che alla fine ci saremmo sposati."

"Te lo ricordi cosa ti ho detto quella sera, quando Marco ha fatto la proposta ad Anna?"

Ermal annuì. Era passato qualche anno, ma lo ricordava perfettamente.

"Non ho mai smesso di pensare che avrei voluto che fossimo felici tanto quanto lo erano loro quella sera" disse Fabrizio, confermando che da quel momento non aveva mai smesso di pensare che anche loro sarebbero giunti a quel traguardo.

"E ora sei felice?" chiese Ermal.

Fabrizio lo guardò per un attimo, imprimendo nella sua memoria l'immagine di Ermal sdraiato accanto a lui, con gli occhi ancora assonnati e i ricci sparsi sul cuscino.

Immaginò di vedere la stessa scena ogni mattina per tutti gli anni successivi, di ridere insieme a lui per una battuta sentita in televisione, di litigare perché aveva dimenticato di pagare la bolletta, di vederlo giocare con Libero e Anita. Immaginò di vedere le prime rughe segnargli il viso e i capelli diventare grigi, ma trovarlo comunque bellissimo come il giorno in cui aveva visto la sua foto su quella stupida applicazione, mentre se ne stava seduto al bancone di un bar.

E allora, senza la minima esitazione, rispose: "Sì, sono felice."







Spazio autrice:

Eccoci giunti alla fine.

Epilogo smielato? Sì, lo so, ma è così che doveva concludersi. Un po' di gioia ci va nella vita.

Non so davvero come ringraziarvi per tutti i commenti (a cui con calma risponderò), i like, le visualizzazioni...

Questa storia doveva essere una one shot e doveva finire nella raccolta "We're all stories in the end", poi la cosa mi è sfuggita di mano e forse è stato meglio così.

Non è tra le cose migliori che ho scritto, ma sono abbastanza soddisfatta visto che era la mia prima AU. E voi, con il vostro affetto, me l'avete fatta amare un po' di più.

Vi voglio bene.

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