~Troppo~

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Martina si nascose meglio nel cappuccio della felpa, mentre prendeva per il polso Liria per evitare che saltasse addosso ad un ragazzo. Aveva detto a lei e ad Arisa cosa fosse successo il giorno prima, mentre Caleb le stava attaccato invece che andarsene subito in classe. Non appena furono arrivati a scuola, però, la castana sgranò gli occhi. Qualcuno aveva scattato delle foto della situazione, per la precisione mentre il ragazzo le teneva una mano sul culo e l'altra nella maglia. La scuola era tappezzata di quelle foto. Il ragazzo su cui Liria voleva saltare per strozzarlo, aveva fatto un commento molto perverso e stronzo. Martina sentì gli occhi inumidirsi, ma ricacciò subito indietro le lacrime e sorrise alle sue amiche, dato che anche Arisa era pronta ad ammazzare qualcuno.
«Tranquille... Non importa. Se posso ignorarlo io, potete farlo anche voi» disse cercando di essere convincente intanto strinse la mano del fratello sia per evitare che anche lui uccidesse qualcuno, sia perché lo voleva il possibile accanto a se. Poco dopo, si avvicinò a loro anche Aiden.
«Gira a largo» disse subito Liria, pensando immediatamente che il rosato volesse come sempre prendere in giro la minore.
«Devo parlare con Martina»
«Assolutamente n-»
«Va bene»
Liria e Arisa guardarono la castana che aveva appena parlato, ma non commentarono.
«Volevo farti sapere che il ragazzo di ieri è fuori dalla squadra e l'hanno espulso dalla scuola»
«Meglio così...»
Il rosato fece per aggiungere altro, ma un ragazzo andò da loro e guardò Martina.
«Ehy, ora fai la puttana come la tua mammina? Quanto bocca e culo?»
La castana vacillò un attimo, il sorriso calmo che mostrava da quando erano arrivati cedette. La mano che teneva quella di Caleb lasciò la presa, le lacrime iniziarono a scendere veloci. La ragazza scappò via di scatto. Nessuno provò a seguirla, chi perché ancora stava realizzando le parole del tizio, chi perché lo stava già picchiando. Pochi minuti dopo Caleb, Arisa e Liria andarono a cercare la minore. Però non riuscivano a trovarla. Non era in nessuna classe. Alla fine, anche Aiden si mise a cercarla senza farlo capire ad altri. La trovò dopo le prime due ore, sul tetto, accucciata in un angolo con la testa tra le gambe cinte dalle braccia. Le si avvicinò e le si sedette accanto, indeciso su cosa dire.
«Ehy...»
Martina sussultò e alzò di colpo lo sguardo su di lui, poi si asciugò il volto.
«E-Ehy... Perché sei qui?»
«Tuo fratello e le tue amiche ti cercano, sono preoccupati»
«Mh... Per questo anche tu mi cercavi? Solo perché così loro potevano tranquillizzarsi?» disse la ragazza, scettica.
«Forse anch'io ero un tantino preoccupato...»
«Mh... Comunque... Vado da Caleb e mi faccio firmare l'autorizzazione per tornare a casa...»
«Tuo fratello non è maggiorenne»
«Però sa falsificare la firma di mamma»
«Che imbroglioni»
«Se non hai una mamma che possa firmartele, devi farlo da solo»
«Mh... Che è successo a vostra madre?»
«...»
«Marty?»
«L'hai sentito, il tizio. Si prostituisce. Tutto qua»
«E perché non può firmare le autorizzazioni?»
«Fai troppe domande»
«E tu dai poche risposte»
«Mamma non è mai a casa, per via del lavoro»
«Capisco...»
«Ora vado...» mormorò Martina, alzandosi. Ma Aiden le prese nuovamente il polso e la strattonò nuovamente a sedere, poi i loro sguardi si incrociarono.

Il mio stupido ragazzo popolare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora