Capitolo Quattro

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L'idea che Fabrizio avesse voluto coinvolgerlo nella sua vita così tanto da fargli conoscere i suoi figli, aveva reso Ermal estremamente euforico al punto che non aveva esitato nemmeno un secondo a dare una risposta affermativa a Fabrizio.

Era stato solo la settimana seguente, quando aveva raccontato ai suoi amici la novità, che si era reso conto di quanto fosse importante quel passo.

Sapeva quanto Fabrizio tenesse ai suoi figli - il che già era sufficiente a fargli venire l'ansia - e come se non bastasse si trattava di due bambini che, per quanto svegli, non era certo che avrebbero preso bene la notizia.

E a fargli realizzare tutto questo era stato Andrea quando, la settimana seguente, si erano trovati come al solito a casa sua per mangiare una pizza tutti insieme. Beh, non proprio tutti: Paolo aveva dovuto rimanere ad Alessandria perché non era riuscito a trovare nessuno che potesse coprirlo al bar, mentre Dino e Roberto si erano beccati entrambi l'influenza.

Ma forse, da un lato, era meglio così. Era più semplice parlare con poche persone.

"Non per fare il guastafeste, ma tu sei sicuro di essere pronto per un passo simile?" chiese Andrea a un certo punto, dopo che Ermal aveva raccontato ogni singolo dettaglio del weekend trascorso con Fabrizio, e quindi anche della sua proposta di conoscere i suoi figli.

"Beh, lui ha conosciuto mia madre."

"E già in quel caso avete bruciato un po' le tappe. Però i genitori sono diversi, soprattutto alla nostra età. Voglio dire, ormai è passato il periodo in cui dovevi rendere conto a tua madre di ogni cosa" disse Andrea.

Ermal lo guardò in silenzio domandandosi dove volesse arrivare.

"Quello che voglio dire è che invece Fabrizio dovrà sempre tenere conto di quello che pensano i suoi figli, tanto più che sono bambini e che magari ancora stanno male per la separazione dei genitori. Tu hai detto che se a tua madre non fosse piaciuto Fabrizio, te ne saresti fregato. Ma Fabrizio non può fare lo stesso ragionamento se si tratta dei suoi figli" spiegò Andrea.

"Congratulazioni, Vige. Ora l'hai terrorizzato" disse Emiliano, notando l'espressione di puro panico sul volto di Ermal.

Ermal scosse la testa. "No, no. Andrea ha ragione. Io non avevo minimamente pensato a tutto questo."

"Effettivamente, state facendo le cose un po' troppo in fretta. E finché riguarda solo voi va bene, ma quando ci sono di mezzo i bambini... Non so, forse dovreste pensarci un po'" disse Marco.

Ermal annuì.

Non aveva pensato a tutte le implicazioni che avrebbe avuto conoscere i figli di Fabrizio, a cosa sarebbe successo se per caso i bambini non lo avessero accettato nella loro vita. Fabrizio si sarebbe sentito costretto a scegliere ed Ermal non aveva dubbi su cosa avrebbe scelto, e anzi non voleva nemmeno che facesse una scelta diversa.

Era stato così preso dalla sua proposta, da quel suo entusiasmo e quella voglia di averlo a tutti i costi in ogni parte della sua vita, che non aveva considerato le conseguenze.

Si era comportato da ragazzino e, vista la sua età, non era accettabile.

"Avete già deciso quando dovrebbe esserci questo incontro?" chiese Emiliano.

Ermal scosse la testa. "Non ancora. Ne abbiamo parlato, ma visti gli impegni di entrambi è già difficile pensare di vedersi."

"Allora prendi tempo. E magari parlane con Fabrizio, sono sicuro che sarà comprensivo" disse Marco.

Ermal non rispose.

Di certo, Fabrizio sarebbe stato comprensivo e avrebbe capito le sue ansie e le sue paure. Ma Ermal era comunque terrorizzato dall'idea che Fabrizio avrebbe potuto rimanerci male.

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